La nuova vita di Superman López, Rey de Latinoamérica
Miguel Ángel domina la scena oltreoceano con il viejo Óscar Sevilla e tutto il Team Medellín-EPM. La fine del sogno di Marco Friedrich, e dall'altra parte del mondo i Campionati Oceanici
Nono appuntamento con la rubrica Mondo Continental. In questa puntata: Campionati Oceanici, Vuelta Bantrab, la fine della carriera di Marco Friedrich e il Team Medellin-EPM, la più importante squadra colombiana.
Le corse della settimana
Campionati Oceanici
In Australia, a Brisbane, si sono disputati i Campionati Oceanici su strada, con l’assenza di tutti i migliori corridori del continente, impegnati nella stagione europea. Nella prova a cronometro l’unico neozelandese al via, Tom Sexton (Bolton Equities-Black Spoke), è riuscito a battere la folta pattuglia australiana. Unico professionista al via e medaglia d’argento nel 2022, il ventiquattrenne era il favorito della viglia e ha preceduto di 35” Jordan Villani e 53” Riley Fleming (St.George). I due australiani più noti al via, Benjamin Dyball (Victoire Hiroshima) e Drew Morey (Kinan), hanno concluso la prova rispettivamente quarto a 1’ e quinto a 1’21”.
Il miglior tempo assoluto è stato in realtà quello di Brady Gilmore (ARA|Skip Capital), 5” più veloce di Sexton, ma il giovane australiano era in gara tra gli under 23 e ha dovuto accontentarsi del titolo di categoria. L’ARA|Skip Capital ha monopolizzato il podio della prova: Hamish McKenzie ha conquistato la medaglia d’argento, chiudendo a 23” dal vincitore, mentre Oliver Bleddyn si è preso il bronzo con 51” di ritardo.
Nella prova in linea era prevista una classifica unica per élite e under 23 e i giovani australiani sono riusciti ad avere la meglio sui neozelandesi. In una gara decisa da una volata di gruppo, si è imposto il ventunenne Liam Walsh (Bridgelane), bravo a superare proprio negli ultimi metri Brady Gilmore, che aveva provato ad anticipare la volata. Tom Sexton, dopo il successo nella cronometro, è riuscito a salire ancora una volta sul podio, confermando il bronzo dello scorso anno. Oltre alla classifica unica era previsto anche un podio per gli under 23, con Declan Trezise (ARA|Skip Capital) che ha conquistato la medaglia di bronzo alle spalle di Walsh e Gilmore.
Da segnalare che, a differenza degli altri Campionati Continentali, in Oceania, vista la presenza di due sole nazioni (Australia e Nuova Zelanda), i corridori gareggiano con i propri team di appartenenza e non con le nazionali.
Vuelta Bantrab
In Guatemala è andata in scena la seconda edizione della Vuelta Bantrab, corsa a tappe di cinque giorni all’esordio nel calendario UCI. Al via erano presenti tre Continental (la colombiana Medellin-EPM, l’ecuadoriana Movistar-Best PC e la panamense Panamá es Cultura y Valores) e quattordici formazioni dilettantistiche.
Il Team Medellin-EPM ha totalmente dominato la corsa, aggiudicandosi tutte le tappe, facendo doppietta in una classifica generale in cui ha piazzato ben cinque corridori in top ten e portandosi anche a casa la graduatoria a squadre e quella riservata agli scalatori. Già nella prima tappa è stato chiaro che la vittoria finale sarebbe andata alla squadra colombiana: Óscar Sevilla e Miguel Ángel López hanno staccato tutti gli avversari e sono arrivati in parata, con lo spagnolo vincitore di tappa. Il primo gruppo inseguitore ha pagato ben 3’54” ed è stato regolato da un altro corridore del Team Medellin, Róbigzon Oyola.
La seconda frazione, altimetricamente molto più semplice, ha visto una trentina di corridori giocarsi il successo in volata: ad imporsi è stato Oyola, che ha preceduto Byron Guamá (Movistar-Best PC) e Christofer Jurado (Panamá es Cultura y Valores). Sevilla, quinto, ha conservato la maglia di leader. Nella terza tappa tre corridori sono riusciti a giocarsi la tappa in volata, dopo essere evasi dal gruppo, ed è stata doppietta per la formazione colombiana: ha vinto Javier Jamaica davanti a Yeison Reyes, con il guatemalteco Sergio Chumil (Hino-One), costretto ad accontentarsi della terza posizione. Il gruppo dei migliori, giunto a soli 4”, è stato regolato da Oyola davanti a Sevilla.
