
Giro alla Rovescia: lotta di classe fra squadre e un Bernal lontano dai riflettori
Nella terza puntata della nostra rubrica approfondiamo il tema delle wild-card e delle squadre WT contrarie alla deroga per il quarto invito; poi diamo uno sguardo agli allenamenti di Bernal
Il tema delle wild-card per la partecipazione al Giro d'Italia non è mai stato così rilevante come per il 2025: l'eventuale presenza di squadre come Tudor e/o Q36.5 porta con sé anche la possibile partecipazione di nomi a dir poco altisonanti, a partire da quello di Tom Pidcock, eccellente protagonista all'ultima Strade Bianche, che porterebbe senz'altro grande spettacolo alla Corsa Rosa. Una rilevanza che cresce anche mediaticamente per frutto dell'attesa: la decisione sulla possibile deroga in merito alla concessione di un invito extra per tutti i Grandi Giri è infatti stata rimandata al 26 marzo, ovvero a poco più di un mese dalla partenza del Giro d'Italia. Nella puntata di oggi di Giro alla Rovescia, rifacciamo il punto della situazione entrando nel merito dell'avversione che alcune (ignote) squadre World Tour stanno mettendo in campo contro la suddetta deroga; ma non ci dimenticheremo nemmeno di dare un occhio su Egan Bernal, figura tragica del ciclismo contemporaneo che potrebbe essere un fattore a sorpresa della prossima Corsa Rosa.
Lo status quo delle squadre World Tour e la paura di perderlo
Come dicevamo, la notizia del momento per quanto riguardo il Giro è il rinvio della decisione sulle wild-card. L'UCI non ha ancora preso posizione, perché dopo un primo assecondamento della richiesta di RCS e ASO, si è trovata a far fronte all'opposizione delle squadre che compongono la massima categoria (o almeno alcune di queste), come rivelato da Cyclingnews. Sembra che non apprezzino il fatto di concedere un posto in più ad una formazione professional che da un lato gioverebbe di grande visibilità nonostante abbia investito un budget inferiore rispetto a chi partecipa di diritto, dall'altro verrebbe a sottrarre punti per il ranking in modo "sleale".
Già di per sé la seconda affermazione è totalmente fuori luogo, perché chi concede la deroga e chi ha stabilito l'attuale regolamento del ranking (in funzione del quale si assegnano le licenze World Tour) è sempre lo stesso organo, ovvero l'UCI. Appare peraltro quasi ridicolo opporsi a questo temendo di essere superati nel punteggio da squadre meno attrezzate, visto che il rendimento delle stesse dipende dal merito e se qualcuno spendendo meno va più forte di te è un problema tuo e non di chi governa: pensiamo ad esempio alla Lotto che attualmente ha un budget di circa 15 milioni di euro ma si trova tra le prime 10 squadre nel ranking ed ha grandissime possibilità di tornare nel World Tour; appare ben più legittima una loro riflessione sull'insostenibilità economica del ciclismo (vi rimandiamo a questo articolo di gennaio) rispetto alla bruta ostentazione del denaro come unico criterio di giudizio.
Ma il tutto appare accora più insensato se lo applichiamo alla situazione reale. Innanzitutto bisogna ricordare che le squadre Professional più strutturate che sono in grado di fare ottimi risultati spendono in verità budget assolutamente paragonabili a quello delle World Tour meno ricche: Uno-X Mobility, Tudor e Q36.5 hanno budget che si aggirano intorno ai 20 milioni di euro, ovvero appena inferiori ma assolutamente concorrenziali rispetto a quelli di alcune World Tour. Di conseguenza stando a quanto detto sopra, avrebbero lo stesso diritto di partecipare ai grandi eventi e giovare della visibilità che garantiscono. Quindi esattamente con quelle affermazioni a chi si starebbero opponendo? Ai 4 milioni di euro con cui Team Polti VisitMalta e VF Group - Bardiani CSF - Faizanè cercano di tirare avanti? Sarebbe piuttosto ipocrita prendersela con chi sta anni luce dietro di te nel ranking e non potrebbe mai prenderti il posto nel 2026.
