Ghiaccio e fuoco
Fem van Empel e Puck Pieterse, così diverse, così ugualmente talentuose e destinate a dominare la scena del cross (e non solo) per molti anni a venire
Le ruote scorrono. Inesorabili come il tempo, incuranti del terreno. Destino prevedibile per quelle ruote montate su una bicicletta da ciclocross, capaci di alzare polvere a nuvole quando il sole fa sentire ancora la sua predominanza, come pure di scollarsi dalle melmose grinfie del terreno impastato di pioggia. Il ciclocross è così: lotta inesorabile di elementi, esaltazione e nemesi, sfuggente inseguirsi di opposti.
Fem van Empel e Puck Pieterse sono perfetta incarnazione e sintesi. Come giorno e notte, come ghiaccio e fuoco. Come se ad una principessa norrena si contrapponesse un'amazzone animata dal maliardo spirito di Dafne. Tra loro un unico tratto in comune: la meravigliosa vitalità dei vent'anni, età florida che ancora tutto permette, specialmente a chi è impaziente di conquistarsi un posto su quel Parnaso terroso che si consuma nei mesi in cui le foglie dolcemente e lentamente si posano e la brina comincia ad animare i mattini.
Osservatele e resterete ammaliati in ogni caso. Attoniti al cospetto di quella lucidità che fa proliferare la strapotenza delle grandi o di quel procedere senza schemi ma con quel sano gusto d'"arte per l'arte", in cui lo spettacolo (senza neppure scadere nel circense) diviene imperativo.
Fem e Puck sono questo: l'una inesorabile, ai limiti del dispotico ma tremendamente efficace; l'altra eclettica, capace di trick da fantasisti o, per meglio dire, di una maestria che tocca le sue somme vette nell'esercizio del bunny hop ma di restare perfettamente a galla anche nei momenti in cui tocca cedere all'imperfezione. A proposito di giocate e di fantasisti: pensare che colei che giocava a calcio un tempo era proprio Fem, che le corse più belle le faceva su un rettangolo verde e che magari un giorno avrebbe sognato d'indossare la maglia del Bayern Monaco. La vita però sa essere sempre imprevedibile nell'offrire nuove possibilità e così alla fine il sopravvento ha finito per prenderlo la bicicletta.
Puck invece, in ossequio alla sua indole, era già ben amalgamata con la natura, fin dai tempi in cui, bambina, amava fare lunghe passeggiate in mountain bike nei boschi assieme a suo padre. L'età le ha unite e trasformate in splendide contendenti, destinate a giocarsi praticamente ogni traguardo che proponesse uno scenario diverso da quello dell'asfalto (che pure attenderà, con auspicio di ulteriori successi, Van Empel). Perseveranza e virtù che nel verde di anni consacrati al talento le vede già in primissima linea nella Coppa del Mondo, oltre che freschissime campionesse europee (Fem tra le élite, Puck tra le under), a ribadire che il domani, quel domani che vive di fisiologici ricambi generazionali, è già in atto ora. Tutto diviene amarsi e odiarsi al tempo stesso. Inseguirsi e poi riprendersi. Scattare così come entrare seccamente in una curva.
Fem van Empel e Puck Pieterse sono un motivo più che valido per non perdersi alcuna gara di ciclocross ai massimi livelli. L'eterna lotta per la supremazia di ghiaccio e fuoco. Per l'affermazione di diversi canoni di bellezza sportiva che deflagra in tutto il suo fulgido splendore nel gesto atletico e nella personalità. A noi tutto questo non può che piacere da morire. Perché in ogni caso a trionfare non può che essere il Talento. Capace di protendersi ben oltre la finitezza di un inverno.