La quarta frazione ha visto ancora una volta il Team Medellin gestire a proprio piacimento il finale: Miguel Ángel López ha trovato il successo personale in una volata a tre in cui ha preceduto Juan Diego Alba (Movistar-Best PC) e Sevilla, che in realtà non ha neanche sprintato. Chumil ha chiuso quarto a 3”. La corsa si è conclusa con un altro arrivo in parata nell’ultima tappa: López si è preso il secondo successo consecutivo davanti a Sevilla, con Marco Tulio Suesca (Movistar-Best PC) a completare il podio di giornata, con un ritardo di 1’38”.
In assenza di abbuoni è stata la somma dei piazzamenti a decidere il vincitore finale tra Miguel Ángel López e Óscar Sevilla: a spuntarla è stato quest’ultimo, bravo a chiudere tutte le tappe nei primi cinque. A quarantasei anni e mezzo, dunque, lo spagnolo si conferma ancora molto competitivo nelle corse sudamericane. López si è accontentato del secondo posto e della maglia di miglior scalatore, mentre Marco Tulio Suesca ha chiuso terzo, con un ritardo di 5’40”, riuscendo proprio nell’ultima tappa a scalzare dal podio il corridore di casa Sergio Chumil. Il messicano Jorge Ramirez (Petrolike) si è aggiudicato la classifica degli sprint, mentre il guatemalteco Wilson Chonay (Asociacion de Chimaltenango Pollería Carmencita) è stato il miglior giovane.
Le Continental tra i big
Settimana abbastanza positiva per le formazioni di terza divisione impegnate in corse di livello superiore tra Francia e Paesi Bassi.
Alla Route Adélie de Vitré erano presenti le quattro Continental transalpine (esclusa come sempre la Groupama-FDJ Continental per via della presenza in corsa del team WorldTour), la canadese XSpeed United, l’estone Tartu2024 e la tedesca Maloja Pushbikers. In fuga sin dai primi chilometri, Nicolas Debeaumarché (St.Michel-Mavic-Auber93) è riuscito a restare davanti fino alla fine, chiudendo con un eccellente quarto posto. Molto bene anche Maxime Jarnet (Go Sport – Roubaix Lille Métropole), settimo.
Alla Volta Limburg Classic gli organizzatori hanno dato spazio a ben quattordici Continental. Le pessime condizioni meteo hanno messo in difficoltà il gruppo e diversi fuggitivi della prima ora sono riusciti ad ottenere risultati importanti: Timo De Jong (VolkerWessels) ha chiuso ottavo, appena davanti ad Abram Stockman (TDT-Unibet), mentre Tim Marsman (Metec-SOLARWATT) ha ottenuto un buon dodicesimo posto. Splendida prova anche per Mathias Bregnhøj (Leopard TOGT), che è riuscito a rientrare sui fuggitivi in un secondo momento e a chiudere decimo.
Per la prima volta in stagione, una corsa spagnola di categoria Pro, il GP Miguel Indurain, ha dato spazio ad una formazione Continental, la Electro Hiper Europa. La compagine diretta da Rafael Casero ha onorato la corsa, inserendo Xavier Cañellas nella fuga di giornata, ma non è riuscita ad ottenere un risultato finale di spessore: il migliore è stato, infatti, Victor Martinez, ottantesimo ad oltre 13’ dal vincitore Ion Izagirre.
In Belgio, allo Scheldeprijs, l’unica formazione di terza divisione invitata è stata la neerlandese BEAT. La compagine diretta da Brian Van Goethem si è messa in luce inserendo nella fuga di giornata Bram Dissel e Vincent Hoppezak. Gil D’Heygere è stato il migliore nello sprint finale, ma non è andato oltre la ventiseiesima posizione.
Nonostante sia arrivato ormai il mese di aprile, l’UCI ha registrato in settimana una nuova Continental sul proprio sito, la Mes Sungun-Azad, presente in gruppo anche nel 2022 con il nome Azad University. Il roster è composto da dodici corridori, tutti iraniani, il più noto dei quali è Amir Kolahdozhagh, ultimo esponente dell’età dell’oro del ciclismo di Teheran e dintorni. Fanno parte del team anche il campione nazionale in carica Behnam Khalili Khosroshahi e Mohammad Ganjkhanlou, quattro volte sul podio nei Campionati Asiatici under 23.
