Magma che Mitchelton sull'Etna!
Giro d'Italia, Chaves e Yates protagonisti della prima tappa di montagna: al colombiano la vittoria, al britannico la maglia rosa
Per la prima tappa di montagna del Giro d'Italia 2018 c'era chi si aspettava il solito micidiale trenino del Team Sky, altri invece puntavano sulla potente e sempre imprevedibile nel bene o nel male Astana, ma sulle pendici dell'Etna è andato in scena un vero e proprio capolavoro della Mitchelton-Scott: uno spettacolare arrivo con due corridori a braccia alzate davanti a tutti, il colombiano Esteban Chaves ed il britannico Simon Yates. La vittoria di tappa, al termine di una fuga incredibile, è andata a Chavito, finalmente ritrovato dopo i problemi fisici del 2017 ed una prima parte di stagione dove, nonostante la vittoria in Australia al Herald Sun Tour, si era fatto vedere assai poco, sia a livello di risultati che come numero di corse disputate.
Dopo il brillantissimo avvio di Giro d'Italia, invece, Yates ha messo in mostra anche oggi una condizione fisica davvero superlativa che gli ha permesso addirittura di fare la differenza e di staccare tutti gli altri potenziali favoriti per la vittoria finale con una facilità quasi imbarazzante: negli ultimi metri è piombato addosso al compagno di squadra ma con grande eleganza, e se vogliamo anche un pizzico di lungimiranza se in futuro servirà a lui un favore, ha lasciato la vittoria a Chaves "accontentandosi" di vestire per la prima volta in carriera la maglia rosa. Nella storia del Giro d'Italia è lui il primo britannico a riuscirci dopo una tappa con arrivo in salita.
Grande battaglia fin dall'inizio
Nonostante la lunghissima salita finale per arrivare all'Osservatorio Astrofisico dell'Etna, questa sesta tappa s'è animata già dalla partenza da Caltanissetta: un fatto abbastanza normale perché nei giorni scorsi la classifica generale aveva già iniziato ad allungarsi e, con i rapporti di forza tra le squadre ed i loro capitani ancora non molto ben definiti, la prima tappa di montagna di una grande corsa a tappe di tre settimane si è spesso trasformata in una buona occasione per una fuga da lontano. E infatti sono stati in tantissimi a provarci fin dai primi chilometri: addirittura dopo 25 chilometri di gara, i primi in discesa ma poi in salita verso Enna, la media del gruppo è stata superiore ai 50 km/h.
In questa fase iniziale più volte è sembrata formarsi la fuga buona con gruppetti dai cinque ai dieci corridori a cui il gruppo dava l'impressione di voler lasciare spazio: ma a quel punto ripartivano i contrattacchi di chi fiutava l'occasione e allora si doveva rifare tutto da capo. Le squadre Professional italiane sono state molto attive nel cercare la fuga, l'Androni con a rotazione Ballerini, Frapporti e Gavazzi, la Bardiani con Tonelli e la Wilier con Zardini: alla fine è stato proprio un allungo di Gavazzi attorno al chiloemtro 45 ad istigare l'azione decisiva quando mancavano più di 120 chilometri all'arrivo sui 169 totali; addirittura sono stati 28 gli uomini a sganciarsi dal gruppo che per un po' ha inseguito, poi ha deciso di fermarsi, fare un punto della situazione e riorganizzarsi.
Chaves, Henao e altri 26 in fuga
Nelle fughe così numerose è inevitabile che dentro ci siano anche uomini molto pericolosi, magari ritrovatisi lì più per caso mentre cercavano di tenere sotto controllo la situazione che non per una reale voglia di andare all'attacco da lontano: ma una volta che ci si trova in ballo, tanto vale ballare, devono aver pensato Esteban Chaves e l'altro colombiano Sergio Luis Henao che di questa maxi azione erano senza dubbio gli uomini più rappresentativi. Una situazione a loro molto favorevole perché la Mitchelton-Scott aveva davanti anche un generosissimo Jack Haig, la Sky invece poteva contare su David De La Cruz: e così mentre questi lavoravano, i compagni stavano tranquilli a ruota che in gruppo folto si traduce in un dispendio di energie solo di poco superiore a quello di chi è rimasto nel plotone principale.
