Traini a Tirana: in Albania l'hanno fatta grossa
Ylber Sefa, derubato del titolo nazionale dall'organizzazione che favorisce i suoi avversari, fa reclamo all'UCI. Focus su Daniel Auer, costretto al ritiro, e sulla Alpecin-Deceuninck Development
Ventesimo appuntamento con la rubrica Mondo Continental. In questa puntata: Tour de Beauce, Tour du Pays de Montbéliard, vari Campionati Nazionali in giro per il mondo, con particolare attenzione all'Albania, Daniel Auer, simbolo della WSA KTM Graz, costretto al ritiro per problemi fisici, e l’Alpecin Deceuninck Development, una squadra di sviluppo atipica.
Le corse della settimana
Tour de Beauce
Dopo quattro anni è tornato a disputarsi il Tour de Beauce, unica corsa a tappe canadese del calendario UCI. A darsi battaglia nei cinque giorni di gara della trentacinquesima edizione sono state sei Continental e nove formazioni dilettantistiche.
La prima tappa presentava tre passaggi sulla Côte de St.Séverin, una salita non troppo impegnativa, e uno strappo di un chilometro al 6% , in cima al quale era situato il traguardo. Lo sprint finale ha premiato Matisse Julien (Ecoflo Chronos), già vincitore su un arrivo simile alla Ronde de l’Oise. Il giovane canadese ha preceduto al fotofinish Tyler Stites (Project Echelon), mentre il podio di giornata è stato completato da Matteo Dal-Cin (Toronto Hustle).
Anche la seconda frazione proponeva un profilo ondulato, con l’ultima salita che terminava a circa 10 km dal traguardo. Cormac McGeough (Makadence Primeau) è transitato in cima all’ultima asperità di giornata con un margine risicato sul primo gruppetto inseguitore, ma ha aumentato il suo vantaggio in discesa e ha tagliato il traguardo in solitaria, con 20” di vantaggio su Evan Russell (Cycling BC), Matisse Julien e un’altra decina di uomini. L'irlandese ha conquistato anche la maglia gialla, con 1” di vantaggio su Julien.
La terza tappa era la più impegnativa, con l’arrivo sul Mont Mégantic, dopo una salita lunga e anche molto impegnativa. La scalata ha premiato Carson Miles (Toronto Hustle), che ha preceduto di 2” Félix Bouchard (Cannondale Echelon) e di 10” Luke Valenti (Ecoflo Chronos). Cormac McGeough ha perso quasi 2’30” e ha ceduto la leadership a Félix Bouchard.
La quarta frazione consisteva in un classico criterium americano, con un circuito di 2 km nelle vie di Québec City da ripetere trentacinque volte. Nonostante il percorso non presentasse grandi difficoltà, un gruppo di uomini importanti è riuscito a mettere nel sacco il leader Félix Bouchard. La vittoria di giornata è andata a Tyler Stites, che ha preceduto di 1” Jérôme Gauthier (Ecoflo Chronos) e Evan Russell. Luke Valenti, secondo in classifica alla partenza, è riuscito ad entrare nell’azione buona e ha conquistato la maglia gialla.
L’ultima tappa era composta da dodici giri di un circuito di circa 10 km, con all’interno una salita lunga poco più di un chilometro. Il Team Ecoflo Chronos ha gestito benissimo la corsa e il leader Luke Valenti è rimasto fino alla fine nel gruppo dei migliori, lasciando qualche secondo solo negli ultimi 500 metri. Tyler Stites si è imposto nuovamente allo sprint, superando Laurent Gervais (Cannondale Echelon) e Matteo-Dal Cin.
Luke Valenti si è portato a casa il successo finale, con 47” su Tyler Stites e 1’38” su Carson Miles. Il vincitore si è aggiudicato anche il titolo di miglior giovane e ha condotto il Team Ecoflo Chronos al trionfo nella graduatoria a squadre. Tyler Stites ha vinto la classifica a punti, mentre quella degli scalatori ha premiato Eric Inkster (Cycling BC).
Tour du Pays de Montbéliard
In Francia è andata in scena la quarta edizione del Tour du Pays de Montbéliard, corsa a tappe di tre giorni composta da un prologo a cronometro e due tappe in linea. Al via si sono schierate ventiquattro squadre: un Pro Team di ciclocross (Cross Team Legendre), dodici Continental, dieci formazioni dilettantistiche e una selezione nazionale tedesca.
