Vollering si prende l'Amstel, la legge SD Worx è spietata
Demi vince la corsa di casa arrivando in solitaria e facendo doppietta con Lotte Kopecky, seconda. Podio completato da Shirin van Anrooij, bellissima prestazione di Soraya Paladin, poi quinta. Top ten anche per Silvia Persico
Il dominio SD Worx nel ciclismo femminile non è teoria ma solida realtà. Il quarto uno-due stagionale del team olandese nelle classiche si è consumato nella corsa più ambita, quella di casa, quella Amstel Gold Race che mancava in palmarès dall'edizione 2018 vinta da Chantal Blaak quando la squadra si chiamava ancora Boels-Dolmans. In quel tempo Demi Vollering era ancora poco più che una ragazzina lontana dai palcoscenici più importanti del ciclismo femminile; cinque anni dopo la 26enne è una splendida atleta consapevole delle proprie possibilità, le quali ancora tendono all'infinito: nel senso che il meglio per lei è ancora di là da venire.
Fortissima in salita, veloce in volata, una macchina da classiche che presto - vedrete - vincerà pure le più importanti gare a tappe, andando a colmare il vuoto che Annemiek van Vleuten prima o poi lascerà nel settore. Oggi Demi Vollering si è imposta in solitaria con un attacco identico a quello di Marta Cavalli un anno fa, e dopo due secondi posti può finalmente entrare nella posizione più sontuosa dell'albo d'oro. Un ordine d'arrivo uguale alla Strade Bianche (prima Vollering, seconda Kopecky), inverso rispetto al Giro delle Fiandre (prima Kopecky, seconda Vollering), e che riecheggia le altre due pregiate doppiette (Kopecky-Lorena Wiebes) consumatesi alla Omloop Het Nieuwsblad e alla Nokere Koerse. E queste son solo le doppiette, appunto; perché la squadra neerlandese ha conquistato in questo 2023 11 vittorie, di cui 10 in gare in linea: una gioiosa macchina da guerra, praticamente.
Dopo i fasti del 2022 l'Italia resta giù dal podio; certo, fosse stato per una gagliarda Soraya Paladin, in testa alla corsa fino a 1.9 km dalla fine, l'epilogo sarebbe stato ben diverso; la veneta si accontenta (si fa per dire) del quinto posto, mentre la campionessa uscente Cavalli o un'Elisa Longo Borghini non hanno fatto corsa di vertice, e Silvia Persico ha strappato una top ten senza mostrare la gamba scintillante esibita mercoledì alla Freccia del Brabante. Poco male, a livello di movimento la consistenza c'è sempre e se non è oggi sarà domani, ma i successi torneranno e anche presto.
155.8 km da Maastricht a Berg en Terblijt per la Amstel Gold Race femminile 2023, la nona della storia. Caduta e ritiro dopo 3 km per Typhaine Laurance (Lifeplus Wahoo), poi è successo poco per 50 chilometri, fino al momento in cui Sabrina Stultiens (Liv Racing TeqFind), con un attacco che ha ufficialmente aperto le ostilità in un gruppo che di lì a poco si è ritrovato tutto stiracchiato e sfilacciato. Ai -90, dopo la sequenza Kruisberg-Eyserbosweg, il primo drappello era composto da nove atlete: con la stessa Stultiens c'erano Gladys Verhulst (FDJ-Suez), Niamh Fisher-Black (SD Worx), Juliette Labous (DSM), Marianne Vos (Jumbo-Visma), Lucinda Brand (Trek-Segafredo), Jelena Eric (Movistar), Soraya Paladin (Canyon//SRAM Racing) e Alena Amialiusik (UAE ADQ).
Una situazione che non poteva andare bene a troppe protagoniste, che infatti hanno reagito, sulla scorta di un contropiede di Annemiek van Vleuten (Movistar) sul Keutenberg ai -84: alla neerlandese si sono accodate la compagna Liane Lippert, Silvia Persico (UAE), Elisa Longo Borghini (Trek), Demi Vollering (SD Worx), Loes Adegeest (FDJ) e Riejanne Markus (Jumbo) e questo plotoncino è andato rapidamente a chiudere sulle prime, dalle quali intanto si staccava la Eric. Il drappello era della massima qualità ma i tempi evidentemente non erano ancora maturi, sicché ai -81 l'azione è stata annullata dal gruppo.
