Professionisti

Le squadre 2020: Team Sunweb

18.01.2020 15:45

Salutato Dumoulin, la compagine tedesca apre un nuovo ciclo con tanti giovani talenti fra cui Dainese. Benoot e Matthews chiamati a portare i risultati


Il 2019 doveva essere l'anno della raccolta per il Team Sunweb con Tom Dumoulin alla caccia di conquistare sia il Giro d'Italia che il Tour de France. Come noto, non solo le speranze sono presto sfumate, ma la relazione con il campione di Maastricht si è deteriorata sino alla clamorosa interruzione anticipata del lungo contratto che legava le parti. E così la formazione di matrice neerlandese ma di licenza tedesca si ritrova priva del faro a cui aveva dedicato molte risorse e attenzione, scegliendo di puntare su di lui e lasciando andare altri grossi calibri nelle stagioni passate. Il 2020 apre dunque un nuovo ciclo per la squadra, che conta dieci ingressi a fronte di sette partenze; tantissimi i giovani inseriti, come da filosofia del gruppo, con il neoarrivato Tiesj Benoot a cui viene chiesto, al pari del confermatissimo Michael Matthews, il salto di qualità per ottenere risultati di altro profilo. Se loro due dovessero fallire, si prospetterebbe un'annata assai di sofferenza.

ROSA
Nikias Arndt (Ger, 1991), Tiesj Benoot (Bel, 1994), Cees Bol (Ned, 1995), Alberto Dainese (Ita, 1998), Nico Denz (Ger, 1994), Mark Donovan (Gbr, 1999), Nils Eekhoff (Ned, 1998), Felix Gall (Aut, 1998), Chad Haga (Usa, 1988), Chris Hamilton (Aus, 1995), Jai Hindley (Aus, 1996), Marc Hirschi (Sui, 1998), Max Kanter (Ger, 1997), Wilco Kelderman (Ned, 1991), Asbjørn Kragh Andersen (Den, 1992), Søren Kragh Andersen (Den, 1994), Michael Matthews (Aus, 1990), Joris Nieuwenhuis (Ned, 1996), Sam Oomen (Ned, 1995), Casper Pedersen (Den, 1996), Robert Power (Aus, 1995), Nicolas Roche (Irl, 1984), Martin Salmon (Ger, 1997), Michael Storer (Aus, 1997), Florian Stork (Ger, 1997), Jasha Sütterlin (Ger, 1992), Martijn Tusveld (Ned, 1993), Ilan Van Wilder (Bel, 200). Da 01-07: Thymen Arensman (Ned, 1999)

L’ANALISI

Wilco Kelderman


CORSE A TAPPE: Il vuoto lasciato da Dumoulin non sarà affatto semplice da colmare; il più pronto, quantomeno per la carta di identità ad assumersi responsabilità è Wilco Kelderman. Reduce dalla solita stagione in cui è finito sotto i ferri (clavicola e vertebre, in questo caso), il neerlandese cerca nel Belpaese il suo El dorado, prima alla Tirreno-Adriatico e poi al Giro d'Italia, dove ambisce a costeggiare una top 5. Va detto che qualche segnale di miglioramento lo si è visto all'ultima Vuelta, terminata al settimo posto, così come nelle gare di una settimana è apparso più convincente. Vuole ripartire da capo, invece, Sam Oomen: il talento non è in discussione, ma il venticinquenne è un altro che ha eccessiva familiarità con le cadute. Data l'assenza di altri concorrenti interni, sarà lui a provare a far classifica al Tour de France, dove debutterà senza alcun assillo; in primavera lo si vedrà nelle altre prove a tappe e nelle Classiche delle Ardenne e si potrà finalmente capire il suo valore. La coppia di australiani non è dispiaciuta nella passata stagione, ma tanto Chris Hamilton (al momento ai box per la frattura di un testicolo) quanto Jai Hindley sono attesi ad una crescita, al pari del neerlandese Martijn Tusveld, che pare avviato sulla buona strada. La chioccia del gruppo è Nicolas Roche, alle ultime battute di una carriera più che onorevole e che pochi mesi fa l'ha visto indossare per tre giorni la maglia roja alla Vuelta, corsa cui parteciperà anche nel 2020 dopo aver presto parte al Tour. Sono tre le scommesse per il futuro nel settore: il britannico Mark Donovan è fisicamente uno scalatore moderno ma nel 2019 svariati problemi fisici ne hanno rallentato un processo di crescita che pare comunque avere pochi margini. L'austriaco Felix Gall ha mostrato qualche lampo ma non ha dato conferme relativamente alla continuità. Ben più promettente sembra il belga Ilan Van Wilder, rivale del coetaneo Evenepoel tra i giovani e strappato alla Lotto: forte in salita e a cronometro, dotato di buone doti di recupero, sfrontato quanto basta, il diciannovenne è uno dei neopro' più intriganti di questa nidiata.


