Jon Barrenetxea profeta in patria: è suo il Circuito de Getxo
Il basco della Movistar batte Champoussin e Aular
Il primo sigillo da professionista sulle strade di casa: Jon Barrenetxea non poteva chiedere di più nel giorno del 100° compleanno del Circuito de Getxo. Il 24enne della Movistar - scortato dai suoi compagni fino agli ultimi 200 metri - ha battuto d'autorità Clement Champoussin e Orluis Aular.
Una fuga a 7 nella prima parte della corsa
Il gran caldo obbliga gli organizzatori del 79° Circuito de Getxo - abituale appendice domenicale della Classica di San Sebastián - ad applicare il protocollo meteo: partenza ritardata di 45', riduzione del chilometraggio originario (da 196,5 km a 173), la cancellazione di un giro del circuito conclusivo e l'autorizzazione ai rifornimenti dall'inizio alla fine della corsa.
L'amputazione dell'ultima tornata non ha comunque ridimensionato le difficoltà della corsa in linea basca (Bilbao-Getxo): concluso il primo tratto in linea, il percorso propone un anello di 24,3 km - caratterizzato dalla scalata multipla all'Alto Akarlanda (4,5 km con una pendenza media del 2,2%) - e un ulteriore giro lungo di 33,1 km, nel quale spicca il ben più impegnativo Alto Pike, poco più di 2 km all'8% medio. Al termine di tutte le tornate, poi, un'ulteriore rampa di circa 700 metri, teoricamente favorevole ai finisseur di professione.
Subito dopo la partenza da Bilbao, si avvantaggiano in 7: l'ispiratore della fuga è il colombiano Germán Darío Gòmez (Polti-Kometa), sul quale si riportano il danese Julius Johansen (Sabgal-Anicolor), l'italiano Gianmarco Garofoli (Astana), il portoghese António Barbio (Tavfer-Ovos Matinados-Mortágua) e gli spagnoli Hugo Aznar (KERN Pharma), Unai Esparza (Illes Baleares-Arabay) e Unai Zubeldia (Euskaltel-Euskadi). Il gruppo - trainato dagli uomini di fatica della Lidl-Trek e della Lotto Dstny - non perde mai di vista gli attaccanti, che guadagneranno un vantaggio massimo di poco inferiore ai 2' (1'54" ai -82 dalla linea bianca).
Nonostante le altissime temperature, i fuggitivi viaggiano ad andatura particolarmente sostenuta. Esparza è il primo a pagarne le conseguenze quando mancano 111 km al traguardo. Un'accelerazione in salita di Gòmez mette in difficoltà Barbio e Johansen: entrambi riusciranno a rientrare sui compagni di ventura, ma entrambi - seppure in momenti diversi - finiranno inesorabilmente per staccarsi tanto quanto Zubeldia, respinto dall'Alto Pike. I tre superstiti della sortita iniziale rimandano la resa di un altro giro: gruppo compatto a 37 km dalla fine.
Lopez, che spavento!
Da qui in avanti, la corsa prende un'altra piega: le squadre World Tour al via - con la significativa eccezione della Movistar, che sceglie invece di restare alla finestra - viaggiano a ritmo sostenuto fino al penultimo transito sulla rampa finale per poi concedere qualche spicciolo di gloria al kazako Vadim Pronskiy (Astana), che non riuscirà a guadagnare più di 19" sugli inseguitori prima di rialzarsi.
Ripreso il corridore della formazione asiatica ai piedi del Pike, si susseguono attacchi e contrattacchi in serie: dopo un velleitario tentativo del portoghese Afonso Eulálio (ABTF Betão-Feirense), ci prova con maggiore costrutto lo spagnolo Juan Pedro López (Lidl-Trek), seguito immediatamente dal belga Maxim Van Gils (Lotto Dstny). Sui primi due piombano il francese Clement Champoussin (Arkéa-B&B Hotels) e lo spagnolo Javier Romo (Movistar). Il quartetto - al quale si aggancia anche lo statunitense Quinn Simmons (Lidl), tuttavia costretto a mollare la presa poco prima della vetta - non riesce a trovare l'accordo per tirare dritto: tutto da rifare ai -14 dalla fine.
Poco prima di rientrare in pianura, un brivido attraversa la schiena di tutta la carovana: López perde il controllo della bici in discesa, passa sotto il guard-rail e finisce in una scarpata. Immediatamente soccorso dal personale medico in corsa, l'ex maglia rosa del Giro 2022 se la cava con alcune ferite superficiali e un comprensibile spavento.
L'ultimo tentativo concreto di anticipare lo sprint porta ancora la firma del giovane americano di casa Lidl, poi raggiunto da altri 6 uomini, tra cui l'italiano Matteo Fabbro (Polti) e uno scatenato Romo. Così come accaduto in precedenza, i corridori di testa non riescono a trovare un'intesa, agevolando le operazioni di riaggancio da parte del gruppo, concluse ai -7.
A questo punto, la Movistar si assume la responsabilità di scortare il gruppo dei migliori - formato da circa 20 uomini - fino ai piedi dello strappo conclusivo. Obiettivo: lanciare il corridore di casa, lo spagnolo Jon Barrenetxea (Movistar). Che, con grandissima freddezza, rifinisce il lavoro dei compagni: lanciato da Romo ai 150 metri dalla linea, il 24enne basco mette in riga Champoussin (già 2° in una tappa e nella classifica finale della Arctic Race of Norway) e il venezuelano Orluis Aular (Caja Rural-RGA), brindando così al suo primo successo in massima serie. 4° l'uruguaiano Gulliermo Thomas Silva (Caja Rural), 5° lo spagnolo Eduard Prades (Caja Rural, 5°).