Tadej Pogacar vince la Liegi-Bastogne-Liegi per la terza volta nella sua carriera © Pagina Facebook Liège-Bastogne-Liège
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La Liegi-Bastogne-Liegi diventa la Tadej-Pogacar-Tadej: nuovo capolavoro del campione del mondo

Lo sloveno stacca tutti all'inizio della Redoute e vince per la terza volta la Decana. Gran gara di Giulio Ciccone, 2° davanti a Ben Healy. 4° Velasco, 6° Bagioli. Giornata-no per Evenepoel

27.04.2025 16:45

Non è vero che l'arcobaleno spunta soltanto nelle giornate di pioggia: in un bel pomeriggio di sole, Tadej Pogacar ha chiuso la sua magnifica campagna di primavera con il terzo successo personale alla Liegi-Bastogne-Liegi. La tanto annunciata sfida con Remco Evenepoel non c'è stata: il fuoriclasse sloveno (95 vittorie da professionista, la 7ª dall'inizio del 2025) ha fulminato la concorrenza sulle prime rampe della Redoute, replicando più o meno fedelmente il copione già messo in scena un anno fa. La speranza di assistere a un testa a testa per assegnare la penultima classica monumento della stagione è svanita all'istante: il suo più grande rivale - rimasto nelle retrovie quando ha attaccato Pogacar - ha cercato più con il cuore che con le gambe di riaprire la corsa per il podio, ma si è definitivamente arenato sulla Roche aux Faucons. La lotta per la piazza d'onore è stata comunque appassionante: un brillantissimo Giulio Ciccone - scattato in compagnia di Julian Alaphilippe, Ben Healy e Tom Pidcock subito dopo la Redoute - ha conquistato la piazza d'onore davanti al corridore irlandese della EF EasyPost, il solo a replicare al suo attacco sulla Roche. Il 4° posto di Simone Velasco - che ha regolato un nutrito gruppo di battuti - e il 6° di Andrea Bagioli sigillano una giornata comunque favorevole per il ciclismo tricolore, fin qui semplice spettatore della campagna delle Ardenne.

La cronaca della Liegi-Bastogne-Liegi

La campagna del Nord si conclude con la 111ª Liegi-Bastogne-Liegi: 252 km con partenza e arrivo nella città della Vallonia. Dopo un primo tratto già accidentato, la carovana punta in direzione della Baraque de Fraiture (poco meno di 7 km al 2,9% di media), che precede l'arrampicata alla prima delle 11 côtes in programma: il Saint-Roch, 900 metri all'11,2% medio. Raggiunto l'abitato di Bastogne, la corsa affronta un altro tratto vallonato che si conclude con la scalata al Col de Haussuire, 3,9 km con una pendenza media appena superiore al 7% che sfonda il muro del 10% in vista della cima. Doppiata la Baraque de Fraiture, la Liegi entra nel vivo con quattro salite in 15 chilometri: la Côte de Mont-le-Sole (1800 metri al 7,5% che si arrampicano fino al 12% nel tratto conclusivo), la Côte de Wanne (2,8 km al 4,5% che arrivano fino al 13% nel settore centrale), la leggendaria Côte de Stockeu (1 km al 12% di media) e la Côte de la Haute Levée, 3 km con al 6,3%, particolarmente insidiosi nella prima parte, dove le pendenze salgono fino al 10%. Ai -60 dal traguardo, poi, il menu propone il Col du Rosier: 4,5 km al 5,7% di media. Superata la Côte de Desnie (1600 metri con una pendenza del 7,3%), ai -30 dalla fine si affronta l'ascesa principale della Liegi: la Côte de la Redoute, 1600 metri al 9% che raggiungono la doppia cifra nella seconda parte. Finale di corsa con la Côte des Forges (1300 metri al 7,7% di media che si spingono fino al 10% in apertura) e la Côte de la Roche aux Faucons, altri 1300 metri costantemente in doppia cifra (11% di media). Un ulteriore falsopiano precede la picchiata verso l'arrivo in Quai des Ardennes.

