Inutile rosicare per la mancanza di un corridore forte come il tennista altoatesino: abbiamo avuto Nibali e oggi Ganna, ma nessuno dei due ha sfondato perché il movimento non ha saputo rinnovare la propria immagine
Le recenti giustificazioni di Vingegaard per un controllo saltato nel 2019, o il tempo che ci è voluto ad Ullrich per ammettere l’uso di sostanze, la dicono lunga sulla subalternità mediatica e politica del ciclismo sull’argomento
Van Aert lo si ama proprio per il suo correre sempre e su ogni terreno ma, dopo un 2023 da incubo e alla soglia dei 30 anni, deve iniziare a capitalizzare il suo talento: magari evitando di sfinirsi mentalmente già nel cross
Tanto è il tempo che si sarebbe dato Pogačar per conquistare la corsa rosa, ma resterà competitivo così a lungo? E in fondo anche l’Emiro e Colnago dovrebbero apprezzare due mesi di sovraesposizione mediatica
Da Portanova a Tiberi, da Schwazer ai ciclisti “dopati” o “codardi”: smettiamo di aspettarci che gli atleti siano di esempio per chicchessia, e lasciamo alla giustizia (ordinaria e sportiva) qualsiasi valutazione sull’individuo
Il claim della “corsa più dura del mondo nel paese più bello del mondo” non paga, se spaventa i big: la scommessa sta nel rilanciare l’accoppiata col Tour, quindi ben venga un percorso che più si concilia col doppio impegno
Dopo due ko consecutivi al Tour per mano di Vingegaard, il fuoriclasse sloveno ha tutto l’interesse a tentare finalmente l’assalto alla Corsa Rosa, per poi sfidare comunque il danese in Francia. E ci sono tante altre ragioni per calare in Italia
Proprio quando sembrava di sì, sono iniziate a piovere le smentite. E noi tifiamo fortissimamente per il fallimento del progetto, soprattutto pensando agli “esodati” del Wolfpack