A completare la fuga c'erano Mickael Cherel, Nico Denz e Quentin Jauregui dell'AG2R La Mondiale, Francesco Gavazzi e Marco Frapporti dell'Androni, Giulio Ciccone e Alessandro Tonelli della Bardiani-CSF, Domen Novak della Bahrain-Merida, Alessandro De Marchi della BMC, Jacques Janse Van Rensburg della Dimension Data, Joe Dombrowski della EF Education First, Sebastien Reichenbach e Jérémy Roy della Groupama-FDJ, Ben Hermans e Rubén Plaza della Israel Cycling Academy, Dayer Quintana della Movistar, Robert Gesink del Team LottoNL-Jumbo, Chad Haga e Sam Oomen del Team Sunweb, Niklas Eg della Trek-Segafredo, Manuele Mori, Jan Polanc e Diego Ulissi della UAE Team Emirates ed Edoardo Zardini della Wilier-Selle Italia. Un gruppo molto ben assortito che infatti in brevissimo tempo è arrivato ad avere 3'10" di vantaggio.
Vantaggio stabile attorno ai tre minuti
L'assenza più pesante nel gruppo di testa era quella di un rappresentante dell'Astana che però ha scelto di restare passiva anche nel gruppo maglia rosa e di lasciare l'onere di controllare il distacco alla BMC. I compagni di squadra di Rohan Dennis probabilmente avevano messo in preventivo di perdere il primato in classifica oggi, ma comunque hanno scelto di impostare un ritmo regolare che non facesse lievitare il vantaggio dei 28 battistrada: allo stesso tempo la squadra rossonera non ha mai dato l'impressione di voler accelerare a fondo per chiudere su una fuga così pericolosa ed infatti per una sessantina di chilometri il gap ha oscillato tra i 2'40" ed i 3'15".
Lo scenario è cambiato a 55 chilometri dall'arrivo quando è stata proprio l'Astana la prima squadra a farsi caricato dell'operazioni di riavvicinando mandando in testa al gruppo a lavorare Davide Villella e Alexey Lutsenko: da quel momento il vantaggio della fuga ha iniziato a calare toccando i due minuti ai meno 35 chilometri e poi scendendo ancora a 1'40" ai meno 20 chilometri, proprio quando stavano iniziando le prime rampe della salita finale. Allo stesso tempo, c'è stata selezione anche nel gruppo di testa non appena sono state incontrate le pendenze un po' più serie con De La Cruz, Tonelli e Frapporti tra i primi a cedere dopo aver lavorato molto in pianura nel tratto precedente.
Chaves solo in testa ai meno 6
Dai meno 15 ai meno 6 chilometri la battaglia più interessante è stata nel gruppo di fuggitivi: l'olandese Robert Gesink è stato il primo ad esporsi trovando la reazione di De Marchi, Hermans, Chaves, Henao, Ulissi, Ciccone, Reichenbach e Oomen. Lì davanti uno dei più attivi è stato proprio l'abruzzese Giulio Ciccone che si era avvicinato al Giro d'Italia con la bella vittoria al Giro dell'Appennino e che oggi ha dimostrato che la caduta in allenamento pochi giorni prima di volare in Israele non lo ha condizionato più di tanto: il corridore della Bardiani-CSF ha attaccato una prima volta a dieci chilometri dall'arrivo venendo stoppato da Henao e Chaves, poi una seconda volta ai meno 6.5 chilometri che però ha dato ad Esteban Chaves il punto di riferimento ideale per lanciarsi tutto solo verso il traguardo.
A quel punto il gruppo era molto assottigliato, ma aveva ancora circa 45" di ritardo dalla testa della corsa anche perché probabilmente l'Astana non ha spinto a fondo. L'andatura però è stata sufficiente per far staccare due uomini che ambivano ad un piazzamento finale tra i primi 10 a Roma: Davide Formolo era stato vittima di una caduta ai meno 18 chilometri, era riuscito a ritrovare la coda del gruppo abbastanza rapidamente ma poi si è arreso ai meno 11 e ha finito col perdere ben 5'09". Assieme al corridore della Bora-Hansgrohe aveva perso contatto anche il sudafricano Louis Meintjes che sul traguardo ha fatto qualcosa meglio dell'italiano, ma ha finito comunque col pagare 3'30" che non sono pochi per la prima vera salita del Giro. Per entrambi, l'obiettivo del Giro d'Italia adesso diventerà di provare a conquistare una vittoria di tappa grazie ad una fuga.
