Alberto Bruttomesso in maglia rosa nella prima tappa dell'ultimo Giro d'Italia under 23 © Federciclismo
Ciclismo Giovanile

«Non ho fretta. Con la Bahrain-Victorious voglio fare tanta esperienza»

Intervista ad Alberto Bruttomesso, diciannovenne del Cycling Team Friuli dallo sprint irresistibile che nel 2024 correrà con la Bahrain-Victorious. «Sto migliorando in salita, voglio essere più di un semplice velocista»

La stagione dilettantistica è iniziata da meno di un mese, ma alcuni dei corridori più attesi hanno già dato prova delle loro qualità. Tra questi spicca il giovane velocista Alberto Bruttomesso, da quest'anno atleta di punta del Cycling Team Friuli; il diciannovenne veneto si è già messo in mostra per le sue caratteristiche di velocista resistente, che nella scorsa stagione - la sua prima tra i dilettanti - gli hanno permesso di conquistare sei vittorie, tra cui la tappa inaugurale del Giro d'Italia U23. Il 2023 è cominciato molto bene, con il successo al GP Misano 100-Open Games e tre piazzamenti a podio. Ora in forze al Cycling Team Friuli, Bruttomesso è pronto a sbarcare nel World Tour: dal 2024 correrà infatti con la Bahrain-Victorious, con cui ha firmato un contratto biennale.

Qual è stato il tuo primo approccio al ciclismo?

«La mia famiglia ha sempre avuto a che fare con questo mondo, da mio nonno a mio zio. A trasmettermi la passione è stato però mio padre, che ha corso a livello giovanile tra i dilettanti prima di iniziare a correre solo a livello amatoriale. Ho iniziato a correre insieme a mia sorella (Giulia, ndr) allenandomi tra i G2 e iniziando a correre l'anno seguente tra i G3 con il Veloce Club Schio, squadra che mi ha condotto fino alla categoria allievi. A quel punto sono passato alla Borgo Molino da juniores, con cui sono rimasto per due anni.»

Tra i dilettanti hai iniziato con la Zalf Euromobil.

«Sì, lì è cominciato il mio cammino come under 23. Alla Zalf Euromobil Fior mi sono trovato davvero bene, l'ambiente era ottimo. Lo staff mi ha aiutato molto a coordinare le corse, gli allenamenti e la scuola, che in realtà è stata una delle difficoltà principali del cambio di categoria. Non ho sofferto molto il passaggio da juniores a under 23, anche grazie ai miei compagni con cui mi sono trovato molto bene.»

Poi è arrivata l'offerta della Bahrain-Victorious

«Nel corso della mia stagione d'esordio la Bahrain-Victorious mi ha contattato per offrirmi un contratto. Io ci tenevo a fare un altro anno tra gli under 23 e mi sono quindi accasato al loro team development, il Cycling Team Friuli. In inverno ho fatto due ritiri insieme alla Bahrain-Victorious. Stare a contatto con i professionisti mi ha permesso di imparare un sacco di cose e mi sono sentito subito a mio agio. Sono felice che abbiamo deciso di puntare su di me.»

Fino ad ora hai corso quasi esclusivamente in Italia.

«Sì, ma sono convinto che al primo anno da under 23 sia stato importante correre solo - o quasi - gare nazionali, soprattutto a inizio stagione quando ero ancora impegnato con la scuola. Ad agosto scorso ho fatto il Tour de l'Avenir; l'impressione è stata ottima, le corse all'estero ti permettono di sfidare grandi talenti e la qualità è sempre molto alta. In questi giorni sono in Belgio per la Youngster Coast Challenge e durante un'uscita sono passato su Oude Kwaremont e Paterberg: è stato strano ed emozionante, mi ha fatto capire l'importanza di gareggiare e allenarsi fuori dall'Italia. Se ho scelto di passare al Cycling Team Friuli è anche perché hanno un calendario più internazionale che mi permette di fare esperienza all'estero. A breve correrò la Gent-Wevelgem di categoria dove ci saranno le squadre development dei team World Tour, e questo è solo uno dei tanti appuntamenti furoi porta nel nostro calendario.»

Hai degli obiettivi in particolare per il 2023?

«Non ho cerchiato nessuna corsa in particolare. Quello che mi interessa al momento è fare esperienza, soprattutto nelle gare internazionali di inizio anno che, come dicevo prima, fanno la differenza per un corridore giovane.»

Hai dato un occhio al Mondiale?

«Sì, il percorso mi stuzzica, ma non lo definirei uno dei miei obiettivi stagionali. Bisogna considerare una cosa: quest'anno il Mondiale non sarà a fine settembre come al solito, ma ad inizio agosto. Per noi corridori cambia perché proprio in estate ci sono tante corse di rilievo, per cui per arrivare al Mondiale con una buona condizione sarà necessaria una preparazione diversa dal solito. Non so esattamente come starò ad agosto, ma se la mia condizione me lo permetterà mi farò trovare pronto in caso di una chiamata dal commissario tecnico.»

Sei sempre stato un corridore molto veloce negli sprint di gruppo. C'è qualcosa che stai cercando di migliorare oltre alle volate?

«Negli ultimi mesi sono migliorato molto in salita, mi sono reso conto che non basta avere uno spunto veloce per vincere e farsi notare tra i dilettanti. Quello che sto cercando di fare è mantenere comunque un ottimo spunto veloce per giocarmela in caso di volate a ranghi compatti, che si vedono spesso nelle gare under 23 italiane. Già quest'anno alla Coppa San Geo ho dato dimostrazione di questo miglioramento, resistendo in salita e concludendo 2° in volata. Non ho molta esperienza sulle pietre e nelle corse del nord, che sto iniziando ad approcciare in queste prime uscite con il Cycling Team Friuli. Spero di poter migliorare molto.»

C'è un corridore da cui prendi ispirazione?

«In realtà no, anche se di corridori da prendere come esempio ce ne sono davvero tanti. Mi piacciono corridori che sanno dare spettacolo come Wout Van Aert e Mathieu van der Poel, ma non ho un corridore che mi ispira più degli altri.»

Il ciclismo di oggi è ricco di corridori che salgono tra i professionisti da giovanissimi e fanno subito risultati importanti. Tu invece hai deciso di prolungare il tuo periodo tra gli under 23.

«Sì, come dicevo prima ho fatto questa scelta per non velocizzare troppo i tempi. Sarei contento di raccogliere anche solo il 10% di quello che ha raccolto un corridore come Remco (Evenepoel, ndr), ma è chiaro che anche dal mio primo anno tra i professionisti non debba farmi troppe aspettative. Nel primo anno voglio essere di supporto alla squadra e, se ne avrò occasione, cercherò di fare qualche risultato.»

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Se sorrido mentre parli, probabilmente stai parlando di ciclismo. Tifoso sfegatato di tutti i corridori dal nome bizzarro e appassionato di triathlon, sono tra quelli che attendono la stagione di ciclocross più di quella su strada.