La corsa si è aperta con un cronoprologo di 3200 metri completamente pianeggiante. Il miglior tempo è stato realizzato da Marceli Bogusławski (Alpecin-Deceuninck Development), che ha conquistato il settimo successo UCI in carriera in un cronoprologo (il tredicesimo in assoluto). Alle spalle del polacco si sono piazzati il forte crossista Laurens Sweeck (Alpecin-Deceuninck Development) e Baptiste Vadic (Vendée U), staccati rispettivamente di 5” e 7”.
La prima tappa in linea prevedeva un circuito ondulato di circa 15 km da ripetere undici volte. La gara è stata caratterizzata da numerosi attacchi, ma quello decisivo è nato a 20 km dal traguardo: sette uomini hanno forzato il ritmo e il gruppo non è riuscito a chiudere. I battistrada si sono giocati il successo in volata e a vincere è stato Sten Van Gucht (Bourg-en-Bresse Ain), che ha preceduto Tom Donnenwirth (SCO Dijon-Matériel-Velo.com) e Antoine Debons (Philippe Wagner). Il gruppo principale ha tagliato il traguardo con 19” di ritardo, mentre Marceli Bogusławski è naufragato ad oltre 18’, lasciando la maglia di leader al vincitore di tappa.
La seconda e ultima frazione era caratterizzata da un circuito di 20 km, senza particolari asperità, da ripetere otto volte. A circa 25 km dal traguardo otto uomini sono evasi dal gruppo e sembravano essere irraggiungibili per tutti gli avversari. Proprio all’interno dell’ultimo chilometro, però, sono stati ripresi da altri otto corridori. Lo sprint a sedici che ne è seguito ha premiato Laurens Sweeck, che ha superato Rémi Lelandais (Cross Team Legendre) e Håkon Aalrust (Coop-Repsol). I primi due facevano parte del gruppetto rientrato nel finale, mentre il norvegese era nel drappello evaso ai -25.
La vittoria finale è andata a Sten Van Gucht, che ha preceduto di 6” il compagno di squadra e miglior giovane della corsa Martin Tjøtta e di 15” Laurens Sweeck. Una doppietta dal valore enorme per la Bourg-en-Bresse Ain, che ha potuto festeggiare anche il successo nella graduatoria a squadre. Rémi Lelandais ha conquistato la maglia di miglior scalatore, mentre Eliote Ponchon (VC Villefranche Beaujolais) si è aggiudicato la classifica dei traguardi volanti.
Campionati Nazionali Albania
Nel weekend si sono disputati i campionati nazionali in Albania.
Nessuna sorpresa nella cronometro: Ylber Sefa ha conquistato il quinto titolo consecutivo, distruggendo la concorrenza: Olsian Velia ha chiuso secondo con ben 3’19” di ritardo e Lukas Sulaj Kloppenborg, che fino all’anno scorso rappresentava la Danimarca, ha completato il podio a 4’19”.
Esito difficilmente pronosticabile nella prova in linea: Lukas Sulaj Kloppenborg ha conquistato il titolo con 1” su Olsian Velia e 2” su Ylber Sefa, che ha, quindi, abdicato dopo sei vittorie consecutive.
Questo risultato, però, non va considerato come una classica sorpresa perché c’è stato un autentico sabotaggio ai danni di Sefa: il trentaduenne era in testa da solo con ampio margine ed era lanciato verso la vittoria, quando, improvvisamente, è stato raggiunto da alcuni avversari sbucati fuori dal nulla. Intervistata da Wielerverhaal, la moglie del corridore, che era al seguito del marito, ha spiegato di aver chiaramente visto alcuni corridori rimontare a grande velocità attaccati ad un’auto dell’organizzazione.
Addirittura Olsian Velia si sarebbe nascosto per diversi giri del circuito in una foresta, per poi rientrare in gara nel finale e cogliere il secondo posto. Per quanto questo racconto possa sembrare incredibile, il fatto che i suoi dati Strava siano scomparsi sembra confermare tutto perché probabilmente avrebbero mostrato un numero troppo basso di chilometri percorsi.
Nonostante il sabotaggio ai suoi danni, Ylber Sefa non si è perso d’animo ed era pronto a scattare nuovamente nel tratto in salita dell’ultimo giro, convinto di poter fare comunque la differenza. A 2 km dal passaggio sulla linea d’arrivo, però, l’organizzazione ha annunciato che la gara sarebbe finita un giro prima del previsto e il corridore della Vetrapo, sconsolato, ha rinunciato allo sprint.