Alberto Dainese

VOLATE: Il reparto velocisti è stato a lungo il fiore all'occhiello con Kittel e Degenkolb, ma le differenti strategie hanno portato ad una riduzione nel settore. Per provare a rinverdire le gesta è stato preso il primo italiano nella storia del team, ossia Alberto Dainese: il padovano è capace anche nei finali mossi e sin dal debutto al Tour Down Under può farsi valere. Negli appuntamenti principali c'è ovviamente Michael Matthews, ma l'australiano si sta progressivamente specializzando in altra tipologia di eventi. Il discorso può valere anche per Nikias Arndt, che in qualche giornata libera da fughe o dal gregariato può mettersi in mostra come qualche anno fa. I due neopro' del passato mercato hanno vissuto annate differenti: il tedesco Max Kanter non ha reso come da attese, apparendo acerbo per la categoria. Discorso totalmente opposto per il neerlandese Cees Bol, con tre vittorie non banali e svariati piazzamenti che lo possono indicare come outsider di livello negli sprint più importanti. Ha una enorme voglia di rivalsa Nils Eekhoff, la cui gioia per il titolo under 23 è durato qualche minuto prima del giusto declassamento; il neerlandese ha comunque le qualità per recitare un ruolo da protagonista tra i grandi sin da subito.


Tiesj Benoot



PAVÉ: Se esistesse un premio per il corridore capace di rendere meglio nella maggior varietà di terreni, lui arriverebbe secondo - solo perché con la vittoria non ha un gran rapporto. Tiesj Benoot è spesso lì, nelle corse a tappe di una settimana o al Tour (cui parteciperà ancora) tanto quanto nelle classiche vallonate e sulle pietre. Forse è proprio nelle gare del pavé, quelle che ha più a cuore, che il talentuoso fiammingo ha maggiori possibilità di far bene. Ad affiancarlo ci sono il solito Michael Matthews e il giovane Marc Hirschi ma non solo: Søren Kragh Andersen è atleta di spessore e poliedrico a cui manca poco per entrare in una nuova dimensione. Il settore viene completato dal di lui fratello Asbjørn Kragh Andersen, dal connazionale Casper Pedersen e dal sottovalutato ingresso di Jasha Sütterlin, che in varie occasioni ha saputo mostrare qualità sul pavé pur gareggiando di fatto sempre da isolato. Altro volto nuovo è quello di Niko Denz, che fungerà soprattutto da supporto sulle pietre per godere spazio nelle singole giornate delle corse a tappe.




Michael Matthews

CLASSICHE: Ancor più che nelle volate o sul pavé, dove comunque è eccellente, il presente e il futuro di Michael Matthews pare essere sulle gare di un giorno vallonate: dotato di uno spunto migliore rispetto a tutta la concorrenza, l'australiano ha delle non indifferenti doti di resistenza alla distanza. Quello che manca al ventinovenne è la capacità di finalizzare nei grandi appuntamenti; chissà che fra Milano-Sanremo, settimana delle Ardenne o classiche del pavé sia giunto il suo momento. Tra le maggiori rivelazioni dell'anno passato, Marc Hirschi è un corridore che pare avere ancora margini di crescita nelle gare di un giorno in qualsivoglia tipologia di terreno; l'elvetico, jolly per tutte le stagioni, è uno che spesso farà capolino nelle posizioni d'avanguardia quando la corsa si farà dura. In un settore che vedrà presenti anche i già citati Tiesj Benoot e Sam Oomen, ci si aspetta qualche segnale dall'australiano Robert Power, talento inespresso come pochi. Nel suo approccio con la categoria non è dispiaciuto il crossista Joris Nieuwenhuis; potrebbe seguirlo nell'andazzo anche il connazionale Thymen Arensman, che si aggregherà in estate ed è una promessa del ciclismo oranje.
Notizia di esempio
Tappa e maglia per Field al New Zealand Cycle Classic, nono Celano