Dylan Groenewegen nel dopocorsa a Digione: «Una volata perfetta»
Pogacar e Vingegaard all'unisono: «L'uomo da battere nella crono è Remco Evenepoel»
Digione ricompensa Dylan Groenewegen con il successo di tappa e punisce Jasper Philipsen per aver stretto alle transenne il connazionale Wout van Aert ai -250 alla linea d'arrivo. Il verdetto della strada - peraltro ritoccato dal collegio di giuria - si riflette anche sui commenti a margine del sesto atto del Tour 2024.
Groenewegen: «Ho disputato la volata che volevo»
«È una sensazione fantastica» - attacca il campione nazionale olandese nella consueta intervista a diffusione planetaria. «Con questa bellissima maglia, poi, la foto dell'arrivo sarà ancora più bella. E pazienza se non ho potuto esultare. I miei compagni di squadra hanno svolto un lavoro eccezionale tanto quanto ieri, ma alla fine della tappa di Saint Vulbas ero profondamento deluso da me stesso. Sono uscito al momento giusto, per un po' ho seguito la scia dei miei rivali ma alla fine ho disputato lo sprint che mi ero ripromesso di fare. Ho rallentato soltanto per un attimo prima di uscire dal lato sinistro della strada. Alla mia sinistra c'era Philipsen: amo queste volate gomito a gomito. Dubbi sulla mia condizione? Certo: ieri ero molto rammaricato, perché non ho sfruttato la prima opportunità a mia disposizione».
Sorrisi larghi anche tra i compagni di squadra della Jayco-AlUla, in testa il danese Christopher Juul-Jensen, intervistato da Eurosport: «Il finale di tappa è stato caotico e stressante. Avevamo grandi aspettative per oggi, nonostante l'esito negativo delle prime due volate. Abbiamo lavorato a fondo per portare Dylan nella posizione migliore. Conquistare un successo di tappa in un Tour così duro è un'enorme soddisfazione. Il mio ruolo è molto marginale se paragonato a quello dei miei compagni. Tuttavia, ogni finale di tappa nasconde molteplici rischi: le cadute, la pioggia, la bagarre tra gli uomini che lottano per la classifica generale, il lavoro di preparazione alla volata. Questo risultato ci aiuterà ad affrontare il resto della corsa con molta più serenità di prima».
Le opinioni di Pogacar e Vingegaard alla vigilia della crono
Giornata di relativa quiete - nonostante il brivido del ventaglio aperto dagli uomini della Visma-Lease a Bike a metà tappa - per il leader della generale Tadej Pogacar, già proiettato verso il primo test a cronometro della Grande Boucle 2024: «Oggi ho avuto un esempio delle difficoltà che possono scaturire dal vento trasversale, ancorché non fosse molto sostenuto. È stata una tappa abbastanza nervosa, ma la vera fortuna è che il chilometraggio fosse abbastanza contenuto e, pertanto, abbiamo potuto concluderla piuttosto velocemente. La crono di domani? Sì, ho provato il percorso un po' di tempo fa e posso dire che mi piace molto. Per quanto sia veloce, non conta solo l'aerodinamica, ma bisogna spingere forte dall'inizio alla fine. Pertanto, sarà interessante capire come andrà domani. Il favorito è senza dubbio Remco Evenepoel: non è un caso che sia il campione del mondo della specialità e abbia più volte battuto la concorrenza a cronometro. Credo che il belga possa essere un rivale pericoloso anche per la maglia gialla, se non altro perché ha messo nel mirino il Tour dalla fine del 2023».
A proposito della crono di Gevrey-Chambertin, cosa ne pensa il campione uscente delle ultime due edizioni? «Ho potuto visionare il percorso soltanto in video, perché la caduta al Paesi Baschi mi ha impedito di compiere la ricognizione», il pensiero di Vingegaard. «Non mi sembra una prova particolarmente tecnica, tutt'altro: la trovo particolarmente veloce. Per quanto Pogacar vada forte a cronometro, penso che il grande favorito per domani sia Evenepoel. Io darò il meglio di me stesso per poi fare tutte le valutazioni del caso dopo il traguardo».