Numero di Ben O'Connor, tappa e maglia alla Vuelta. Roglič e gli altri a cinque minuti
L'australiano domina in fuga, vince in solitaria a Yunquera ed è il nuovo leader della corsa. I big concedono più di sei minuti e ora dovranno inseguire
Nel 2021 a Tignes gli erano mancati due minuti per togliere la maglia gialla a Tadej Pogačar, dopo una lunga fuga solitaria, in una giornata tremenda di pioggia e freddo, in cui aveva guadagnato oltre sei minuti su tutti i rivali. Questa volta lo scenario è molto diverso, dal gelo delle Alpi al caldo torrido della provincia di Málaga, dal Tour de France alla Vuelta a España, ma Ben O'Connor completa un altro numero alla Ben O'Connor, vince a Yunquera ed è il nuovo leader della corsa spagnola, aprendo uno scenario del tuo inaspettato.
L'australiano della Decathlon-AG2R La Mondiale è riuscito ad entrare in una fuga di tredici dopo le prime due ore di corsa full gas, per poi portare via la fuga nella fuga a oltre sessanta dall'arrivo e andarsene da solo ai -27, rifilando minuti di distacco a tutti i compagni di avventura. La Red Bull-BORA Hansgrohe ha sostanzialmente deciso a tavolino di lasciare andare, ma probabilmente non era nei programmi concedere così tanto: O'Connor ha rifilato 4'33" a Marco Frigo, secondo classificato (a Tignes erano stati 5'07" su Mattia Cattaneo), e soprattutto 6'31" sul gruppo. Un distacco da impresa vera e propria, guadagnato andando all'attacco e non sfruttando passivamente la sottovalutazione generale, ma certamente ci saranno delle riflessioni ai piani alti delle squadre in lotta per il podio, che certamente non si sono sprecate per cercare quantomeno di contenere il distacco. La nuova maglia rossa ora ha 4'51" su Primož Roglič, e oltre cinque minuti su tutti gli altri: non è ancora allarme rosso e panico generale, ma non sarà facile recuperarli.
Vuelta a España 2024, la cronaca della sesta tappa
Dopo la partenza per motivi di sponsor dal Carrefour (non de l'Arbre, proprio un supermercato) di Jerez de la Frontera, la corsa si infiamma molto presto, perché può essere la prima giornata buona per la fuga con potenzialmente anche la maglia rossa in palio. In particolare sul Puerto del Boyar (14.7 chilometri al 5.5%), prima categoria che scollina dopo poco più di 70 chilometri, iniziano a formarsi svariati gruppetti o fughe molto numerose, che accendono le prime due ore di gara. Sfortunatamente, come troppo spesso accade alla Vuelta, la mancanza di diretta integrale non consente di avere le immagini del 44% dei 185 chilometri, che corrispondono anche alla fase cruciale della corsa.
Dopo svariati tentativi di scalatori anche molto pericolosi, tra cui Richard Carapaz, Thymen Arensman, Max Poole, Marc Soler o Isaac Del Toro, all'interno di un gruppo di oltre quaranta corridori in cui c'era anche Andreas Kron, tra i favoriti per la tappa e alla distanza giusta per andare anche a prendere la Roja, alla fine saranno solo in tredici a formare il tentativo giusto. All'attacco inizialmente Cristián Rodríguez (Arkéa B&B Hotels), Clément Berthet (Decathlon-AG2R La Mondiale) e Pelayo Sánchez (Movistar), successivamente raggiunti da Jay Vine (UAE Team Emirates), Ben O'Connor (Decathlon-AG2R), Mauri Vansevenant (Soudal Quick-Step), Urko Berrade e Pablo Castrillo (Equipo Kern Pharma), Chris Harper (Team Jayco AlUla), Gijs Leemreize (Team dsm-firmenich PostNL), Florian Lipowitz (Red Bull-BORA Hansgrohe), Marco Frigo (Free Palestine) e Luca Vergallito (Alpecin-Deceuninck).
