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Chaves riconquista il diritto a sorridere

25.03.2021 17:17

Volta a Catalunya, vittoria in solitaria per Esteban a Port Ainé, arrivo della quarta tappa. Woods e Thomas sul podio di giornata, Adam Yates difende agevolmente il primo posto in classifica


Una tracciante luminosa nel ciclismo della seconda metà degli anni '10, protagonista al Giro, sconfitta memorabile da Nibali nel 2016, ma un Lombardia in palmarès e tante belle prestazioni qua e là. Poi il tunnel di tanti problemi fisici, e certo anche un quid di calo di fiducia e di autostima. Ma tutto questo è il passato, per quanto prossimo. Perché da oggi Esteban Chaves torna a essere quello del sorriso più smagliante del ciclismo, quello che vince in salita, quello che stacca tutti gli avversari più forti e arriva al traguardo in solitaria. E alla Volta a Catalunya il ragazzo venuto da Bogotá scopre che si può anche ripartire a 31 anni.

Ha vinto con un'azione di media gittata, sette chilometri d'attacco per mettere in scacco Adam Yates e la sua corazzata, ma anche tutti gli altri contendenti della corsa catalana, e per risalire un pochino in classifica, a coronamento di una giornata che Esteban ricorderà: Port Ainé diventa per lui una nuova pietra angolare.

Quarta tappa da Ripoll a Port Ainé appunto, 166.5 km con tanta salita e arrivo in quota, frazione che con quella di ieri formava una doppietta determinante. Pronti, partenza e via, il vincitore della prima tappa Andreas Kron (Lotto Soudal) si è avvantaggiato con Diego Camargo (EF Education-Nippo), è andato a prendersi il traguardo volante di Ribes de Freser al km 11 e poi, nel corso della tappa, si sarebbe ritirato, come anche Kenny Elissonde (Trek-Segafredo), Alexander Evans (Intermarché-Wanty) e Karel Vacek (Qhubeka Assos), mentre Jai Hindley (DSM) non aveva nemmeno preso il via, alle prese con problemini fisici che ne hanno minato sin qui il rendimento nel 2021. Non l'abbiamo ancora scritto, ma il terzo a passare al traguardo volante (con annesso abbuono di 1") è stato il battagliero Alejandro Valverde versione Catalunya 2021.

Presi in fretta Kron e Camargo, si son susseguiti parecchi attacchi sulle prime rampe del Port de Toses, prima delle tre salite di giornata, finché intorno al km 25 non ha preso il largo la fuga del giorno, composta dai seguenti 12 uomini: Thomas De Gendt (Lotto), l'iniziatore, su cui si sono poi portati Lennard Kämna (Bora-Hansgrohe), Antwan Tolhoek e Koen Bouwman (Jumbo-Visma), Juan Pedro López (Trek), Clément Champoussin (AG2R Citroën), Rigoberto Urán (EF), Antonio Pedrero e Sergio Samitier (Movistar), Attila Valter (Groupama-FDJ), Joe Dombrowski (UAE-Emirates) e Louis Meintjes (Intermarché). Il margine ha faticato a crescere perché lì davanti c'era un uomo troppo vicino in classifica, Kämna, 13esimo a 1'33" da Adam Yates, sicché la Ineos Grenadiers ha sempre tenuto un ritmo sostenuto concedendo al massimo 3' agli attaccanti.

Sul Port d'El Cantó, secondo colle di tappa, De Gendt è stato il primo a staccarsi dai battistrada, quando mancavano 62 km al traguardo e quasi 20 alla cima. Subito dopo, il colpo di testa di Kämna, che ha salutato gli altri 10 e si è involato solo soletto. Ne aveva, Lennard, tanto che ha aumentato il margine sul plotone fino a oltre 3'30", del resto dietro si teneva un'andatura certo buona ma comunque regolare. Sufficiente comunque a dare un primo colpetto di selezione, e tra gli altri si staccava il pallido Chris Froome (Israel Start-Up Nation) di questo scorcio di millennio.