Gli attaccanti del giorno salpano al km 20: protagonisti l'argentino Eduardo Sepúlveda (Lotto), l'australiano Jack Haig (Bahrain-Victorious), i belgi Kamiel Bonneu (Intermarché-Wanty), Ceriel Desal (Wagner Bazin-WB) e Stan Van Tricht (Aplecin-Deceuninck), i francesi Rayan Boulahoite (TotalEnergies), Henri-François Renard-Haquin (Wagner Bazin), Valentin Retailleau (TotalEnergies), il norvegese Sakarias Koller Løland (Uno-X Mobility) e il tedesco Hannes Wilkisch (Tudor). I primi fuggitivi saranno raggiunti poco più avanti da un altro belga, Johan Meens (Wagner Bazin), e da un altro francese, Mathis Le Berre (Arkéa-B&B Hotels). Gli uomini al comando accumuleranno in un vantaggio massimo di circa 6' ai -150 dal traguardo sugli inseguitori, trainati a turno da Soudal-Quick Step e UAE Emirates, a cui si aggiungeranno cammin facendo i Bahrain-Victorioius, i Q36.5 e gli XDS-Astana. 

Altri due uomini si muovono sul Col de Haussuire: il danese Tobias Foss (INESO Grenadiers) e il lussemburghese Bob Jungels (INEOS), vincitore della Decana nell'ormai remoto 2018. La coppia in maglia rossonera viaggerà nella terra di mezzo per quasi 50 chilometri, arrendendosi al ritorno degli inseguitori - che hanno nel frattempo aumentato il passo, dimezzando il distacco dalla testa - poco prima di affrontare la Côte de Wanne. Per intanto, la corsa ha perso uno dei suoi potenziali protagonisti: il belga Maxim Van Gils (Red Bull-BORA-Hansgohe), 4° nel 2024. 

Il gruppo di testa comincia a perdere pezzi sulla Wanne, dove perde contatto Van Tricht. La vera selezione, però, si compie sullo Stockeu: Retailleau scandisce un buon passo che relega in un angolo Bonneu, Desal, Meens, Renard-Haquin e Wilkisch. A questo punto, la fuga - oramai braccata dal gruppo, che ha già ridotto le distanze sotto il giro d'orologio - è ormai ridotta a cinque unità: Haig (che guadagnerà un effimero margine sui compagni di fuga prima di scalare la Côte de la Haute Levée), Boulahoite, Le Berre, Løland e Sepúlveda. Tuttavia, la loro giornata all'attacco ha i chilometri contati: Boulahoite si sfila sull'Haute Levée, gli altri saranno raggiunti sulla successiva Rosier. Tutti insieme, dunque, a 60 km dal ritorno a Liegi. 

UAE Emirates e Lidl-Trek pilotano un gruppo ancora numeroso in direzione della Desnie, lasciando alla EF EasyPost e alla Tudor il compito di aumentare i decibel fino ai piedi della Redoute, dove entra in azione il campione del mondo, lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Emirates). Scattato nel primo tratto di salita, dove le pendenze sono già vicine alla doppia cifra, Pogacar scappa via senza che nessuno riesca a seguirlo. Compreso il suo grande antagonista, il belga Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step), rimasto a metà gruppo quando Pogacar ha spiccato il volo. Alle loro spalle, si muove per primo l'italiano Giulio Ciccone (Lidl-Trek), seguito dal francese Julian Alaphilippe (Tudor), dai britannici Tom Pidcock (Q36.5) e Ben Tulett (Visma-Lease a Bike). Raggiunta la vetta, Pidcock allunga leggermente su Ciccone e sull'irlandese Ben Healy (EF EasyPost), che riuscirà quasi subito ad accodarsi al bicampione olimpico di mountain bike. Alle loro spalle, invece, si forma un quintetto con Alaphilippe, i connazionali Louis Barré (Intermarché) e Romain Grégoire (Groupama-FDJ), il belga Thibau Nys (Lidl) e Tulett. Mentre il gruppo trainato da Evenepoel dà l'impressione di poter chiudere sui primi contrattaccanti, Ciccone si muove con Alaphilippe, riportandosi su Pidcock e Healy ai -29. Chi ha invece perso il treno giusto per il podio è il campione nazionale svizzero Mauro Schmid (Jayco-AlUla), ripreso poco più avanti dal secondo gruppo inseguitore.

