Giro d'Italia Under 23, sul Passo Maniva la maglia rosa Ardila sbaraglia la concorrenza
Dopo il giorno di riposo e trasferimento dalla Toscana all'Emilia, il Giro d'Italia Under 23 ha oggi affrontato la quinta tappa, la Sorbolo Mezzani-Passo Maniva di 158.3 km. Frazione totalmente pianeggiante per i primi 130 km prima di un falsopiano sinuoso che porta a San Colombano, dove inizia l'ascesa conclusiva di 13.3 km con una pendenza media del 6.8% e il tratto più duro nella fase finale, con pendenze anche in doppia cifra.
Non ha preso il via dalla località parmense uno dei grandi favoriti della vigilia per il successo finale, il britannico Mark Donovan (Team Wiggins LeCol), che ha dovuto abbandonare per una frattura del polso patita domenica tra gli sterrati e riscontrata negli esami a cui si è sottoposto nella serata di lunedì.
Partenza estremamente veloce e, complice una caduta nei primi km che costringe al ritiro Tommaso Fiaschi (Beltrami TSA Hopplà Petroli Firenze), il gruppo persino si spezza con alcuni uomini di classifica che rimangono attardati; tuttavia i rispettivi gregari riescono a ricucire. Anche oggi la fuga fatica a partire, in una giornata calda e nonostante ciò disputata a velocità folle, tanto che la media della prima ora è di 49.1 km/h.
Per assistere al formarsi della fuga buona bisogna attendere sino al km 70: di forza vanno via ben ventuno elementi: Denis Nekrasov e Petr Rikunov (Russia), Ethan Hayter e Stuart Balfour (Gran Bretagna), Kevin Inkelaar, Cristian Scaroni e Jake Stewart (Groupama-FDJ Continental), Kevin Vermaerke (Hagens Berman Axeon), Thomas Vereecken (Lotto Soudal Under 23), Bolat Niyazov e Nurbegen Nurlykhassym (Astana City), Samuel Jenner (Team Wiggins LeCol), Tobias Bayer (Tirol KTM), Alexander Konychev e Matteo Sobrero (Dimension Data for Qhubeka), Gregorio Ferri e Andrea Pietrobon (Zalf Euromobil Désirée Fior), Davide Bais e Massimo Orlandi (Cycling Team Friuli), Marco Murgano (Casillo Maserati) e Davide Masi (Mastromarco Sensi Nibali).
Il gruppo concede spazio, tanto che a 35 km dal termine il divario ammonta a 3'15"; non sui ventuno, però, perché è andato via tutto solo il russo Rikunov, che possiede una trentina di secondi sugli ex compagni di avanscoperta. In testa al gruppo, oltre alla nazionale colombiana del capoclassifica, lavora anche la Biesse Carrera, in quella che è la frazione di casa per la formazione diretta da Marco Milesi.
Il drappello dei fuggitivi si seleziona sulle prime rampe, con Hayter e Jenner che appaiono i più pimpanti rimanendo in testa; purtroppo per loro a prendere di petto la situazione in gruppo è la Colombia che a quasi 9 km dal traguardo ha già selezionato il plotone, favorendo l'attacco di Camilo Ardila. È proprio la maglia rosa, infatti, ad accendere la miccia: l'unico che, inizialmente, riesce a tenerne la ruota è il connazionale Einer Rubio, ma il capitano della Aran Cucine Vejus deve presto desistere dal suo intento.
La progressione del ventenne Ardila è inarrestabile e già ai 7 km dalla vetta ha presto e staccato i fuggitivi, continuando costantemente a guadagnare sulla concorrenza. Basti pensare che al cartello dei 5 km dalla conclusione la maglia rosa vanta 35" su un drappello comprendente i fuggitivi Hayter, Jenner e Scaroni a cui si sono uniti il già citato Rubio e solo altri due elementi, ossia Diego Alba e Jesús Peña, entrambi atleti della nazionale colombiana, che dunque si trova in una situazione di dominio totale. Il primo degli "altri" uomini di classifica è Alessandro Covi (Team Colpack), che insegue a qualche secondo non riuscendo però a operare il ricongiungimento.
Ardila è letteralmente due spanne sopra i rivali e sulle pendenze dell'ascesa bresciana sembra volare, guadagnando a vista d'occhio su tutti quanti: a 2000 metri dal termine il suo margine è superiore al minuto, gap che continua a crescere sin sul traguardo, tagliato da Camilo Ardila a braccia alzate. È ancora un atleta della rappresentativa colombiana, dunque, a trionfare sul Passo Maniva, come accaduto nel 2018 quando fu Alejandro Osorio a prendersi tappa e maglia.
E la festa degli escarabajos prosegue: in seconda posizione a 1'08" giunge Jesús Peña, in terza a 1'12" Einer Rubio e in quarta a 1'22" Diego Alba. Ottima quinta posizione per a 1'40" Alessandro Covi, giunto assieme al sempre più solido Ethan Hayter. Completano la top ten Alessandro Monaco (Casillo Maserati) a 1'50", Kevin Inkelaar a 2'03", Cristian Scaroni a 2'04" e Samuel Jenner a 2'07".
In classifica Camilo Ardila incrementa il margine sulla concorrenza, tenendosi sempre più stretta la meritata maglia rosa: ad inseguirlo sono tre italiani, ossia Alessandro Covi a 2'08", Alessandro Monaco a 3'18" e Filippo Conca (Biesse Carrera) a 3'45", con il francese Simon Guglielmi (Groupama-FDJ Continental) quinto a 4'50".
Domani appuntamento con la frazione più attesa, la Aprica-Aprica di 94.3 km, dove per la prima volta in una competizione UCI verrà affrontato per due volte il Mortirolo, prima dal versante di Monno e poi da quello più esigente di Mazzo. E con questa condizione, Ardila può fare veramente una differenza abissale con la concorrenza.