Pozzovivo generoso, Yates micidiale
In questo inedito versante della salita dell'Etna il tratto più duro è posizionato a circa 6 chilometri dal traguardo ed è stato proprio lì che, oltre all'allungo di Esteban Chaves, ci sono stati i primi movimenti tra gli uomini di classifica. Il primo a prendere l'iniziativa, a dire il vero abbastanza timidamente, è stato Miguel Ángel López marcato stretto da Tom Dumoulin e Domenico Pozzovivo, poi poco più avanti è stato proprio il lucano della Bahrain-Merida ha rilanciare dopo un bel lavoro di Robert Gesink a favore del compagno di squadra George Bennett: a tre chilometri dall'arrivo si è formata una piccola frattura tra Pozzovivo, Bennett, Pinot e Yates e gli altri uomini di classifica con Fabio Aru apparso leggermente in difficoltà e la maglia rosa Rohan Dennis che invece era ancora più indietro ma concentrato a salire del proprio ritmo per limitare le perdite il più possibile.
Dumoulin ed il sorprendente Carapaz sono stati i primi a riportarsi sul quartetto di attaccanti, ma subito dopo ci sono ce l'hanno fatta anche Froome, Aru e López, tutti aiutati da un breve tratto di falsopiano. A due chilometri dall'arrivo Esteban Chaves era ancora in testa con 25" di vantaggio ed a quel punto Simon Yates non è più riuscito a trattenersi e nonostante la presenza del compagno di squadra in fuga ha attaccato con decisione: la sparata del britannico classe 1992 poteva essere rischiosa dal punto di vista della vittoria di tappa, ma l'accelerazione è stata così veemente che nessuno è riuscito minimante a seguirlo. Davvero impressionante
Doppia gioia per la Mitchelton-Scott
Ai 550 metri Yates ha ripreso Chaves, i due si sono scambiati qualche parole, poi sono andati via assieme fino al traguardo: come detto, tutti felici alla fine con la tappa al colombiano ed il primato in classifica al britannico. A 26" sono arrivati tutti assieme gli altri uomini di classifica più importanti: nell'ordine il gruppetto era composto da Thibaut Pinot, che si è preso così 4" di abbuono che non fanno mai male, poi George Bennett quarto, quinto posto per Domenico Pozzovivo e ancora Miguel Ángel López, Richard Carapaz ed a chiudere Tom Dumoulin, Fabio Aru e Chris Froome. Tra gli altri uomini da seguire, Ben O'Connor ha perso 43", Michael Woods e Carlos Betancur 57", Rohan Dennis 1'04", l'ormai ex maglia bianca Maximilian Schachmann 1'45".
La nuova classifica generale sorride quindi alla Mitchelton-Scott che ha due uomini nelle prime tre posizioni. In rosa, come detto, c'è Simon Yates con 16" su Tom Dumoulin che avrebbero potuto essere anche di più se il britannico avesse pensato solo a se stesso se aspettare Chaves negli ultimi metri per lasciargli la vittoria e anche gli abbuoni in più: ma a questo punto del Giro d'Italia l'armonia all'interno della squadra è la cosa più importante e proprio la presenza di Esteban Chaves in terza posizione a 26" può dare un grande vantaggio alla Mitchelton-Scott. Domenico Pozzovivo è quarto a 43", appena 2" davanti a Thibaut Pinot, Chris Froome è ottavo a 1'10", Fabio Aru decimo a 1'12", Miguel Ángel López ventidueesimo a 2'12". Domani a Praia a Mare torneranno di scena i velocisti, ma attenzione alle due tappe del fine settimane perché si tornerà a salire e la classifica generale potrebbe cambiare ancora.