A CosmoBike 25 tristi metri quadri di FCI. E la promozione? Magari un'altra volta...
CosmoBike è un'importante fiera di settore che si svolge proprio in questi giorni a Verona. Mancano diverse grandi aziende internazionali e alcune pure italiane (Pinarello, tanto per non fare nomi), ma resta un evento in grado di riempire tre padiglioni, di essere molto visitato, e di rappresentare un appuntamento cardine per il ciclismo nel nostro paese. Un appuntamento a cui i soggetti istituzionali del movimento pedalatorio non possono mancare; e infatti non mancano.
Tra gli altri, anche la FCI espone con un suo stand. Wow. Uno stand da far tremare i polsi, ragazzi. 5x5, 25 metri quadri di modello base, a cui mancano però tutti gli accessori. Tra gli espositori, solo un'azienda (di import, crediamo) cinese ha presentato uno stand più misero di quello azzurro: questi orientali sono presenti con solo due addetti e nessun prodotto esposto; per FCI, tre addetti, quattro opuscoli e delle buste di carta con il logo della Federazione come gadget. Stranamente ieri non c'era la fila di visitatori, al cospetto di cotanta offerta. C'è qualche ragione di pensare che anche nei restanti giorni della fiera lo stand FCI resterà un po' periferico nelle traiettorie del pubblico di CosmoBike...
Già un maxischermo con le ultime imprese degli azzurri, almeno un computer (che fa sempre scena), quattro poster e qualche oggettino in più avrebbero reso più utile la presenza FCI a Verona; in questo modo invece, con uno stand amorfo e nessun senso che si percepisca attraverso di esso, pare che la Federazione abbia solo buttato i soldi della partecipazione (ammesso che, in quanto istituzione, paghi lo spazio espositivo).
Gli enti "rivali", come UISP, o come la Federazione Triathlon, hanno uno stand molto strutturato rispetto a quello federale. Ma non è neanche questo il punto. Il punto è che un mese fa si vinceva un oro a Rio de Janeiro, e l'occasione di avere un successo così fresco e importante poteva essere sfruttata alla grande per fare un po' di proselitismo per la pista. Costruire un minianello in cui far girare Elia Viviani e far provare le bici da pista a un pubblico di giovani e giovanissimi, per esempio. Nulla che non si sia visto (ad opera di British Cycling, ad esempio) in eventi simili negli ultimi anni. Nulla che non fosse realizzabile (all'interno della fiera abbiamo visto un minicircuito di BMX, tanto per dire; e all'esterno dei padiglioni due minicircuiti di offroad). Nulla a cui Elia si potesse sottrarre, tanto che il Campione Olimpionico era pure presente ieri, solo che per ragioni di sponsor.
Si torna al discorso base che sempre si fa: la FCI ha reale interesse a promuovere le proprie discipline e le proprie eccellenze? O l'unica cosa da promuovere è l'ineffabile sorriso del baffo che non conosce confini? La risposta la sapete già, e la sapete bene.
Tra gli altri, anche la FCI espone con un suo stand. Wow. Uno stand da far tremare i polsi, ragazzi. 5x5, 25 metri quadri di modello base, a cui mancano però tutti gli accessori. Tra gli espositori, solo un'azienda (di import, crediamo) cinese ha presentato uno stand più misero di quello azzurro: questi orientali sono presenti con solo due addetti e nessun prodotto esposto; per FCI, tre addetti, quattro opuscoli e delle buste di carta con il logo della Federazione come gadget. Stranamente ieri non c'era la fila di visitatori, al cospetto di cotanta offerta. C'è qualche ragione di pensare che anche nei restanti giorni della fiera lo stand FCI resterà un po' periferico nelle traiettorie del pubblico di CosmoBike...
Già un maxischermo con le ultime imprese degli azzurri, almeno un computer (che fa sempre scena), quattro poster e qualche oggettino in più avrebbero reso più utile la presenza FCI a Verona; in questo modo invece, con uno stand amorfo e nessun senso che si percepisca attraverso di esso, pare che la Federazione abbia solo buttato i soldi della partecipazione (ammesso che, in quanto istituzione, paghi lo spazio espositivo).
Gli enti "rivali", come UISP, o come la Federazione Triathlon, hanno uno stand molto strutturato rispetto a quello federale. Ma non è neanche questo il punto. Il punto è che un mese fa si vinceva un oro a Rio de Janeiro, e l'occasione di avere un successo così fresco e importante poteva essere sfruttata alla grande per fare un po' di proselitismo per la pista. Costruire un minianello in cui far girare Elia Viviani e far provare le bici da pista a un pubblico di giovani e giovanissimi, per esempio. Nulla che non si sia visto (ad opera di British Cycling, ad esempio) in eventi simili negli ultimi anni. Nulla che non fosse realizzabile (all'interno della fiera abbiamo visto un minicircuito di BMX, tanto per dire; e all'esterno dei padiglioni due minicircuiti di offroad). Nulla a cui Elia si potesse sottrarre, tanto che il Campione Olimpionico era pure presente ieri, solo che per ragioni di sponsor.
Si torna al discorso base che sempre si fa: la FCI ha reale interesse a promuovere le proprie discipline e le proprie eccellenze? O l'unica cosa da promuovere è l'ineffabile sorriso del baffo che non conosce confini? La risposta la sapete già, e la sapete bene.