Sulla ruota di Foligno Greipel fa un terno al Lotto
Terzo successo di fila per i belgi: il tedesco regola Nizzolo e Modolo, Kittel fora
L'ultima squadra capace di vincere tre tappe di fila al Giro d'Italia era stata la Movistar nel 2013 con Visconti, Intxausti e ancora Visconti a portarsi a casa gli arrivi del Galibier, di Ivrea e di Vicenza. Il filotto è stato ripetuto quest'anno dalla Lotto Soudal che è stata capace di aggiudicarsi le ultime tre frazioni delle sette sinora affrontate; anche in questo caso chi ha aperto il conto è anche colui che ha messo il terzo sigillo.
André Greipel si è imposto in maniera netta sul traguardo di Foligno, arrivando a quota cinque vittorie al Giro e diventando il tedesco pù vincente nella gara di RCS Sport, distanziando di un'unità Rudi Altig e Marcel Kittel. Ed è proprio il dominatore delle prime due frazioni in linea l'avversario che non c'è stato, dato che ha dovuto arrendersi per un problema meccanico negli immediati km di avvicinamento alla volata.
Non parte Warbasse. Wellens sfila l'azzurra a Cunego
Il primo terzo di Giro si chiude con la Sulmona-Foligno, frazione di 211 km che risale ancora la Penisola. Dopo il fuori tempo massimo di Matteo Pelucchi, altra defezione per l'IAM Cycling che non allinea alla partenza nella città dei confetti Lawrence Warbasse: lo statunitense soffre da alcuni giorni per il dolore alla schiena, che ha convinto i medici del team elvetico a non farlo gareggiare.
Già al km 4 parte un'azione di tre elementi: a comporla il tedesco Patrick Gretsch (AG2R La Mondiale), lo svizzero Stefan Küng (BMC Racing Team) e l'australiano Jay McCarthy (Tinkoff). Nell'immediata ascesa verso il gpm di Le Svolte di Popoli (km 20) i tre proseguono la loro avventura, scollinando nel gpm di seconda categoria (Küng davanti a McCarthy e Gretsch) con soli 5" sui più immediati inseguitori: lottano per conquistare i punti per la maglia azzurra i primi due sella speciale classifica.
A passare in testa è il vincitore di ieri Tim Wellens (Lotto Soudal) che anticipa Damiano Cunego (Nippo-Vini Fantini) e colui conquistò un anno fa la graduatoria, ossia Giovanni Visconti (Movistar Team). Con un simile transito Wellens soffia virtualmente la vetta, andando a quota 21 punti contro i 20 del veronese. Dato il ridotto margine, l'azione viene rapidamente neutralizzata; la discesa e l'elevato ritmo causano però una rottura nel gruppo, con il primo troncone di cinquantacinque elementi (presenti tutti i big tranne Ilnur Zakarin) che riesce a guadagnare addirittura 2'20".
Küng sugli scudi, in sei all'attacco. Clavicola ko per Moreno
Il lavoro del Team Katusha e delle squadre dei velocisti rimasti nella seconda fase porta al ricongiungimento solo nei pressi del traguardo volante de L'Aquila (km 59). Nel frattempo al km 54 ci riprova ancora Stefan Küng, che è capace di sfruttare le sue formidabili doti di passista per riuscire ad avvantaggiarsi. In caccia all'ex iridato dell'inseguimento si muovono in cinque: il francese Axel Domont (AG2R La Mondiale), l'austriaco Stefan Denifl (IAM Cycling), il bielorusso Ilia Koshevoy (Lampre-Merida), il colombiano Daniel Martínez (Wilier Southeast-Venezuela) e il quasi casalingo Giulio Ciccone (Bardiani CSF), abruzzese di Chieti.
Giusto nei metri precedenti al passaggio nel capoluogo di regione si assiste al ricompattamento in testa, con il neonato sestetto che transita con Ciccone davanti a Denifl e Küng sotto lo striscione del traguardo volante. Dopo la prima, ingarbugliata fase l'appiattimento nella parte centrale di gara segue i più canonici sviluppi: i battistrada guadagnano spazio, pur ottenendo come vantaggio massimo 3'49" nei pressi del km 100. Dietro si incaricano FDJ e soprattutto Lotto Soudal di tenere sotto controllo il plotoncino dei coraggiosi.
Nulla avviene nei km seguenti, con Arnaud Courteille e Marc Sarreau per i francesi e Pim Lightart e Jelle Vanendert per i belgi a portare a spasso il gruppo dei migliori; tra di loto non fa più parte dai meno 80 km dalla conclusione Javier Moreno. L'importante gregario del Movistar Team cade procurandosi una frattura della clavicola sinistra e terminando anzitempo la sua prima esperienza alla Corsa Rosa nella quale non ha potuto fornire l'atteso contributo a Alejandro Valverde.
Cunego prova l'azione, Kittel perde qualche metro. Küng infaticabile
Il lavoro di FDJ e Lotto Soudal porta ad una perdita di terreno dei sei al comando: ai meno 70 km il gruppo insegue a 2'50", ai meno 60 km viaggia a 2'20" mentre ai meno 50 km sono a 1'30". La seconda ed ultima ascesa di giornata inizia subito con un tentativo a due: dal gruppo escono Giacomo Berlato e Damiano Cunego, con il vicentino che scorta fuori il capitano con lo scopo di andare a riprendere i fuggitivi per poter mantenere la maglia azzurra. La Nippo-Vini Fantini ha però fatto male i calcoli, con il Principino che transita al gpm ad una trentina di secondi dai primi.
