L'Appennino aspetta schermaglie o veri attacchi
Nibali e gli altri domani al primo traguardo in quota a Roccaraso
Cronomen, corridori da classiche, sprinter puri e velocisti più resistenti hanno tutti avuto almeno un'occasione in queste prime cinque tappe del 99° Giro d'Italia, ma finalmente domani ci sarà il primo assaggio di salita, il primo arrivo in quota che chiamerà alla ribalta gli uomini di classifica e che fornirà le prime timide indicazioni sullo stato di forma dei vari favoriti per la vittoria finale e delle loro squadre, sebbene non bisogna farsi grosse illusioni o aspettarsi grandi distacchi sul traguardo in località Aremogna, sopra a Roccaraso.
Un percorso adatto alle fughe da lontano
La sesta tappa della corsa rosa prenderà il via da Ponte e dopo 36 chilometri di strada pianeggiante o con una non troppo accentuata tendenza a salire i corridori si troveranno a dover affrontare la prima grande salita di questo Giro d'Italia, la Bocca della Selva: l'ascesa misura quasi 18 chilometri con un paio di tratti di respiro e pendenze che saranno quasi sempre attorno agli 8% negli ultimi 4000 metri di scalata. Il gran premio della montagna di seconda categoria è posto dopo 54.1 chilometri e farà gola a chi punta alla maglia azzurra degli scalatori.
Dal termine della discesa all'imbocco dell'ultima salita ci saranno 64 chilometri di strada tutt'altro che pianeggiante che sconsiglierà a molte squadre di gettarsi a tutta nell'inseguimento della fuga di giornata soprattutto se, come prevedibile, davanti ci sarà un gruppo abbastanza numeroso di atleti forti e che già saranno stati capaci di aprire un bel gap sulla Bocca della Selva. Nessuna sorpresa quindi se a festeggiare la vittoria parziale sul traguardo di Roccaraso dovesse essere un uomo facente parte della fuga da lontano e che contestualmente potrebbe anche impadronirsi della maglia rosa per qualche giorno.
La salita concede spazio per rifiatare
Superato il traguardo volante di Castel di Sangro la strada sarà pianeggiante per altri due chilometri e poi inizierà la salita finale vera e propria quando all'arrivo mancheranno 16.7 chilometri. Nei primi 5000 metri di scalata saranno concentrate le pendenze più ostiche che toccheranno anche il 12% ma superato questo tratto i corridori avranno la possibilità di rifiatare su un lungo falsopiano, inizialmente in leggera salita poi addirittura in lievissima discesa: a sei chilometri e mezzo dall'arrivo ci sarà una nuova impennata al 7.4% medio per 3000 metri, poi la strada spianerà nuovamente fino all'ultimo chilometro dove le pendenze torneranno ad essere superiori al 7%.
Finale da Valverde, ma occhio a Dumoulin e Ulissi
Nel complesso è un approccio abbastanza soft alla montagna e la conformazione della salita finale porta ad ipotizzare ad un epilogo con gli uomini di classifica tutti nello stesso gruppo o al massimo appena un po' sfilacciati con buchi di pochi secondi per via delle pendenze degli ultimi 1000 metri: sembrerebbe quindi un arrivo ideale per le caratteristiche di Alejandro Valverde con la Movistar che quindi avrà tutto l'interesse per provare anche a tenere chiusa la corsa visto che al traguardo saranno presenti 10", 6" e 4" di abbuono ai primi tre classificati di giornata. Il dubbio è sulle possibilità degli uomini di Unzué di chiudere su tutti gli attaccanti visto che verso Praia a Mare l'unico a resta nel gruppo di testa è stato proprio capitan Valverde che proprio oggi ha visto ridursi il proprio ritardo da Vincenzo Nibali ad appena 1" grazie ai secondi guadagnati sul traguardo di Benevento.
Un altro nome che va tenuto d'occhio è quello dell'attuale maglia rosa Tom Dumoulin che sulla carta non dovrebbe farsi spaventare da una salita del genere e che ha nelle gambe la sparata per provare a mettere qualche altro secondo tra sé e tutti i principali rivali proprio come accaduto a Praia a Mare: se l'olandese dovesse continuare su questo trend potrebbe diventare sempre più pericoloso nonostante le dichiarazioni di disinteresse verso la classifica. E proprio per quanto visto ieri, non vanno sottovalutate anche le possibilità di Diego Ulissi che molto probabilmente uscirà di classifica sulle Alpi, ma che in un finale come quello di Roccaraso e con questa condizione fisica fantastica potrebbe davvero dire la sua.
Nibali e l'Astana testeranno Mikel Landa?
Proprio la tappa di ieri in Calabria potrebbe invece aver tolto un po' di sicurezza al basco Mikel Landa che dopo lo strappo secco di Via del Fortino si è ritrovato con diversi metri da recuperare al gruppetto degli altri big ed è riuscito e chiudere quel distacco grazie ad un pronto lavoro di Nicolas Roche: probabilmente il capitano del Team Sky ha solo sbagliato a prendere un po' troppo indietro lo strappo finale, ma di certo ora l'impressione è molto diversa da quella lasciata dal corridore che ha vinto il Giro del Trentino qualche settimana fa.
Se c'è qualcuno che può che domani può avere la forza e l'interesse di andare a scoprire le carte di Mikel Landa, questi è Vincenzo Nibali che con l'appoggio dei compagni di squadra (Fuglsang è sembrato in palla) dell'Astana potrebbe anche decidere di forzare un po' il ritmo per tastare le reazioni degli avversari nel primo tratto della lunga salita finale, quello con le pendenze più ostiche e dove un corridore ancora non brillante potrebbe mostrare qualche cenno di sofferenza: difficile immaginare che qualcuno possa perdere terreno in modo decisivo, ma se il ritmo sarà elevato saranno le espressioni del viso e lo stile della pedalata a parlare per chi vorrà provare a nascondere in tutti i modi le proprie debolezze.