Sagan, l'eterno ritorno non è solo teoria
Nella 10a tappa del Giro d'Italia 2021 sale sugli scudi la Bora-Hansgrohe: grande lavoro di squadra, a Peter vittoria e maglia ciclamino. Lotta Evenepoel-Bernal per i secondi di abbuono al traguardo volante
A differenza delle passate edizioni, quest'anno il secondo lunedì del Giro d'Italia non è stato dedicato ad un giorno di riposo: la corsa rosa è infatti proseguita oggi con la decima tappa, una frazione di appena 139 chilometri con partenza da L'Aquila ed arrivo a Foligno. Sulla carta si trattava di un'altra ottima occasione per i velocisti che da mercoledì in poi vedranno scarseggiare le loro possibilità, ma tuttavia bisognava comunque tenere in considerazione alcuni possibili ostacoli: uno era la salita del Valico della Somma a 39 chilometri dall'arrivo, l'altro era il vento che da molto era previsto abbastanza forte e soprattutto laterale in diversi tratti cruciali del percorso. Guai quindi a farsi trovare impreparati o disattenti.
Ovviamente fin dalla partenza ufficiale della tappa non sono mancati gli scatti per cercare la fuga da lontano, con gli uomini delle tre squadre Professional italiane come sempre tra i più attivi: dopo un primo attacco andato a vuoto, la mossa giusta è arrivata al secondo chilometro di gara ed i protagonisti sono stati i "soliti" Simon Pellaud (Androni-Sidermec), Samuele Rivi (Eolo Kometa), Umberto Marengo (Bardiani CSF Faizanè) e Taco van der Hoorn (Intermarché Wanty), a cui dopo poche centinaia di metri si è unito anche il belga Kobe Goossens (Lotto Soudal). Al chilometro 6 il vantaggio dei cinque battistrada era già di due minuti, ma le squadre dei velocisti hanno subito messo bene in chiaro le loro intenzioni per questa giornata: Jumbo-Visma, Alpecin-Fenix, UAE Team Emirates, Cofidis e Qhubeka-Assos hanno tutte messo almeno un uomo a tirare impedendo al distacco di lievitare fino a quote pericolose.
Goossens, Marengo, Pellaud, Righi e Van der Hoorn hanno toccato il loro vantaggio massimo di 2'45" a 90 chilometri dal traguardo, e subito dopo sono stati costretti a fermarsi per colpa di un passaggio a livello a chiuso. In questo frangente i fuggitivi sono rimasti fermi per circa 1'10" e sono riusciti a ripartire prima del sopraggiungere del plotone: in questi casi la corsa non viene neutralizzata e così i cinque di testa hanno visto crollare il margine ad appena 1'35". Le speranze di arrivare fino al traguardo erano già estremamente scarse ed il passaggio a livello non ha certo aiutato, anche se dalla ripartenza i battistrada hanno provato ad accelerare riuscendo a riportare il gap più vicino ai due minuti.
A 55 chilometri dall'arrivo la corsa è transitata per il paese di Arrone e da lì la strada ha iniziato a salire, prima verso Montefranco, poi dopo una breve discesa verso il gran premio della montagna del Valico della Somma. Come già accaduto altre volte, su questo terreno accidentato è arrivata una decisa accelerazione della Bora-Hansgrohe con l'obiettivo di sfoltire il numero di velocisti puri nel gruppo di testa e provare a favorire così Peter Sagan: il risultato è stato che già a 43 chilometri dall'arrivo la fuga è stata annullata, ma chilometro dopo chilometro sono saltati anche diversi sprinter, Dylan Groenewegen per primo, ma a seguire anche Tim Merlier, David Dekker, Matteo Moschetti e Giacomo Nizzolo hanno perso le ruote del gruppo principale. Il campione italiano ed europeo s'è staccato a circa 1 chilometri dal gpm ed in discesa s'è lanciato all'inseguimento del plotone assieme al compagno di squadra Victor Campenaerts: i due sono arrivati a 25", ma senza trovare le scie delle ammiraglie sono stati costretti a rialzarsi, prendendosi però un bell'applauso per la grinta dimostrata.
Davanti la Bora-Hansgrohe ha continuato a tenere alta l'andatura per essere sicura che nessuno potesse rientrare da dietro, ed a dare manforte sono arrivati anche gli uomini della Israel StartUp Nation che hanno fiutato l'occasione per Davide Cimolai, già due volte secondo in questo Giro d'Italia. Ma prima di vedere in azioni i treni dei velocisti, a 18 chilometri dalla conclusione abbiamo visto una bella battaglia tra Ineos Grenadiers e Deceuninck-QuickStep per i secondi di abbuono in palio al traguardo volante di Campello sul Clitunno. L'obiettivo dello squadrone britannico, con un Ganna di super lusso, era di consentire a Bernal di allungare leggermente in classifica generale, ma alla fine si sono dovuti difendere: c'è voluto infatti lo sprint di Narvaez per impedire che fosse Evenepoel a prendere i 3", il belga ha comunque guadagnato 2" e Bernal è transitato terzo prendendo comunque 1". Differenze praticamente irrilevanti in classifica, ma che dimostrano come nelle prossime tappe si lotterà per ogni secondo possibile.
Dopo l'emozione dello sprint intermedio, l'avvicinamento alla volata è stato caratterizzato da un monologo della Bora-Hansgrohe che non si è mai spostata dalle prime posizioni del plotone, con un Giovanni Aleotti sugli scudi, e ad un chilometro e mezzo dall'arrivo erano ancora in due a pilotare Peter Sagan lì davanti sfruttando le curve del tracciato. A sparigliare le carte in volata ci ha provato la UAE Team Emirates con Sebastian Molano, partito lunghissimo per affrontare in testa l'ultima curva: e qui è stato perfetto Peter Sagan che è andato lui a chiudere il buco e poi ha scatenato tutta la sua potenza sul breve rettilineo finale. L'ex campione del mondo si è così preso il terzo successo stagionale, senza lasciare scampo a Fernando Gaviria che gli era in scia e che lì è rimasto: secondo posto per il colombiano della UAE che con il senno di poi avrebbe potuto provare a giocarsi meglio il finale con Molano, mentre il miglior italiano è stato Davide Cimolai terzo. È la prima tappa di questo Giro d'Italia che si conclude senza un italiano al secondo posto di giornata.
La tortuosità del finale, non pericolosa visto che si tratta di tutte curve abbastanza veloce che hanno avuto solo l'effetto di allungare il gruppo, una scivolata senza conseguente di Max Kanter ed il fatto che molte ruote veloci si erano già staccate in precedenza hanno fatto sì che si venisse a creare un ordine d'arrivo abbastanza insolito nelle prime 10 posizioni: dietro a Sagan, Gaviria e Cimolai, infatti, troviamo Stefano Oldani quarto, Gianni Vermeersch quinto, Dries De Bondt sesto, Andrea Vendrame settimo, Vincenzo Albanese ottavo, Elia Viviani solo nono e Sebastian Molano decimo. E con questo ordine d'arrivo, Peter Sagan è anche la nuova maglia ciclamino con 17 punti di vantaggio su Gaviria e Cimolai.
La classifica generale invece è cambiata solo per questi pochi secondi in ballo al traguardo volante: il Giro d'Italia arriva così al primo giorno di riposo con Egan Bernal in maglia rosa con 14" di vantaggio su Remco Evenepoel, 22" su Alexandr Vlasov e 37" su Giulio Ciccone. E mercoledì alla ripartenza della corsa rosa ci sarà il temutissimo tappone di Montalcino con il suoi settori di strada sterrata.