Nel frattempo, il campionissimo sloveno guadagna subito un margine di relativa sicurezza sui rivali: 40" sul quartetto all'inseguimento (che, oltretutto, si spezzerà in due nel tratto di raccordo verso la Côte des Forges), poco più di 1' su altri 5 uomini, scattati ai -26 dal traguardo: il francese Alex Baudin (EF), lo spagnolo Carlos Rodriguez (INEOS Grenadiers), gli statunitensi Brandon McNulty (UAE Emirates) e Neilson Powless (EF) e il già menzionato Schmid. Ancora più attardato Evenepoel che - dopo aver cercato invano di rilanciare l'azione in compagnia di Schmid in un tratto pianeggiante - si incaricherà di riportare una quindicina di uomini sul secondo gruppo inseguitore, raggiunto in cima alle Forges. 

Il monologo di Pogacar prosegue spedito anche sulle ultime due rampe: vantaggio ormai incolmabile per la concorrenza (1'05" sul quartetto formato da Alaphilippe, Ciccone, Healy e Pidcock, quasi 1'30" sul gruppo Evenepoel ai piedi della Roche aux Faucons). Dunque, non resta che seguire la sfida per il 2° posto: i primi inseguitori imboccano l'ultima côte con una decina di secondi sul resto della compagnia, che accarezza persino l'idea del riaggancio sulla Roche. A questo punto, lo scalatore abruzzese prende l'iniziativa, portandosi dietro soltanto Healy. Dalle retrovie, invece, emergono il solito Schmid e il francese Guillaume Martin (Groupama), a loro volta seguiti da McNulty e Pidcock, ma la loro azione rifluisce appena dopo la vetta. Ancor prima di affrontare le pendenze più dure della Roche, invece, si sfila definitivamente Evenepoel: nonostante l'acuto al Brabante e il podio all'Amstel, il motore è ancora in fase di rodaggio.

La coppia italo-irlandese affronta l'ultimo tratto di falsopiano prima della discesa conclusiva con circa 15" su una trentina di uomini - fatto decisamente insolito per una corsa con 4300 metri di dislivello. Tuttavia, il lavoro di interdizione dei Lidl e, in particolare, dell'italiano Andrea Bagioli (Lidl) complica oltremodo il ritorno del gruppo, tant'è vero che Ciccone e Healy affrontano gli ultimi 5 chilometri con 25" di margine sul secondo gruppo inseguitore, trainato dai Jayco-AlUla, al servizio dell'australiano Michael Matthews (Jayco). 

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Ben Healy e Giulio Ciccone sulla Roche aux Faucons © GettySport

Nel frattempo, Pogacar si è già consegnato alla folla di Liegi: il margine è tale che lo sloveno può persino dare il cinque ai tifosi. 9ª monumento in bacheca, una in più di Mathieu van der Poel, assente alla Doyenne. Alle sue spalle, Healy e Ciccone (a 1'03") viaggiano di comune accordo fino ai 250 metri, quando il teatino lancia la sua progressione, regolando facilmente il suo compagno di ventura. Un grande risultato per il corridore italiano, che ha disputato in Vallonia una delle migliori gare della carriera, centrando quel podio che mancava al movimento tricolore dal 2019, quando Davide Formolo fu battuto da Jakob Fuglsang. Un altro azzurro, Simone Velasco (XDS-Astana, a 1'10") inaugura la sfilata dei battuti, lasciandosi alle spalle il belga Thibau Nys (Lidl-Trek), Bagioli e il colombiano Daniel Martinez (Red Bull). A seguire il francese Axel Laurence (INEOS), Pidcock e Powless.

L'ordine d'arrivo

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Carmine Marino
Nato a Battipaglia (Salerno) nel 1986, ha collaborato con giornali, tv e siti web della Campania e della Basilicata. Caporedattore del quotidiano online SalernoSport24, è iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti della Campania dal 4 dicembre 20