Esposizione biciclette dei mestieri © pag FB MAMB
Ciclismo e Cultura

Mestieri in bicicletta: tra bici, cultura ed economia

Figlie dello sviluppo tecnico della bici, che ebbe impulso tra fine Ottocento e primo Novecento, queste bici erano vere e proprie botteghe artigianali ambulanti

06.03.2025 15:26

In un’epoca in cui non esisteva l’obsolescenza programmata e si attribuiva grande valore agli oggetti, gli artigiani giravano tra centri delle città e paesi, contribuendo all’economia locale. Diffuse sino al secondo dopoguerra, queste biciclette offrono uno spaccato della vita dell’epoca.

mestieri in bicicletta
una delle biciclette dei mestieri©pag FB MAMB

Le caratteristiche dei mestieri in bicicletta

Protagoniste di un risvolto dello sviluppo della bicicletta meno noto rispetto a quello dedicato all’agonismo, le cosiddette biciclette dei mestieri furono protagoniste della cultura sociale ed economica dell’Italia sino al secondo dopoguerra. Gli artigiani utilizzavano bici appositamente modificate sia per trasportare le proprie attrezzature, sia per farle funzionare. Spostarsi in tale maniera era più semplice ed economico rispetto all’impiego di animali da traino. Gli artigiani erano uomini: all’epoca il lavoro femminile si svolgeva per lo più tra le mura domestiche e l’uso della bici era poco diffuso tra le donne. Ma i loro servizi erano diretti a tutti, anche se alcune tipiche grida di richiamo, poi divenute proverbiali, erano dirette alle donne. È il caso, ad esempio, di “donne è arrivato l’arrotino!” Sono moltissimi i mestieri in bicicletta, tra cui l’ombrellaio, l’arrotino, il cantastorie, il barbiere.

Mestieri ambulanti

Una tra le più curiose è certo la bici dell’arrotino. Tra i mestieri ambulanti più diffusi, l’arrotino era essenziale per le attrezzature “femminili” di casa e cucina, come coltelli e forbici. Ma era fondamentale anche per la funzionalità di altre categorie economiche: gli attrezzi dei contadini, i ferri dei calzolai, le forbici dei sarti. La bici era dotata di appositi cavalletti e pedalando “a vuoto” le ruote facevano girare la mola. Una valigetta fissata alla bici conteneva tutti gli attrezzi necessari. Sulla bici del cantastorie erano legate tromba e fisarmonica, e lui girava di paese in paese soprattutto in occasione di sagre e festività. In tali occasioni era particolarmente richiesto anche il barbiere, quando i contadini portavano le loro merci in città in occasione di mercati e fiere, e si facevano radere “come Dio comanda”. La bici del barbiere aveva due valigette con forbici, pettini, sapone ecc. Un apposito supporto fissato lateralmente alla ruota posteriore sosteneva la brocca d’acqua. Tra i mestieri in bicicletta, in una economia prevalentemente agricola, era fondamentale il bottaio. Specializzato nel costruire e riparare botti, secchi e barili, portava le attrezzature su appositi supporti anteriori e posteriori, mentre ai lati della bici erano fissate piccole botticelle che fungevano da campionario. 

Le raccolte museali dei mestieri in bicicletta

Se diverse famiglie producevano in casa formaggi e burro, non tutte avevano tale possibilità. La bicicletta del burraio supportava una zangola a manovella ed un contenitore di legno con spatola e setaccio. Sul fianco della bici era fissata una stadera per pesare il prodotto. L’ombrellaio, invece, riparava gli ombrelli in giro per le città ben oltre il secondo dopoguerra, tanto che esisteva ancora alla fine degli anni Sessanta. Tra i musei che ricordano la storia dei mestieri in bicicletta, è interessante il Museo dei mestieri in bicicletta di Fabriano, che ospita una ricca collezione di biciclette dei mestieri provenienti da ogni parte d’Italia. 

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