L'albanese, che da tanti anni milita in squadre belghe, è da tempo in contrasto con la federazione del suo paese, che non vede di buon occhio la sua superiorità rispetto ai connazionali. Anche al recente Tour of Albania, il trentaduenne è stato costretto a disputare la gara con la maglia della nazionale perché alla Vetrapo è stata impedita la partecipazione, nonostante la Asfra, altra formazione dilettantistica belga, abbia potuto schierarsi al via senza problemi.
La questione campionati albanesi, comunque, non è ancora conclusa: Sefa ha fatto reclamo e lo stesso hanno fatto anche alcuni atleti delle categorie giovanili, che sostengono che l’organizzazione abbia favorito apertamente i corridori del club di Tirana. Per il momento l’UCI non ha omologato il risultato e l’ipotesi che la corsa venga annullata non è da scartare.
Altri Campionati Nazionali
Oltre a quelli albanesi, sono stati disputati i Campionati Nazionali di altri paesi, in attesa della fine di questa settimana, in cui avranno luogo quelli dei paesi ciclisticamente più importanti.
A Bermuda Kaden Hopkins, tesserato da quest’anno con la Vendée U, il vivaio della TotalEnergies, ha vinto la cronometro con 19” di vantaggio su Conor White e 2’12” su Nicholas Narraway. Nella prova in linea il podio è stato identico, con Hopkins che si è imposto con 1’54” su White e 2’13” su Narraway. Podi identici per cronometro e prova in linea anche a Grenada, dove Red Walters (XSpeed United) ha preceduto in entrambi i casi Abbiel Flemming e Danny Scott.
In Finlandia nessun corridore tesserato per squadre UCI ha partecipato alla cronometro e Vladyslav Makogon ne ha approfittato. Il ventisettenne è andato a prendersi il primo titolo in carriera con 12” di margine su Riku Övermark e 33” su Trond Larsen. Nella prova in linea, invece, erano presenti diversi big locali e la vittoria è andata ad Antti-Jussi Juntunen (ABLOC), già vincitore nel 2020, che ha preceduto Oskari Kolehmainen e Axel Källberg (Development DSM). L’unico professionista in gara, Joonas Henttala (Novo Nordisk) ha chiuso ventesimo.
In Ruanda il titolo a cronometro è andato al favorito Moise Mugisha, che ha superato di 23” il giovane Etienne Tuyizere e di 39” Shemu Nsegiyumva (May Stars). La prova in linea ha premiato l’esperto Patrick Byukusenge, bravo ad anticipare di 13” un gruppetto di una decina di uomini. Gli hanno fatto compagnia sul podio Renus Byiza Uhiriwe e Shemu Nsegiyumva.
La cronometro in Cina ha premiato Xue Ming, già vincitore del titolo nel 2020. Il campione uscente Bai Li Jun (Li Ning Star) si è dovuto accontentare della seconda posizione, staccato di 8”, mentre sul terzo gradino del podio, con un ritardo di 26”, è salito Teng Geng (China Glory). Nella prova in linea ha festeggiato la Hengxiang, grazie a Ma Binyan, che ha preceduto di 3” Wang Ruidong e di 5” un gruppo numeroso, regolato da Hu Haijie (Shenzhen Xidesheng).
Sorpresa nella cronometro in Mongolia, dove il grande favorito Jambaljamts Sainbayar (Terengganu Polygon) non è riuscito a confermare il titolo conquistato dodici mesi fa: il ventiseienne è stato preceduto di 24” da Maral-Erdene Batmunkh (Levante Fuji Shizuoka). Il podio è stato completato da Tegsh-bayar Batsaikhan (Roojai Online Insurance), staccato di 1’12”. La prova in linea non si è ancora disputata.
Tutto secondo pronostico, invece, nella crono estone: Rein Taaramäe (Intermarché-Circus-Wanty) ha conquistato senza problemi il suo settimo titolo nazionale contro il tempo (il terzo consecutivo), battendo di 1’55” Gleb Karpenko (Materiel-Velo.com) e di 2’00” Norman Vahtra (Van Rysel-Roubaix Lille Métropole). L’appuntamento con la prova in linea è per domenica.