Una notizia di ciclomercato arriva dal Belgio: la Lotto Dstny Development ha ingaggiato il britannico Christopher Lawless, ritrovatosi da poco appiedato in seguito all’improvvisa chiusura della AT85. L’ex corridore della Sky dovrebbe fare il suo esordio con il suo nuovo team in patria, alla Rutland Melton CICLE Classic, per poi spostarsi subito dopo in Francia per il Tour de Bretagne. Il ventisettenne dovrebbe disputare in seguito qualche gara con il ramo Pro della squadra, in appoggio ai velocisti Caleb Ewan e Arnaud De Lie.
Una novità riguarda anche una squadra italiana: l’UCI ha registrato nel roster della Mg.K Vis - Colors for Peace il panamense Roberto González, che può vantare un’esperienza triennale tra i professionisti con la Neri Sottoli / Vini Zabù. Il ventottenne avrebbe dovuto correre quest’anno con la Kiwi Atlántico - Cabo de Peñas, in cui aveva già militato nel 2022, ma la formazione diretta da Enrique Salgueiro non ha ottenuto la licenza Continental, lasciando liberi i propri corridori di accasarsi altrove.
Il corridore della settimana: Marco Friedrich
In questo numero di Mondo Continental, lo speciale sul corridore della settimana non è incentrato su un giovane dal futuro radioso o su qualcuno che ha ottenuto risultati particolarmente interessanti nell’ultimo periodo, ma parla di un ragazzo che pochi giorni fa ha annunciato il ritiro dall’attività a soli venticinque anni, a causa di un grave infortunio rimediato in corsa nel 2022.
Sin da giovanissimo Marco Friedrich si dimostrò uno dei prospetti più interessanti del panorama austriaco: nel 2014 chiuse al secondo posto il campionato nazionale a cronometro nella categoria Allievi. L’anno seguente, all’esordio tra gli juniores, confermò delle buone attitudini contro il tempo, chiudendo il campionato nazionale a cronometro al terzo posto, alle spalle di Patrick Gamper e Felix Gall, due corridori che corrono da anni nel WorldTour. Partecipò a diverse gare internazionali e, nonostante fosse solo al primo anno nella categoria, si guadagnò la convocazione per i Campionati del Mondo di Richmond. La spedizione si rivelò trionfale per la selezione austriaca, che tornò a casa con la medaglia d’oro di Gall.
L’anno successivo divenne un punto fermo della nazionale, con cui partecipò alla Corsa della Pace, alla Parigi-Roubaix, ai Campionati Europei e ai Mondiali. Ai campionati nazionali fece bene, chiudendo quinto nella prova in linea e secondo nella cronometro, battuto da Markus Wildauer, grande talento che si è ritirato a ventitré anni per mancanza di motivazioni.
Nel 2017 l’austriaco fece il suo debutto nel mondo Continental con la maglia della WSA-Greenlife: conquistò la classifica degli scalatori al Gemenc Grand Prix e chiuse al settimo posto il campionato nazionale a cronometro, togliendosi la soddisfazione di partecipare alla principale corsa del suo paese, il Tour of Austria, e ai Campionati Europei under 23. L’anno seguente passò alla Tirol, storica formazione che da quell’anno decise di concentrarsi esclusivamente sulla categoria under 23. Non ottenne risultati particolarmente roboanti, ma si tolse la soddisfazione di partecipare al Giro del Fiandre under 23 e alla Gent-Wevelgem/Kattekoers-Ieper con la maglia della nazionale. Con il suo team, invece, disputò per la prima volta il Giro d’Italia Giovani e anche una corsa professionistica di alto livello come il Tour of the Alps.
Il 2019 fu l’anno in cui Fredrich ottenne i migliori risultati in corse UCI: fu nono alla Carpathian Couriers Race (con due top ten di tappa), ventiquattresimo al Giro d’Italia Giovani e quarto al campionato nazionale a cronometro under 23 (decimo assoluto). Con la maglia della nazionale, inoltre, partecipò per la seconda volta al Giro delle Fiandre under 23 e per la prima al Tour de l’Avenir.
