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CoBa, ecco Vingegaard e la bella gioventù

24.03.2021 17:28

Seconda tappa della Settimana Coppi e Bartali, vince il danese su Sosa dopo vari tentativi di Vansevenant. Per il corridore Jumbo-Visma arriva anche la maglia di leader della generale


Il graffio di Jonas. Ventiquattro anni, lampi di classe sparsi qua e là, senza la continuità necessaria a tramutare il talento in risultati di prestigio, ma il tempo è ancora dalla sua parte. Probabilmente Vingegaard non riuscirà mai a recitare da protagonista in un grande giro, ma nelle corse di una settimana può dire la sua già oggi. Lo ha certificato alla 36esima Settimana Internazionale Coppi e Bartali aggiudicandosi la seconda tappa, 163 km da Riccione all'arrivo in salita di Sogliano al Rubicone, e togliendo la maglia di leader a Mark Cavendish (Deceuninck).

Il danese del Team Jumbo Visma ha corso in maniera perfetta una gara complicata - 3mila metri di dislivello e 3 Gpm - caratterizzata da una lunga fuga di sei uomini e, una volta annullata tale sortita, da altri, ripetuti tentativi. Una frazione nervosa, nella quale in tanti ci hanno provato: c'è riuscito Vingegaard, che ha chiuso con un tempo di 4 ore 17'43'' (media 35,5 km7h). Dietro di lui il colombiano Iván Ramiro Sosa (Ineos Grenadiers), poi a 4" l'australiano Nick Shultz (BixeExchange), il belga Ben Hermans (Israel Start-Up Nation) e il britannico Ethan Hayter (Ineos); a 10" Mauri Vansevenant (Deceuninck-Quick Step), Ilan Van Wilder e Marco Brenner (DSM), Sergio Henao (Qhubeka Assos) e Javier Romo (Astana Premier Tech). Partiamo dalla fine per raccontare una corsa divertente, ovvero dagli ultimi 500 metri che hanno visto Vingegaard assieme ad altri corridori riprendere Mauri Vansevenant (Deceuninck-Quick Step), che ci aveva provato ai -2. Lo sprint finale ha premiato il danese, al terzo successo in carriera dopo quelli ottenuti il 25 febbraio nella quinta tappa dell'UAE Tour e al Giro di Polonia 2019. Una bella iniezione di fiducia per Jonas, chiamato ora a conservare il simbolo del primato.

Non si preannuncia operazione facile, a giudicare dalla bagarre che ha caratterizzato la seconda frazione della gara organizzata dal Gs Emilia. Pronti via e se ne vanno in sei, quello messo meglio in classifica è l'ungherese Marton Dina (Eolo-Kometa), che non a caso è l'ultimo ad arrendersi. Il manipolo di fuggitivi - che aveva raggiunto un vantaggio massimo di 4'02" - perde progressivamente i pezzi a causa del ritmo imposto, oltre che dalla Deceuninck di Cavendish, dalla Israel Start-Up: Dina ai -70 decide di mettersi in proprio, accelera e sgretola il gruppetto. Xabier Mikel Azparren (Euskaltel) risponde e lo raggiunge in testa. Ai -40 la coppia ha un vantaggio di 2'02", l'Israel Start-Up accelera ulteriormente e il gap si riduce: Azparren cede e viene raggiunto, Dina, generosamente, prova a rilanciare, ma subito dopo l'ultimo scollinamento deve abdicare: gruppo di nuovo compatto.

Cavendish ha da tempo alzato bandiera bianca, foratura di Davide Rebellin (Work Service) e caduta ai -20. L'andatura è elevata, ci prova Antonio Tiberi (Trek-Segafredo), raggiunto da sette corridori tra cui Fabio Felline (Astana) e Vansevenant: tentano di andarsene il belga della Deceuninck e Juan Ayuso (Colpack Ballan), che mettono insieme un margine di 15''. Scatti e controscatti rendono il finale elettrico, Ayuso viene ripreso, ai -2 ci riprova Vansevenant: niente da fare, a fare festa è Vingegaard. Un graffio di talento.

La classifica vede il danese della Jumbo primo con 1" su Sosa, 3" su Hermans, 5" su Schultz, 10" su Romo, 11" su Hayter e Vansevenant, 14" su Mikkel Honoré (Deceuninck), 20" su Kevin Colleoni (BikeExchange) e 31" su Sergio Henao. Domani la terza tappa porterà il gruppo da Riccione a Riccione attraverso 145 km e le salite di Carpegna, Villagrande e Albereto. Terreno da fuga, o magari da volata di un gruppo selezionato.
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