Diversi tentativi personali hanno avuto luogo in questa fase: Grace Brown (FDJ), Agniesza Skalniak-Sojka (Canyon), poi ai -71 di nuovo un'attivissima Lucinda Brand si è mossa subito dopo il primo passaggio dal traguardo. La crossista è stata raggiunta ancora dalla Stultiens e la coppia di casa ha proceduto in ottimo accordo. A questo punto, sotto la pioggia che bagnava la corsa, la FDJ ha preso in mano le redini della stessa (della corsa, non della pioggia…), alternandosi con la SD Worx per la quale anche una Lorena Wiebes non disdegnava di lavorare concorrendo alla selezione da dietro. Ciò non ha impedito a Brand-Stultiens di mettere insieme un notevole vantaggio, per la precisione 2'10" toccati ai -45.
Dopo una breve evasione proprio di Wiebes in marcatura su Nina Buijsman (Human Powered Health) ai -45, subito dopo sul Bemelerberg Paladin ha dato un'altra scossa al gruppo, che con la Movistar a tirare in questa fase ha rapidamente recuperato mezzo minuto sulle battistrada. In tutto ciò continuavano a perdere contatto in tante dal plotone: la campionessa uscente Marta Cavalli (FDJ) tra queste, ma anche Elisa Balsamo (Trek) o Coryn Rivera (Jumbo).
Sul Cauberg ai - 37 un nuovo allungo di Brown con Paladin a rilanciare ha prodotto un decisivo avvicinamento alle prime, che sono transitate al terzo passaggio con 30" di margine tendenti al ribasso: dopo il Geulhemmerberg il vantaggio di Lucinda e Sabrina è sceso a 10", prima che le due riallungassero un'altra volta fino a 40". L'azione era comunque destinata a spegnersi, e il definitivo ricongiungimento col gruppo è avvenuto a 23 km dalla conclusione: poteva ufficialmente partire un'altra corsa.
Ai -20.5 Lorena Wiebes è partita fortissimo sul penultimo Cauberg, rilevata poi da un contropiede di Kristen Faulkner (Jayco AlUla). La statunitense è passata dal traguardo ai -18 con una manciata di secondi e la prima a rinvenire su di lei ai -16 è stata ancora Wiebes, che però è subito rimbalzata indietro sul Geulhemmerberg. Il resto del gruppo era comunque lì, e tra le altre una Paladin a cui la gamba continuava a scappare: un altro allungo per la veneta della Canyon proprio in cima al muro ai -15 è stato rintuzzato in prima persona da Shirin van Anrooij (Trek). In contropiede è allora partita Elise Chabbey, compagna di Soraya, e - dopo una bella trenata di Annemiek van Vleuten - la capitana Canyon, Kasia Niewiadoma. Nessuna aveva ovviamente via libera, ma la selezione nel gruppo delle migliori si faceva sempre più evidente.
Altri allunghi in questa fase: Mischa Bredewold (SD Worx) ai -12, poi Quinty Ton (Liv Racing) ai -10 e sul Bemelerberg ai -9 l'ennesimo attacco di Paladin. Soraya ha preso un discreto margine, ammontante in 15" abbondanti, la reazione dietro è stata animata da una solitaria Brown che, pedalata dopo pedalata, ha chiuso il gap con l'italiana a 5.5 km dalla conclusione. Le due hanno proceduto insieme e hanno messo su 12" di vantaggio.
Brown ha preso fortissimo il Cauberg a 2.2 km dalla fine ma la reazione di Paladin è stata veemente e l'australiana si è staccata. Purtroppo per Soraya la benzina era finita anche per lei, sicché a 1.9 dalla fine l'italiana si è vista raggiunta da Liane Lippert che si portava alla ruota un gruppetto con Markus a ruota e poi Ashleigh Moolman (AG Insurance-Soudal Quick-Step), Niewiadoma, Lotte Kopecky (SD Worx), Vollering e Pfeiffer Georgi (DSM); tutte lì le migliori, ma l'unica in grado di fare una mossa in più è stata Demi: allo scollinamento, sul falsopiano su cui 12 mesi fa si mosse Marta Cavalli, la 26enne nata a Pijnacker è scattata. Nessuna è stata in grado di seguirla, poi dietro si sono guardate, quindi si sono riguardate, e la corsa era andata.
Vollering ha vinto con 8" su un drappello di 13 regolato dalla compagna Kopecky (ennesimo uno-due SD Worx della stagione) su Van Anrooij, Niewiadoma e Paladin, quinta e migliore delle italiane. Nelle dieci anche Silvia Persico, nona.