Dopo l’annullamento delle prove nel 2022, sono tornati a disputarsi i campionati nazionali ucraini, anche se in assenza di alcuni big. La cronometro ha visto il dominio di Vitaliy Novakovskyi, che ha preceduto di 1’11” Vladyslav Shcherban e di 1’48” Vitaliy Hryniv. La prova in linea, invece, ha incoronato Maksym Bilyi che, due giorni dopo aver conquistato il titolo tra gli under 23, si è ripetuto tra gli élite, superando Anatoliy Budyak (Terengganu Polygon) e Serhii Sydor.
Non hanno alcun valore per l’UCI, ma sono stati assegnati i titoli anche in Russia. Nella cronometro si è imposto l’ex Gazprom-Rusvelo Petr Rikunov, attualmente tesserato per una formazione dilettantistica vietnamita. Alle sue spalle si sono piazzati Lev Gonov e Dmitriy Rozanov, staccati rispettivamente di 28” e 30”. Il nuovo campione russo delle prove in linea, invece, è Andrey Stepanov, che ha superato di 3” il bielorusso Yauhen Sobal e di 1’37” Aleksandr Bereznyak (Sakarya BB).
Le Continental tra i big
Nelle corse di livello superiore non è stata una settimana particolarmente brillante per le formazioni di terza divisione, che, a parte qualche raro piazzamento, hanno faticato molto.
Le quattro Continental francesi (con la classica eccezione della Groupama-FDJ, in gara con il team WorldTour) hanno preso parte a La Route d’Occitanie. I migliori risultati li ha ottenuti la CIC U Nantes Atlantique, che ha piazzato Jordan Jegat al quindicesimo posto in classifica generale ed Emmanuel Morin al quarto nella seconda tappa. Nella medesima frazione è arrivato un ottimo risultato anche per Paul Hennequin (Nice Métropole Côte d’Azur), quinto.
Al Belgium Tour, al fianco della Tarteletto-Isorex, la miglior Continental locale, hanno avuto la loro chance le neerlandesi BEAT e VolkerWessels. Di fronte ad una concorrenza di altissimo livello, i belgi hanno limitato i danni con il ventinovesimo posto di Jonas Geens in classifica generale e, soprattutto, il terzo di Timothy Dupont nella prima tappa. Nell’ultima frazione si è vista nelle prime posizioni anche una maglia della BEAT: Emiel Vermeulen ha chiuso ottavo.
Al Tour of Slovenia hanno partecipato le locali Adria Mobil, Kranj e Ljubljana Gusto Santic, l’austriaca Vorarlberg e la slovacca RRK Group-Pierre Baguette. Colin Stüssi (Vorarlberg) si è difeso bene in salita e ha chiuso la corsa in dodicesima posizione. Nella terza tappa si sono messi in luce Jaka Primožič (Hrinkow Advarics), in gara con la maglia della nazionale, e Anže Skok (Ljubljana Gusto Santic), che hanno chiuso rispettivamente in sesta e ottava posizione. Piccola soddisfazione anche per Viktor Potočki (Ljubljana Gusto Santic), che ha indossato per un giorno la maglia di miglior scalatore.
Il corridore della settimana: Daniel Auer
Daniel Auer, da anni uno dei principali rappresentanti del mondo Continental austriaco, ha annunciato il ritiro dal ciclismo pochi giorni fa. Il ventottenne non è riuscito a recuperare al meglio dai problemi fisici che lo hanno afflitto nell'ultimo anno e ha gettato la spugna. Nel 2023 ha disputato solo l’Istrian Spring Trophy, chiudendo la corsa in anticipo senza essere mai entrato nei primi cento di nessuna tappa; risultati troppo brutti per essere veri per un corridore che, ad eccezione del 2020, in cui la pandemia aveva quasi azzerato il suo calendario, aveva vinto almeno una corsa UCI all’anno dal 2016. L’uscita di scena del velocista austriaco rappresenta un brutto colpo per la WSA KTM Graz p/b Leomo, che si ritrova senza il suo uomo più rappresentativo alla vigilia dell’appuntamento clou della stagione, quel Tour of Austria che ritorna in calendario dopo quattro anni.
Sin dalla categoria junior, Daniel Auer si fece notare come uno dei corridori più interessanti del panorama austriaco, guadagnandosi la convocazione in nazionale per diverse gare della Coppa delle Nazioni e disputando altre corse importanti come il Tour du Pays de Vaud e il Giro della Lunigiana. Il suo risultato più importante a livello internazionale fu un terzo posto di tappa all’Oberösterreich Juniorenrundfahrt.
