Tadej Pogacar @ UAE Team Emirates
Lo Stendino di Gambino

Dopo un 2024 irripetibile, cosa ci porterà il 2025?

Tra record da battere e rivalità da rinnovare, una riflessione sui momenti chiave che segneranno la stagione 2025

06.03.2025 10:10

Presentare la stagione 2025 risulta particolarmente difficile. L’anno scorso, infatti, abbiamo assistito ad una raffica di meraviglie con tre accoppiate che, ognuna presa singolarmente, sarebbero state sufficienti a rendere memorabile qualsiasi annata. Ne consegue che, qualunque cosa ci regali la neonata stagione, non si potrà eguagliare quanto avvenuto nel 2024. La sveglia, per noi italiani, era puntata per ieri, con il Trofeo Laigueglia che da qualche anno è subentrato al Gran Premio Costa degli Etruschi di Donoratico come vernissage domestico e che è stato brillantemente conquistato da Juan Ayuso (UAE Team Emirates).

Dopodiché, ci resta poco tempo per riflettere con gli appuntamenti importanti che si susseguiranno a raffica. In un batter d’occhio, Strade Bianche e Tirreno-Adriatico, unitamente alla Parigi-Nizza e alle kermesse belghe, ci porteranno al primo grande appuntamento della stagione: la Milano-Sanremo in programma sabato 22 marzo.

Ad un passo dalla Storia

Quest’anno la Classicissima di primavera avrà una valenza particolare. Resta, insieme alla Parigi-Roubaix e alla Vuelta a España, uno dei tre traguardi monumentali ancora non conquistati da Tadej Pogačar (UAE Team Emirates). Lo sloveno, anno dopo anno, sta sviluppando una crescente ossessione verso la classicissima d’apertura che, come dodici mesi fa, approccerà in modo meticoloso, correndo solo le Strade Bianche sabato 8 marzo per poi concentrarsi totalmente sulla Corsa dei Fiori. Gli addetti ai lavori si aspettano di trovare, il primo sabato di primavera, il fuoriclasse di Komenda nella sua modalità Nobody does it better, pronto a fare il vuoto su Costa Rainera dopo aver demolito il gruppo sulle non troppo arcigne rampe che portano a Cipressa.

Tadej Pogačar sul terzo gradino del podio della Sanremo 2024 © RCS Sport
Tadej Pogačar sul terzo gradino del podio della Sanremo 2024 © RCS Sport

Tadej è reduce dalla seconda stagione più vincente nella storia del ciclismo. Solo il 1972 di Eddy Merckx è stato superiore al suo 2024, grazie al record dell’ora che il brabantino stabilì a Città del Messico al termine dell’attività su strada. Come scritto in apertura, però, la sua doppietta rosa-gialla non è stata l’unica registrata l’anno scorso. Mathieu van der Poel (Alpecin Deceuninck) e Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) hanno fatto altrettanto. L’olandese, in maglia iridata, ha realizzato l’accoppiata del pavè (Giro delle Fiandre e Parigi-Roubaix) mentre il millennial fiammingo ha conquistato a Parigi il titolo olimpico sia in linea che a cronometro. Per Mathieu, quest’anno, ci sarà una opportunità eccezionale: eguagliare Octave Lapize e Francesco Moser, gli unici finora capaci di vincere per tre anni consecutivi la classica delle pietre. Remco, per parte sua, frenato dall’incidente autunnale, rientrerà solo sulle Ardenne a fine aprile prima di concentrarsi sul Tour de France.

Grandi duelli per Grandi Giri

La Grande Boucle ossessiona Jonas Vingegaard (Team Visma-Lease a Bike) tanto quanto la Milano-Sanremo Tadej Pogačar. Il danese, con una scelta che lascia qualche perplessità, ha deciso di puntare tutte le sue fiches sulla corsa francese, non partecipando al Giro d’Italia. Che il Re Pescatore sia l’unico capace di duellare alla pari con lo sloveno è risaputo. Soltanto che a luglio Vingo rischia di trovarsi un Pogačar fresco, senza il Giro nelle gambe, e magari anche più leggero per le vittorie che dovesse conquistare in primavera. Lui, al contrario, non potrà permettersi d’arrivare secondo.

Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard si dirigono al palco delle premiazioni del Tour de France © Visma-Lease a Bike
Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard si dirigono al palco delle premiazioni del Tour de France © Visma-Lease a Bike

La presenza al Tour de France dei tre corridori che hanno occupato l’anno scorso il podio ha spinto la maggior parte degli interpreti di seconda fascia a puntare sul Giro d’Italia come principale obiettivo dell’anno. La RedBull-BORA-hansgrohe, in particolare, presenterà al via da Durazzo un’autentica corazzata con, al fianco del vincitore del 2023 Primož Roglič, colui che lo ha preceduto nell’albo d’oro, l’australiano Jai Hindley, e il colombiano Daniel Martinez, secondo, a distanza siderale da Pogačar, l’anno scorso all’ombra del Colosseo. A contrastare lo squadrone tedesco ci penserà la UAE Team Emirates che, orfana di Tadej, schiererà un tandem generazionalmente divaricato con il giovane spagnolo Juan Ayuso affiancato dal veterano inglese Adam Yates, il cui gemello Simon capitanerà una Team Visma-Lease a Bike in cui potremo finalmente vedere Wout Van Aert in azione sulle strade italiane. Tornerà alla corsa che lo ha reso grande nel 2019 Richard Carapaz (EF Education-EasyPost) mentre la declinante INEOS Grenadiers spererà che sia venuto a maturazione il processo di crescita dell’olandese Thymen Arensman

Primoz Roglic tornerà al Giro d'Italia dopo averlo vinto nel 2023 © Jumbo-Visma
Primoz Roglic tornerà al Giro d'Italia dopo averlo vinto nel 2023 © Jumbo-Visma

Le speranze azzurre

Parlare degli italiani risulta tanto gradevole per le donne quanto difficile per gli uomini. In rosa, le due Elisa, Longo Borghini (UAE Team ADQ) e Balsamo (Lidl Trek), guidano un lotto secondo in competitività solo alle irraggiungibili olandesi. Tra i maschi, invece, c’è il serio rischio di confondere il pallido azzurrino della XDS Astana Team per la maglia della Nazionale. Con 13 nostri rappresentanti in organico, a cominciare dai due veterani toscani Albero Bettiol e Diego Ulissi, il team di Alexandre Vinokurov ha realizzato, nolente, il progetto mai decollato di Beppe Saronni: un team World Tour italiano.

Alberto Bettiol, campione italiano in forza all'Astana da agosto 2024 © via X @AstanaQazTeam
Alberto Bettiol © via X @AstanaQazTeam

Intanto, da mercoledì cominceranno gli inevitabili tormentoni: Filippo Ganna (INEOS Grenadiers) sarà competitivo alla Milano-Sanremo e, soprattutto, alla Parigi-Roubaix? Giulio Ciccone (Lidl Trek) lotterà per la classifica finale del Giro d’Italia? E, in ultimo, Antonio Tiberi (Bahrain-Victorious) riuscirà a massimizzare il sostegno del suo mentore Damiano Caruso, al passo d’addio, conquistando il podio nella corsa rosa? So bene che non è il massimo ma, con quello che passa il convento, tocca accontentarsi.

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