La sfida per il punticino in palio per il passaggio sul Valico della Somma vede un testa a testa fra Ciccone e Martínez: prevale il colombiano, il corridore più giovane del Giro, il quale non le manda a dire all'abruzzese. Dietro ci prova anche il norvegese Vegard Stake Laengen (IAM Cycling), ma non dura neppure lo spazio di un'inquadratura in tv. In salita perde una cinquantina di metri il favorito per il successo Marcel Kittel: la maglia rossa, scortata dai compagni di squadra, si trova assieme a Nicola Ruffoni e Elia Viviani, rientrando con loro nelle fasi finali della discesa. Un contrattempo proprio in vetta coinvolge Sergey Firsanov: il leader della Gazprom-RusVelo viene assistito da Alexey Rybalkin che gli consegna la sua bici, in un inseguimento senza alcun problema.
Küng vuole confermare di strameritarsi la palma di più combattivo del giorno andandosene tutto solo in discesa mentre dietro Domont scivola, fortunatamente senza conseguenze. La Cannondale si mette in testa al plotone per cercare di riparare Rigoberto Urán dalle insidie del forte vento che soffia. Ciccone, Denifl, Koshevoy e Martínez vengono raggiunti ai meno 26 km, quando il valente Küng mantiene un gruzzoletto di 55". Il ventiduenne continua nella sua elegantissima azione ma l'incedere dell'ormai ricompattato gruppo non gli lascia chance: viene ripreso alle porte di Foligno, quando mancano 7 km alla conclusione.
La maglia rossa fora ai meno 6 km, niente sprint per Kittel
Non è stata la difficoltà del tracciato ma una sfortunata foratura la causa che ha ulteriormente rinviato il tentativo di vittoria sul suolo italiano per Marcel Kittel: il tedesco della Etixx-Quick Step deve arrestarsi per un inconveniente ai meno 6 km all'arrivo, togliendosi dalla lotta per il successo ancor prima che i preparativi per lo sprint abbiano inizio. Nel medesimo tratto di strada anche Matteo Busato (Wilier Triestina-Southeast) e Tobias Ludvigsson (Team Giant-Alpecin) devono attendere l'arrivo della rispettiva ammiraglia per cambiare le ruote bucate; una simile concentrazione di inconvenienti agli pneumatici in un brevissimo lasso di tempo non può che far pensare a qualche idiota che si è "divertito" a cospargere la carreggiata di puntine. Si spera sentitamente che non sia stata questa la motivazione.
È la Lotto Soudal che, ancora una volta, si premura di arrivare all'ultimo km in testa ma ad anticiparla ci pensa la Lampre-Merida con Matej Mohoric. Lo sloveno si sposta ai meno 700 metri dove rientra in azione il preziosissimo Jurgen Roelandts mentre Mickaël Delage riesce ottimamente nell'opera di portare il suo leader Arnaud Démare alla ruota di Greipel. Lavoro ancor migliore lo esegue Luka Mezgec che riesce a pilotare Caleb Ewan nella posizione migliore per lanciarsi ai meno 150 metri.
Ancora Greipel, sul podio Nizzolo e Modolo
Tuttavia il minuto sprinter australiano ha le polveri bagnate in questo Giro e viene superato già ai meno 100 metri da Sacha Modolo, che si è lanciato sul lato opposto della strada. Ma anche il trevigiano non può sorridere: dalla sua ruota esce Greipel, che lo affianca e poi lo supera ai meno 30 metri dal traguardo andando a vincere di quasi un'intera bicicletta. Al secondo posto si inserisce, per l'ottava volta nella sua esperienza al Giro, Giacomo Nizzolo (Trek-Segafredo), che ripete il piazzamento ottenuto due anni fa sul medesimo traguardo (allora a batterlo fu Nacer Bouhanni).
Modolo chiude terzo, quarto e distanziato dai primi tre è Ewan. Sorprendente quinto è Enrico Battaglin (Team LottoNl-Jumbo), per cui si avvicinano le tappe segnate con il circoletto rosso; lo seguono Matteo Trentin (Etixx-Quick Step), i russi del Team Katusha Alexander Porsev e Alexey Tsatevich, Nicola Ruffoni (Bardiani CSF) e Elia Viviani (Team Sky). Solo tredicesimo Démare, quest'oggi mai in lizza.
Chaves, Amador e Hesjedal perdono terreno. Domani lo sterrato
Cambia qualcosa in classifica: tra il quarantaquattresimo (Davide Malacarne) e il quarantacinquesimo (Stefano Pirazzi) è stato conteggiato un buco, che fa sì che tutti coloro che sono giunti dietro al laziale della Bardiani CSF perdano 9". È il caso, fra gli altri, di Sergey Firsanov e Gianluca Brambilla, di Michele Scarponi e Davide Formolo, di Andrey Amador, Ryder Hesjedal e soprattutto di Esteban Chaves. Tom Dumoulin rimane saldo in prima posizione con 26" su Jakob Fuglsang, 28" su Ilnur Zakarin, 35" su Bob Jungels, 41" su Alejandro Valverde e Diego Ulissi, 47" su Vincenzo Nibali, 49" su Kanstanstin Siutsou e 51" su Rigoberto Urán.
Domani si riparte con l'attesa Foligno-Arezzo di 186 km: primi due terzi di gara pressoché totalmente pianeggianti mentre dopo il primo passaggio ad Arezzo si affronta la salita dell'Alpe di Poti con 6.4 km di sterrato con pendenze superiori al 10%. Dal gpm all'arrivo mancano 19 km quasi tutti in rapida discesa. Possibile ghiotti appuntamento per i fuggitivi mentre gli uomini del gruppo possono darsi battaglia nella non semplice ascesa, a meno che non vogliano preservare le forze per la cronometro domenicale.