Nel 2013, al primo anno fra gli under 23, fece il suo esordio nella categoria Continental, firmando per la WSA, la squadra a cui ha legato il suo nome per quasi tutta la carriera. Ancora molto giovane, esordì in una gara professionistica in occasione del Trofeo Matteotti e il suo miglior risultato stagionale fu il tredicesimo posto al Central European Tour Budapest GP, corsa conclusasi con una volata di gruppo.
L’anno successivo incrementò leggermente il numero di giorni di corsa e fece il suo esordio al Tour of Austria, prima corsa di categoria HC della sua carriera. Il primo impatto con il più importante evento ciclistico del suo paese non fu affatto positivo e l’avventura di Auer si concluse già nel corso della seconda tappa.
Nel 2015 le cose migliorarono: l’austriaco disputò un numero di corse nettamente superiore rispetto all’anno precedente e ottenne la prima top ten UCI in carriera, chiudendo al sesto posto una tappa del Tour de Berlin. Portò, poi, a termine il Tour of Austria e si guadagnò la convocazione per i Campionati Europei under 23 di Tartu, che concluse ventisettesimo e miglior austriaco.
Per l’ultima stagione da under 23, decise di cambiare squadra e firmò per la Felbermayr-Simplon Wels. Già nelle prime gare stagionali dimostrò di aver fatto un bel salto di qualità, occupando stabilmente le prime posizioni degli ordini d’arrivo: dopo il quarto posto al GP Laguna Poreč (vinto da Filippo Ganna) e l’ottavo al GP Izola, centrò il primo podio in carriera, chiudendo al terzo posto il Trofej Porec. Convocato in nazionale per la Corsa della Pace under 23, conquistò il suo primo successo, aggiudicandosi in volata la prima tappa. In seguito disputò uno splendido Tour of Austria, in cui sfiorò la vittoria nella sesta tappa, e partecipò al suo primo Campionato del Mondo: nella prova under 23 di Doha, però, non andò oltre il trentesimo posto.
Nel 2017, confermato dalla Felbermayr-Simplon Wels, il corridore stiriano partì un po’ più in sordina rispetto all’anno precedente, ma poi ingranò vincendo la prima tappa del Triptyque des Monts et Chateaux in Belgio e ottenendo altri dieci piazzamenti in top ten. Nel mese di agosto partecipò alla prova élite dei Campionati Europei, terminando la corsa al diciannovesimo posto.
Per la stagione seguente scelse di lasciare la Felbermayr per tornare alla WSA Pushbikers. Fu un po’ meno regolare dell’anno precedente, ma ottenne un bel secondo posto al GP Izola e una splendida vittoria al GP Kranj: in questa occasione dimostrò di non essere un semplice velocista, ma di saper gestire anche una gara d'attacco, senza perdere lo spunto veloce per bruciare i compagni di fuga allo sprint. A fine stagione disputò, insieme ai compagni di squadra, la cronosquadre dei Campionati del Mondo.
Nel 2019 la WSA Pushbikers divenne Maloja Pushbikers, incrementando la colonia tedesca, ma mantenendo Daniel Auer fra i leader. L’austriaco chiuse al terzo posto il GP Adria Mobil e sfiorò il successo di tappa al CCC Tour, prima di conquistare una sorprendente medaglia di bronzo ai Giochi Europei di Minsk. A fine stagione riuscì anche a trovare la via della vittoria, aggiudicandosi il V4 Special Series Vasarosnameny-Nyiregyhaza.
L’anno successivo la Maloja Pushbikers e la WSA KTM Graz si scissero e il corridore stiriano scelse di seguire la parte austriaca del team e di rimanere nella squadra di cui era ormai un simbolo. A causa della pandemia il suo calendario fu ridottissimo e i risultati scadenti, ma si tolse la soddisfazione di disputare un’altra edizione dei Campionati Europei. A fine stagione, a caccia del riscatto, si schierò al via dei campionati austriaci di ciclismo su pista e conquistò i titoli nello scratch e nell’omnium.