Il 2020 fu l’ultimo anno da under 23 per Friedrich, ma il suo calendario fu molto limitato: i pochi giorni di corsa furono comunque di buona qualità, con il decimo posto il campionato nazionale a cronometro (terzo fra gli under 23) come miglior risultato e la partecipazione con la maglia della nazionale ai Campionati Europei di categoria e all’Orlen Nations GP. La sua stagione si chiuse con la partecipazione ai Campionati del Mondo élite di Imola, in cui si mise in luce entrando nella fuga di giornata.
Nel 2021 il corridore austriaco fu costretto a lasciare la Tirol per raggiunti limiti di età e passò alla Felbermayr-Simplon Wels. Riuscì a disputare un buon numero di corse, ma senza grandi risultati personali, anche perché spesso bloccato in compiti di gregariato per corridori dal passato importante come Daniel Turek e Riccardo Zoidl.
Confermato anche per il 2022, ha partecipato al Tour of Antalya, all’Istrian Spring Trophy e a diverse corse dilettantistiche, prima di schierarsi al via della Czech Cup. Proprio nella corsa ceca, Friedrich è stato vittima del grave incidente che ha messo fine alla sua carriera: ha centrato un’auto parcheggiata a bordo strada e ne ha sfondato il lunotto, ferendosi gravemente al collo. Una dinamica che ha ricordato quella dell’incidente della Coppa della Pace 2016, che ha di fatto posto fine alla promettente carriera di Keagan Girdlestone, oggi diventato attore. Come nel caso del sudafricano, i tempestivi soccorsi hanno impedito conseguenze tragiche: Friedrich ha perso circa due litri di sangue, si è fratturato una vertebra cervicale e ha subito danni ai nervi della spalla sinistra e ad una corda vocale.
Ha iniziato il percorso di recupero con l’obiettivo di tornare a correre e ha ricevuto il supporto della sua squadra, che lo ha confermato anche per il 2023, ma il rientro alle competizioni si è rivelato impossibile. Lo stiriano si è reso conto che la corda vocale sinistra, ancora completamente paralizzata, gli impedisce di respirare correttamente in caso di sforzi intensi e questo non è ovviamente compatibile con l’attività agonistica.
Grazie agli esercizi di logopedia è tornato a parlare abbastanza bene e tutti gli sforzi fatti nella speranza di poter tornare a correre hanno accelerato il recupero nell’ottica di una vita normale, permettendogli anche lo sfizio di uscire in bicicletta senza forzare troppo. A venticinque anni Marco Friedrich deve dire addio al sogno di diventare un ciclista professionista, ma ha tutto il tempo di togliersi tante soddisfazioni in altri ambiti.
La squadra della settimana: Team Medellin-EPM
Il livello della Vuelta Bantrab non sarà stato eccelso, ma una Continental dominante come il Team Medellin-EPM nella corsa guatemalteca non si vede spesso. Alla fine del 2016 José Julián Velásquez, che aveva da poco lasciato l’incarico di CT della nazionale colombiana di ciclismo su pista, decise di spostarsi alla strada e il suo progetto di creare una nuova squadra ciclistica trovò subito l’appoggio delle autorità politiche di Medellin, che videro nell’idea di Velásquez la perfetta occasione per promuovere la città sia a livello nazionale che internazionale. Il team ottenne la licenza Continental per la stagione 2017 e diventò subito uno dei riferimenti del ciclismo sudamericano, con le due vittorie della classifica a squadre dell’UCI America Tour (2019 e 2020) a dimostrare il successo del progetto.
Nel 2023 la formazione colombiana, che aveva provato senza successo ad ingaggiare Nairo Quintana, è partita fortissimo e ha già vinto ben nove corse a livello UCI (più altre nel calendario nazionale). Il roster è composto al momento da undici corridori, ma nelle gare nazionali sono stati schierati anche altri uomini che potrebbero essere registrati all’UCI in futuro.
Il leader della squadra è Miguel Ángel López, un corridore che non ha certamente bisogno di presentazioni. Il ventinovenne, che in carriera ha concluso sul podio sia il Giro d’Italia che la Vuelta a España, è stato licenziato dall’Astana a dicembre per una vicenda di doping ancora non chiarita. Nessuna squadra professionistica si è assunta il rischio di ingaggiarlo e lui ha deciso di tornare in patria per continuare la sua carriera. I risultati ottenuti finora (5 vittorie UCI) dimostrano che non ha perso le motivazioni e che la categoria Continental gli sta decisamente stretta.
