Finale leggendario sull'Alpe d'Huez, Niewiadoma vince il Tour de France per quattro secondi
Vollering attacca ai -53 sul Col de Glandon, si porta dietro una clamorosa Rooijakkers e vince in volata l'ultima tappa, la polacca resiste e difende la maglia gialla
Provate a chiudere gli occhi e a immaginare il finale perfetto per una tappa di montagna che conclude una corsa a tappe, considerando riconoscibilità dei luoghi, situazione di partenza, livello delle contendenti, raggio dell'azione decisiva e grado di incertezza nel finale: ebbene, l'ultima tappa del Tour de France Femmes 2024 è stata ancora meglio di così.
Quando una Demi Vollering ferita e più che mai motivata attacca a 53 chilometri dal traguardo, a quattro chilometri dallo scollinamento del Col du Glandon, con l'Alpe d'Huez ancora all'orizzonte, si entra già in zona leggenda, e dopo che la caduta di Amnéville la aveva costretta a tre giorni di rincorsa, sembrava l'attacco fine di mondo della dominatrice annunciata. Niente di tutto questo: non solo una monumentale Pauliena Rooijakkers è rimasta con lei fino agli ultimi 200 metri di volata, ma da dietro Katarzyna Niewiadoma ha portato a termine l'impresa più grande della sua carriera, rimontando sulla salita finale per difendere la sua maglia gialla, fino a vincere il Tour de France per quattro secondi.
La capitana della Canyon//SRAM ha chiuso la tappa al quarto posto, un piazzamento che fin troppe volte è stato amaramente suo nelle corse più importanti, ma questa volta è tutto molto diverso. Vollering era già stata in una situazione simile lo scorso anno alla Vuelta, quando aveva vinto ai Lagos de Covadonga nell'ultima tappa, era stata chiaramente la più forte in salita ma seconda in classifica per un imprevisto in una tappa sulla carta non così insidiosa. Anche se la distanza è minima, non potrà certo rimproverarsi nulla in particolare, almeno dopo una giornata in cui ha vinto la tappa regina compiendo un'impresa che presa fuori dal contesto sarebbe a dir poco titanica, ma che ha dato vita al momento di ciclismo più alto del 2024, come minimo.
Si conclude una corsa ricca di avvenimenti significativi, dalla maglia gialla di Charlotte Kool a Rotterdam alla prima vittoria di Puck Pieterse, con tante protagoniste non così usuali al loro momento di gloria massima, e con un finale a cui non si poteva chiedere di più, e di cui bisognerà riavvolgere il nastro più e più volte per rivivere momenti che sono un patrimonio per tutto il ciclismo e per questa giovanissima corsa, che in tre edizioni ha già avuto tutto e il contrario di tutto al suo interno.
Tour de France 2024, la cronaca dell'ultima tappa
Pur essendo rientrata tra le prime dieci in classifica con la fuga e la vittoria di ieri, Justine Ghekiere è ancora la prima ad attaccare per andare per il grande obiettivo della maglia a pois, da blindare sul Col de Glandon. La belga passa per prima anche sul Col de Tamié (9.7 km al 4%), seconda categoria di inizio tappa, all'interno di un gruppo molto numeroso che si è sganciato in salite. Tra le ventidue in fuga anche Liane Lippert (Movistar), undicesima in classifica a 1'49" da Niewiadoma, Lucinda Brand (Lidl-Trek), tredicesima a 2'00", Erica Magnaldi (UAE Team ADQ), sedicesima a 2'39" e in fuga insieme a Silvia Persico, e Kristen Faulkner (EF-Oatly-Cannondale), che ieri è uscita definitivamente di classifica.
Nel gruppo di testa ci sono anche quattro SD Worx-Protime, con Mischa Bredewold, Christine Majerus, Blanka Vas e Lorena Wiebes, mentre Canyon e Fenix-Deceuninck sono due delle poche squadre non rappresentate davanti. La presenza di Ghekiere in fuga induce la squadra della maglia gialla a tenere sotto controllo il distacco, che ai piedi del Col de Glandon (19.9 km al 7.2%) è di poco più di un minuto e mezzo. Sono rimaste in sedici davanti a quindici chilometri dallo scollinamento, quando Lucinda Brand prova a scremare ulteriormente la testa della corsa. Con lei rimangono solo Lippert, Magnaldi, Alice Maria Arzuffi (Ceratizit-WNT), Katrine Aalerud (Uno-X Mobility), Loes Adegeest (FDJ-Suez) e Silke Smulders (Liv AlUla Jayco).
Dietro sono proprio le compagne di Smulders a fare il ritmo nei primi chilometri di salita per preparare l'attacco di Mavi García, che è lontana in classifica ma prova a inventarsi qualcosa per vincere la tappa. Alle spalle della spagnola ci prova anche Valentina Cavallar, una delle tre Arkéa B&B Hotels arrivate tra le prime quindici ieri. La giovane austriaca riesce a rientrare da sola sulla testa della corsa, mentre dietro tocca a Niamh Fisher-Black dare una sferzata decisa in gruppo.