Dopo un’annata su strada non esaltante, si ritrovò nel 2021: alla Belgrade Banjaluka vinse una tappa su un traguardo molto difficile e, a sorpresa, si portò a casa la maglia di miglior scalatore. In seguito si aggiudicò il titolo nazionale dell’inseguimento individuale e si impose in volata in una tappa del Tour of Szekerland, arrivando a soli 2” dal successo finale. Il capolavoro della sua stagione, però, fu al Giro del Friuli Venezia Giulia, in cui trionfò nell’ultima frazione in un modo imprevedibile: andò in fuga con altri dieci corridori e, pur essendo probabilmente il più veloce del gruppetto, attaccò nel finale e tagliò il traguardo in solitaria.
Nel 2022 ha disputato la sua ultima corsa UCI a metà aprile, ma, nonostante i pochi giorni di gara, ha raccolto due vittorie e altri tre piazzamenti nei dieci. Si è imposto al Trofej Umag, anticipando la volata con una mossa da finisseur, e al GP Slovenian Istria, battendo Oliver Stockwell (Friuli), dopo aver avuto la prontezza di rispondere all'attacco sferrato dal britannico all’ultimo chilometro.
Annunciando il ritiro dell’unico corridore del team ad aver vinto a livello UCI dal 2021 ad oggi, la WSA KTM Graz p/b Leomo ha precisato che Daniel Auer resterà in squadra con un ruolo diverso. Non è stato detto di cosa si occuperà, ma era impensabile che la formazione austriaca lasciasse andare via il suo uomo simbolo.
La squadra della settimana: Alpecin-Deceuninck Development
Negli ultimi anni tante squadre professionistiche hanno scelto di avvalersi della collaborazione di una formazione di sviluppo, registrandola all’UCI nella categoria Continental. Per quasi tutti i vivai l’obiettivo è quello di formare giovani talenti per farli sbarcare nel professionismo, preferibilmente promuovendoli in prima squadra. La Alpecin-Deceuninck Development, invece, non si limita alla crescita dei futuri talenti, ma ha anche funzioni diverse: per via dei forti interessi nel ciclocross, il team può contare su diversi specialisti della disciplina che possono allenarsi su strada in gare di buon livello, in vista della stagione invernale.
La regola che permette alle squadre professionistiche di far correre con la prima squadra atleti del team di sviluppo, inoltre, ha portato la Alpecin-Deceuninck a parcheggiare nella Continental alcuni corridori di buon livello, in modo da ampliare di fatto il roster del team WorldTour oltre il limite di trenta corridori.
La rosa del team Development è composta da venti corridori, nove dei quali hanno già terminato la categoria under 23. Questo porta la squadra ad avere un’età media nettamente superiore rispetto alle altre formazioni di sviluppo dei team professionistici.
L’uomo di maggior esperienza è David Van Der Poel. Il trentunenne è tornato quest’anno a livello Continental, dopo quattro stagioni in prima squadra. A livello UCI ha raccolto un solo successo nel 2018, ma nell’ultimo Tour de Langkawi ha raccolto un paio di top ten, dimostrando di essere in grado di dire la propria, nonostante i problemi fisici che hanno messo fine alla sua carriera nel ciclocross.
Il corridore che si è messo maggiormente in luce in questa prima parte di stagione è un altro degli over 23, Timo Kielich. Negli ultimi anni il belga ha messo un po’ da parte il ciclocross, specialità che tra gli under 23 lo ha visto sul podio sia ai Mondiali che agli Europei, per concentrarsi sulla strada. La scelta sembra aver pagato: due vittorie di tappa all’Oberösterreich Rundfahrt e i piazzamenti sul podio in gare di livello superiore come Antwerp Port Epic e GP de Denain dimostrano che il ragazzo ci sa fare e nel 2024 farà il salto nel team WorldTour.
In inverno ha destato scalpore l’ingaggio di Axel Laurance. Il ventiduenne si era ritrovato improvvisamente senza squadra, a causa la chiusura della B&B Hotels, dopo un’annata brillante che lo aveva visto vincitore di tappa alla CRO Race e, soprattutto, secondo alla Bretagne Classic, corsa WorldTour in cui si era arreso al solo Wout Van Aert. Nonostante diverse offerte, il francese ha scelto di firmare con la Alpecin che, non avendo spazio, ha dovuto parcheggiarlo nella squadra di sviluppo, prevedendo di farlo salire in prima squadra nel 2024. Quest’anno ha vinto una tappa al Circuit des Ardennes, ma finora ha fatto un po' di fatica nelle corse più importanti.