Appare abbastanza evidente che certe lamentele mancano di fondamento e non si spiegano se non guardando più da lontano come sta cambiando il ciclismo negli ultimi anni. L'introduzione del ranking come criterio per l'assegnazione della licenza World Tour ha stravolto gli equilibri: pur essendoci alcuni difetti importanti da risolvere (ad esempio il fatto che sia più svantaggioso correre il Giro che non le gare minori che si svolgono in contemporanea), si è trattato di una riforma che ha cambiato in meglio il ciclismo rendendo possibile a chiunque accedere al World Tour. Gli effetti si sono visti subito perché quella che oggi si chiama Alpecin-Deceuninck è salita nella massima cateogria crescendo passo passo lanciata dai risultati di Mathieu Van der Poel, senza dover trovare dal nulla un budget gigantesco. Questo sarebbe stato impossibile con il precedente sistema in cui era l'UCI ad assegnare arbitrariamente le licenze anche e soprattutto in base al budget disponibile e nel quale sarebbe stato assolutamente impossibile che la XDS Astana rischiasse di retrocedere. Era un sistema chiuso che blindava il posto delle squadre che già disponevano una licenza e risultava quasi impenetrabile a chi volesse accedervi.
Questo è quello che le anonime squadre World Tour che si stanno opponendo alla deroga per i Grandi Giri rimpiangono, ma non hanno il coraggio di ammetterlo. La XDS Astana, che abbiamo appena citato, è attualmente addirittura 21° nel ranking e rischia non solo di retrocedere, ma di non avere nemmeno il pass per partecipare di diritto alle corse World Tour nonostante un budget di circa 30 milioni di euro. Non sappiamo se questa formazione rientri tra quelle che stanno protestando, ma ci spiega benissimo qual è in vulnus che si è creato, facendo crollare molte certezze e rendendo la capacità di spendere i soldi più rilevante di quella di reperirli. Ed è proprio tutto questo che sta garantendo l'esistenza di molte formazioni Professional di un certo livello, che crescono con l'ambizione (molto più concreta rispetto a qualche anno fa) di poter entrare a loro volta nel World Tour.

Egan Bernal si allena e non si risparmia
Cambiando completamente argomento, ci tenevamo a riservare alcune righe allo scalatore colombiano. Quasi inutile ricordare il suo tragico curriculum: dopo il successo al Tour nel 2019, un 2020 deludente e un'altra grande annata nel 2021, subì un gravissimo infortunio in allenamento, che lo tenne lontano dalle corse per quasi tutto il 2022. Da allora si è solo parzialmente ritrovato, anche perché non sono mancate mille altre cadute che ne hanno ostacolato le ambizioni. L'ultima di queste si è verificata meno di un mese fa, quando un fiducioso Bernal uscito dal doppio successo ai campionati nazionali in linea e a cronometro si è fratturato la clavicola alla Clasica Jaen.
Il colombiano l'anno scorso è riuscito a fare ottime cose, pur non vincendo, suscitando un certo ottimismo soprattutto alla Volta a Catalunya in cui è arrivato secondo alle spalle di Pogacar nella tappa regina, quindi terzo in classifica generale. Il ritorno al successo all'inizio di quest'anno sembrava aprire nuove porte alla speranza di rivedere un Bernal quantomeno vicino a quello che era il suo potenziale prima dell'incidente, ma il nuovo infortunio ha costretto tutti a sospendere il giudizio una volta di più.
Spulciando le attività di Strava però si vede che Bernal si è già ripreso e si sta allenando intensamente già da alcune settimane, prima a Montecarlo e adesso a Taormina. Alcune prestazioni prolungate a 6 watt/kg messe sul campo in Costa Azzurra hanno suscitato interesse tra i più curiosi e abbiamo cercato di approfondire. Il colombiano sembra inserire con regolarità in allenamento salite di una certa lunghezza da percorrere intorno a 360 watt (appunto circa 6 watt/kg), che a giudicare dalla frequenza con cui compaiono nelle sue attività non sono test al massimo delle possibilità, ma lavori specifici a un ritmo prestabilito (troppo difficile allo stato attuale provare ad ipotizzare quale sia la sua FTP attuale).
Senz'altro è interessante notare che un anno fa, stava correndo la Parigi-Nizza mettendo sul campo prestazioni simili in salita in corsa che poi diventarono leggermente superiori in Catalogna due settimane dopo. Il fatto che Egan riesca ad esprimere certi valori in allenamento in una fase di recupero da un infortunio lascia ben sperare. In un Giro d'Italia come il prossimo in cui mancano i fenomeni assoluti, se dovesse ritornare ai suoi livelli potrebbe essere a tutti gli effetti un fattore per la corsa. Lo speriamo fortemente, sia da un punto di vista umano, perché Bernal si meriterebbe di voltare pagina, sia da un punto di vista tecnico, perché un forte scalatore un po' più debole a cronometro degli avversari farebbe un gran bene allo spettacolo.