Il più vicino a Roglič in classifica è proprio il suo compagno Lipowitz, a 1'50", ma anche O'Connor (1'56"), Rodríguez (1'58"), Berrade (2'07") e Berthet (2'19") possono ambire a entrare nelle posizioni di altissima classifica. Dopo che Soler aveva provato senza successo a riaprire la corsa e portare via un gruppetto di contrattaccanti, la squadra del leader si mette quindi a fare un ritmo conservativo in testa al gruppo. Con tutte le squadre principali rappresentate davanti, tocca alla Bahrain-Victorious mettersi davanti per qualche frangente della tappa, anche se Antonio Tiberi era stato segnalato in difficoltà sulla prima salita. Passivo invece il Team Visma Lease a Bike, dopo che anche Wout van Aert aveva provato inzialmente a entrare nella fuga.
Impresa di O'Connor, calma piatta dietro
Diventa quindi una grande occasione per gli uomini davanti, che ai -65 hanno oltre quattro minuti di vantaggio. O'Connor passa per primo allo sprint intermedio di Ronda e dopo qualche chilometro è il primo ad attaccare, portandosi dietro il solo Leemreize. Una mossa azzardata per l'australiano ma che sembra dare i suoi frutti, perché sul Puerto del Viento (6.6 km al 4.2%) il suo vantaggio sale da venti secondi a più di un minuto sul gruppo di Lipowitz e Rodríguez, che rimangono tagliati fuori anche dalla seconda fuga nella fuga, con dentro Frigo, Berrade e Pelayo Sánchez.
Ai piedi della salita di Puerto Martínez (3.5 km al 5.9%), il vantaggio della coppia di testa sui tre inseguitori, che erano arrivati anche una ventina di secondi, è risalito a oltre un minuto, col resto della fuga inziale ormai tagliata fuori a oltre due minuti e il gruppo maglia rossa addirittura a 5'40", il che porterebbe O'Connor al comando con oltre tre minuti e mezzo. La UAE Emirates arriva solo in questo momento a tirare per cercare di contenere il distacco, ma ormai l'australiano è in missione: già sul tratto più duro della penultima salita di giornata riesce a staccare e Leemreize e prova a lanciarsi verso una grande vittoria in solitaria, a 27 chilometri dall'arrivo. Frigo riesce a staccare i compagni di gruppetto nello stesso punto e prova ad inseguire da solo, ma l'italiano è già a quasi un minuto e mezzo.
Una scivolata in discesa lo taglia completamente fuori dai giochi, mentre dietro anche Adam Yates rimane coinvolto in una caduta. Nel finale anche la Movistar si mette davanti ma non si può certo parlare di un vero e proprio inseguimento, perché ai -10 il vantaggio di O'Connor è salito fino a 6'30". Un vantaggio mastodontico che l'australiano riesce a mantenere intatto fino al traguardo, spingendo fino in fondo ma conscendendosi il tempo per esultare per la sua prima vittoria di tappa alla Vuelta, che si aggiunge a quella al Giro d'Italia 2020 e quella al Tour de France 2021, completando la tripletta. Per la AG2R è la prima maglia di leader in un Grande Giro dalla gialla di Rinaldo Nocentini al Tour 2009.
Impressionanti i distacchi del resto dei fuggitivi: Frigo chiude secondo a 4'33", Lipowitz vince la volata per il terzo posto nel gruppetto che ha ripreso Leemreize, a 5'12". Del Toro vince la volatina del gruppo a 6'31", con i big che arrivano tutti insieme e tutti sopraffatti dalla mossa che cambia completamente le carte in tavola. Mancano all'appello solo Adam Yates, che dopo la caduta perde quasi due minuti e mezzo, e Matthew Riccitello, uno dei protagonisti a Pico Villuercas, che arriva a quasi 14 minuti da O'Connor.
Oltre alla nuova maglia rossa, che ora ha 4'51" su Roglič, 4'59" su João Almeida e oltre cinque minuti su Enric Mas e tutti gli altri, rientrano tra i primi dieci anche Lipowitz e Rodríguez, rispettivamente quarto e sesto. Domani difficilmente ci saranno grossi cambiamenti, fughe permettendo, con la sola salita all' Alto del Catorce por Ciento a una ventina di chilometri dall'arrivo di Córdoba.