Anche il vincitore della Vuelta Bantrab non ha bisogno di presentazioni: Óscar Sevilla è uno dei decani del ciclismo mondiale e ha fatto il suo esordio tra i professionisti nel 1998, quando Tadej Pogačar e Remco Evenepoel non erano ancora nati. Nel 2001 ha chiuso sul podio la Vuelta a España ed è stato miglior giovane del Tour de France. Lo spagnolo vive in Colombia dal 2009 con la sua famiglia ed è uno dei simboli del Team Medellin, con cui corre sin dalla fondazione.
Un altro corridore con un buon passato in Europa è Fabio Duarte, campione del mondo fra gli under 23 nel 2008. Il trentaseienne è sempre stato considerato un grande talento, ma non ha mai fatto della costanza uno dei suoi punti di forza. È stato professionista nel 2007, dal 2011 al 2015 e nel 2018 e ha ottenuto i più importanti successi della sua carriera in Italia: oltre al titolo mondiale, conquistato a Varese, ha vinto la Coppa Sabatini e una tappa al Tour of the Alps. Al Giro d’Italia è andato vicino al successo di tappa, ma non è riuscito a centrarlo, fermandosi per ben quattro volte al secondo posto. Corre con il Team Medellin dal 2020 e lo scorso anno si è imposto nella Vuelta a Colombia.
Aldemar Reyes ha corso fra i professionisti dal 2017 e il 2019 con la Manzana Postobon, ma non è riuscito ad imporsi al di fuori della Colombia. Negli ultimi due anni ha vinto la classifica a punti della Vuelta a Colombia, a cui ha abbinato anche due successi di tappa. Nel 2022 ha vinto la prova in linea dei Giochi Bolivariani, delle mini Olimpiadi riservate ad atleti di Bolivia, Colombia, Ecuador, Panama, Perù e Venezuela. Suo fratello Yeison non ha, invece, mai corso tra i professionisti ed è ancora a caccia del primo successo UCI. Alla Vuelta Bantrab ci è andato vicino con il secondo posto nella terza tappa.
Anche Brayan Sánchez può vantare un passato tra i professionisti, ma nella sua esperienza alla Holowesko-Citadel non ha mai messo piede fuori dal continente americano. Nel 2021 ha vissuto la sua migliore stagione, imponendosi in due tappe della Vuelta a Colombia e in una del Tour du Rwanda.
Non ha mai corso tra i professionisti, ma Walter Vargas si è affermato ormai da tempo come uno dei migliori cronomen colombiani: delle nove vittorie UCI ottenute in carriera, ben otto sono arrivate in prove contro il tempo e la nona è la classifica generale della Vuelta del Uruguay 2019, in cui aveva dominato la cronometro, scavando il solco decisivo. È uno dei tre corridori in rosa a far parte del Team Medellin sin dalla fondazione.
Insieme a Vargas e Sevilla, Róbigzon Oyola fa parte del team sin dal 2017. Corridore veloce e abbastanza forte sul passo, il trentaquattrenne ha conquistato in settimana, alla Vuelta Bantrab, il suo primo successo da quando corre nel Team Medellin, tornando alla vittoria dopo un digiuno di otto anni.
Anche Javier Jamaica ha vinto una tappa alla Vuelta Bantrab, ottenendo così il suo primo successo a livello UCI. Il ventisettenne si era già messo in mostra nella prova in linea dei campionati nazionali, che aveva chiuso al quinto posto dopo aver provato anche l’attacco solitario.
È invece ancora a secco di successi a livello UCI Danny Osorio. Il trentaquattrenne è comunque un corridore di spessore: ha chiuso per tre volte in top ten la Vuelta a Colombia ed è reduce dall’ottavo posto finale alla Vuelta Bantrab.
Victor Ocampo è il corridore più giovane del team e l’anno scorso si è sbloccato imponendosi in una tappa della Vuelta Venezuela. In occasione della cronometro under 23 dei Campionati del Mondo 2021 divenne virale il video della sua caduta alla prima curva, dopo soli otto secondi di gara.
A meno di sorprese, il Team Medellin-EPM dovrebbe tornare alle corse all’inizio di maggio, in occasione dell’International Tour of Hellas, che rappresenterà il debutto stagionale in Europa.