Posizioni cristallizzate sulla lunga discesa successiva, Kämna che difendeva due minuti sui 10 corridori intercalati e di tre sul gruppo, ma la lunghissima scalata finale sarebbe stata fatale al tedesco, che si è visto rosicchiare rapidamente tutto il margine. Del resto il gruppo aveva cambiato marcia: a Jonathan Castroviejo era subentrato il treno australiano Rohan Dennis. Ai -20 sono stati raggiunti i 10 fuggitivi staccati da Kämna, ma Lennard ha ballato per soli altri 5 km, sicché ai -15 è stato raggiunto ed è partita un'altra corsa.

Ai -13 Richard Carapaz ha dato il cambio a Dennis, in una sequela Ineos da far tremare i polsi; l'ecuadoriano ha avuto un problema alla catena ai -11, ha perso contato dal drappello dei primi, ma risolto il danno è rientrato con quattro pedalate, rimettendosi subito in testa. Della temporanea defaillance di Richard aveva provato ad approfittare Steven Kruijswijk (Jumbo), uscito ai -10.5 per un allungo durato un chilometro o poco più. Ripreso l'olandese, il ritmo degli Ineos ha continuato a martellare un gruppetto big sempre più assottigliato.

Ai -7 è stato Esteban Chaves (BikeExchange) a prodursi in uno scatto che conferma l'ottima predisposizione con cui si è accostato alla corsa catalana: un bel recupero per il ciclismo tutto, se Chavito proseguirà la stagione su questi toni. Il colombiano ha messo insieme 20" di vantaggio e ha mostrato tutta l'intenzione di andare all'arrivo, solo ai -4, su uno scatto di Enric Mas (Movistar), ha perso qualche secondo, ma poi lo spagnolo è tornato indietro da solo, sicché ai 2 km Esteban si ritrovava di nuovo i suoi 20" di margine.

Il problema per lui era che a quel punto Yates aveva ancora Richie Porte e Geraint Thomas da spendere, e con due simili gregari da nulla, e un tratto duro ancora da affrontare nel finale, quei venti secondi non rappresentavano garanzia d'alcunché. All'ultimo chilometro il drappello già ridotto ha perso anche Giulio Ciccone (Trek), che fin lì era rimasto coi big, poco dopo anche João Almeida (Deceuninck-Quick Step) ha pagato dazio, senonché nessuno ha avuto le gambe per proporre un contrattacco efficace, e allora sì, quei 20 secondi, gestiti con maestria, risultavano sufficienti.

A Chaves ne erano rimasti solo 7 alla fine, ma anche st sarebbe stato sufficiente, se si trattava di dover alzare le braccia al traguardo, cosa che al ragazzo non riusciva da quasi due anni, dalla tappa di San Martino di Castrozza al Giro 2019. Riepilogo dell'ordine d'arrivo, dunque: Esteban Chaves primo con 7" su Michael Woods (Israel), Thomas e Adam Yates, e Sepp Kuss (Jumbo), Valverde, Porte, Wilco Kelderman (Bora), Nairo Quintana (Arkéa Samsic) e Lucas Hamilton (BikeExchange). A 13" Hugh Carthy (EF), a 17" Simon Yates (BikeExchange), a 25" Almeida, a 31" Harm Vanhoucke (Lotto), arrivato alle spalle di Ciccone. Il tutto per una classifica che così si assesta: Adam resta primo con 45" sul compagno Porte, 49" sull'altro compagno Thomas (che a ben vedere gli ha tolto 4" di abbuono al traguardo, uhm...), 1'03" su Valverde e Kelderman, 1'04" su Chaves che risale in sesta posizione, 1'07" su Almeida, 1'20" su Carthy, 1'29" su Kuss e 1'32" su Simon.

Domani la quinta tappa concederà un minimo di respiro ai contendenti del Catalunya? Manco per sogno, perché la La Pobla de Segur-Manresa (201.1 km) presenterà nel finale il Port de Montserrat, che scollina ai -26 e potrebbe rappresentare un ideale trampolino di lancio per chi volesse tentare l'azzardo. Certo, con la Ineos vista oggi, chi avrà gambe e cuore per provarci?
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!