Il ritmo della neozelandese fa saltare diversi pezzi della top ten: a più di quattro chilometri dalla cima del Glandon si staccano Juliette Labous (Team dsm-firmenich PostNL), Thalita De Jong (Lotto Dstny Ladies) e Shirin van Anrooij (Lidl-Trek), che erano quarta, quinta e sesta in classifica. Il gruppo maglia gialla è già ridottissimo ai -53, quando Demi Vollering lancia il suo primo attacco per ribaltare il Tour. Niewiadoma prova subito a mettersi a ruota, ma dopo poche centinaia di metri inizia a perdere terreno, mentre Pauliena Rooijakkers riesce a tenere alla grandissima, a differenza della compagna Puck Pieterse. Vollering e Rooijakkers tornano rapidamente su Cavallar e guadagnano una trentina di secondi sulle inseguitrici, con Gaia Realini che prova ad avvantaggiarsi per rientrare da sola.
L'italiana viene però ripresa da Niewiadoma, Évita Muzic (FDJ-Suez) e Sarah Gigante (AG Insurance-Soudal) e dalla compagna Lucinda Brand, mentre Cédrine Kerbaol (Ceratizit-WNT) cerca di tornare sotto del suo passo dopo aver pagato sulle accelerazioni. Il loro svantaggio è di circa cinquanta secondi allo scollinamento, con Rooijakkers che riesce anche a dare qualche cambio e Cavallar a scollinare per prima. Manca ancora una discesa non semplice e l'Alpe d'Huez, ma la corsa è già esplosa in mille pezzi.
Vollering, Rooijakkers, Niewiadoma: tutto in dieci secondi
Se possibile, per certi versi la discesa del Col du Glandon fa quasi più differenza della salita. Anche senza forzare particolarmente, Vollering riesce più volte a distanziare sia Cavallar, che perde più di un minuto, che Rooijakkers, che invece non molla e torna sotto per il tratto di fondovalle. Dietro Kerbaol fa un'altra discesa strepitosa come quella come quella che l'ha portata alla vittoria di tappa due giorni fa, rientrando sul gruppo maglia gialla, da cui nel frattempo si è staccata Gigante.
Le inseguitrici riprendono Cavallar, e ai -25 hanno 1'10" da recuperare sulla coppia di testa, distacco che virtualmente consentirebbe a Niewiadoma di rimanere in maglia gialla, ma con un margine già minimo su Rooijakkers, che partiva con due secondi di vantaggio su Vollering. Ai piedi dell'Alpe d'Huez il vantaggio della coppia di testa è sceso fino a 45 secondi, ma ci sono ancora 13.8 chilometri all'8.1% di pendenza media da affrontare.
Dopo il gran lavoro di Brand nel tratto di fondovalle, Niewiadoma prova subito a cambiare ritmo dai primi metri dell'Alpe, portandosi dietro solo Muzic e Realini. Il distacco tra i due gruppetti rimane stabile intorno ai cinquanta secondi per i primi chilometri di salita, poi sale leggermente quando l'azione della polacca cala, ma non decolla oltre il minuto e dieci. Rooijakkers riesce ancora a tenere le ruote e anche a collaborare molto bene con Vollering, che cinquanta chilometri dopo il suo primo attacco non si trova nella posizione che avrebbe aupiscato, con un rivale durissima da staccare e comunque davanti a lei in classifica. Allo striscione dei -5 le due protagoniste di questa giornata memorabile sono ancora insieme, e lo svantaggio del gruppo Niewiadoma è di nuovo sotto il minuto, sufficiente per difendere la maglia gialla.
Negli ultimi tre chilometri sembra quasi esserci un margine di sicurezza per la polacca, che ha una trentina di secondi da gestire, ma davanti la situazione è tutt'altro che cristallizzata. A 2.7dalla cima è addirittura Rooijakkers a provare a far saltare il banco, con un cambio di ritmo che per un attimo fa vacillare Vollering, che rimane agganciata ma ci mette un po' a ritrovare ritmo. Nel frattempo, Muzic parte per distanziare Realini e prendersi il quarto posto, Niewiadoma la segue e poi si rimette davanti per la sua cronoscalata verso la maglia gialla.
Al chilometro e mezzo Vollering ci riprova per l'ultima volta, ma ancora una volta Rooijakkers risponde alla grandissima. Dopo una settimana di corsa full gas e una tappa massacrante, il Tour de France 2024 si decide nell'ultimo chilometro. La volata a due davanti vale almeno la certezza del secondo posto, e Vollering la vince per distacco, trovando vantaggio nella sua esplosività nel finale. La vincitrice di un anno fa esulta per un attimo, poi gli occhi vanno sul cronometro.
Considerando gli abbuoni, Niewiadoma deve arrivare entro 1'04" in caso di quarto posto, 1'08" con il terzo. Muzic sprinta per il piazzamento (e per la sua futura compagna di squadra), togliendo un abbuono che però sarà ininfluente: il cronometro segna un minuto e un secondo, Katarzyna Niewiadoma ha vinto il Tour de France 2024.
Sono racchiuse in dieci secondi le prime tre della classifica generale, con Vollering che cede la corona per appena 4". Rooijakkers si guadagna il podio con la giornata migliore della sua carriera, migliorando il piazzamento finale del Giro d'Italia. Muzic è quarta a 1'21", Realini quinta a 2'19" al suo primo Tour de France, un risultato che forse passa sotto traccia rispetto alla narrazione principale di oggi ma non va di certo sottovalutato. Entrano in top ten anche Gigante (settima) e Brand (ottava), mentre Pieterse chiude undicesima ma mantiene la maglia bianca, così come Ghekiere resta maglia a pois e Marianne Vos maglia verde. Nota a margine: Valentina Cavallar è settima sul traguardo dell'Alpe d'Huez al ventesimo giorno di corsa della sua carriera. Se tutto va nella giusta direzione, nel 2025 ci sarà anche lei.