Grande rivelazione del 2022 con otto vittorie all’attivo, Marceli Bogusławski ha firmato con l’Alpecin-Deceuninck Development nell’ultima sessione di mercato. Il venticinquenne polacco è stato stagista della BikeExchange-Jayco nella seconda parte della scorsa stagione, ma non è riuscito a guadagnarsi un contratto da professionista. Nel 2023 ha corso poco, ma è riuscito comunque ad imporsi nel prologo del Tour du Pays de Montbéliard.
Dopo aver lanciato Jay Vine direttamente in prima squadra, l’Alpecin-Deceuninck ha deciso di lasciar crescere con più calma i vincitori della Zwift Academy, offrendo loro un contratto nella formazione di sviluppo. Il trionfatore dello scorso anno, l’australiano Alex Bogna, non ha ancora ottenuto grandissimi risultati, ma ha appena ventuno anni e ha sicuramente margini di miglioramento. Il vincitore di quest’anno, Luca Vergallito, ha invece subito lanciato segnali importanti, aggiudicandosi la tappa regina e la classifica finale dell’Oberösterreich Rundfahrt. Il corridore milanese ha già venticinque anni, ma è al primo anno in una squadra UCI e i suoi limiti sono ancora tutti da scoprire.
Ben dieci dei corridori del team sono prevalentemente ciclocrossisti: il più noto è sicuramente Laurens Sweeck, vincitore dell’ultima Coppa del Mondo. In questa prima parte di stagione, il ventinovenne si è fatto notare anche su strada, vincendo una tappa del Tour du Pays de Montbéliard, poi chiuso al terzo posto in classifica generale. Fra i giovani, quello che sembra poter avere il miglior futuro su strada è Emiel Verstrynge, che nel cross è campione europeo under 23 in carica. Il ventunenne ha fatto bene all’Oberösterreich Rundfahrt, nonostante compiti di gregariato, e ha vinto lo scorso anno il Giro del Friuli Venezia Giulia.
Ad eccezione di Lennert Belmans, che non ha raccolto grandi risultati, gli altri crossisti hanno corso poco quest’anno. Il risultato più interessante lo ha ottenuto Aaron Dockx che, alla prima corsa UCI in carriera, ha centrato subito un terzo posto di tappa. Il belga ha solo diciotto anni e andrà valutato con attenzione in futuro. Toon Vandebosch ha fatto vedere cose molto interessanti nel 2022, ma quest’anno ha disputato soltanto l’Oberösterreich Rundfahrt con compiti di gregariato e non ha avuto modo di mettersi in mostra. Jente Michels ha chiuso al nono posto una tappa all’Alpes Isère Tour, mentre Wietse Meeussen e Joran Wyseure non sono mai arrivati nella top ten in carriera. Mees Hendrikx e Niels Vandeputte, invece, non hanno ancora esordito in questa stagione.
Gli altri quattro corridori della rosa, invece, non hanno a che fare con il ciclocross e sono stradisti a tutti gli effetti. Ayco Bastiaens è il più esperto e, pur non avendo mai ottenuto risultati di alto livello, è un apprezzato gregario, che viene molto spesso utilizzato dal team WorldTour. Il tedesco Henri Uhlig è un corridore veloce molto interessante: lo scorso anno ha vinto il GP Liberazione, mentre nel 2023 è stato terzo alla Gent-Wevelgem under 23. Anche Simon Dehairs è uno sprinter e quest’anno si è messo in luce soprattutto al Tour de Bretagne, con un secondo posto di tappa alle spalle del compagno di squadra Jakub Mareczko. Preferisce i percorsi più impegnativi, invece, Siebe Roesems: il ventiduenne figlio d’arte ha ottenuto i migliori risultati nel 2021, ma da allora non è riuscito a confermarsi.
Al Tour du Pays de Montbéliard, l’Alpecin-Deceuninck Development ha schierato anche Ryan Cortjens, altro specialista del ciclocross. La cosa strana è che il belga non è registrato sul sito UCI e, se anche lo fosse, sarebbe il ventunesimo membro del team. Il numero massimo di corridori per una Continental è venti e al momento non è chiaro se ci sia stata una sostituzione o se l’UCI abbia concesso una deroga.
La prossima corsa della Alpecin-Deceuninck Development dovrebbe essere la Midden-Brabant Poort Omloop, in programma il 2 luglio, mentre dal 6 la squadra belga è attesa in Romania per il Sibiu Tour.