Michel Hessmann, risultato positivo ad un diuretico alcune settimane fa © Eurosport
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Plugge sul caso Hessmann: "Dovremmo guardarci allo specchio"

Il general manager del Team Jumbo-Visma ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito al caso di doping del corridore tedesco, risultato positivo qualche settimana fa

22.09.2023 12:14

Qualche settimana fa il Team Jumbo-Visma è stato funestato dalla notizia della positività ad un diuretico del corridore tedesco Michel Hessmann. In merito alla questione è intervenuto sul magazine RIDE, Richard Plugge, general manager della società neerlandese, che ha proposto delle riflessioni davvero interessanti a riguardo.

Mercoledì 16 agosto 2023 è stata una giornata nera per il nostro team. Per la prima volta in dieci anni abbiamo ricevuto la notizia che un corridore della nostra squadra, Michel Hessmann, era risultato positivo al test antidoping. Dobbiamo guardarci allo specchio noi stessi, stiamo facendo tutto bene?”.

Plugge ha poi spiegato come vi sia una duplice possibilità nel caso Hessmann: Tutti coloro che sono coinvolti nella e con la nostra organizzazione devono essere consapevoli di tutto. La Germania ha una legge sul doping, quindi l'ufficio del pubblico ministero è automaticamente coinvolto. Il diritto penale ha la presunzione di innocenza, mentre il diritto disciplinare ragiona al contrario. Spetta all'atleta dimostrare di non aver fatto nulla di male. Se il test è stato eseguito correttamente ci sono due possibilità: o è cosciente o si tratta di contaminazione da un integratore o da un altro medicinale”.

Infine la chiosa sulla politica del Team Jumbo-Visma:Nel nostro team è obbligatorio utilizzare solo integratori e medicinali controllati in batch per sostanze dopanti, per ridurre al minimo il rischio di contaminazione. Molti prodotti contengono resti di altri prodotti. In sintesi, un atleta no può semplicemente assumere un integratore, un farmaco o una bevanda energetica senza sapere  se è stato prima testato. Può esserci un controllo antidoping, in gara o fuori, 365 giorni all'anno, l'atleta deve essere attento ogni giorno. Questo fa parte della politica nel ciclismo. I corridori vengono controllati tra le 30 e le 150 volte all'anno. Ciò è positivo e dovrebbe rimanere tale. Siamo a favore dello sport leale in cui i talenti si danno battaglia su un piano di parità”

 

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