Vicenda Altopack, emesse pesanti condanne nei confronti dei coinvolti
Nel febbraio 2018 il panorama dilettantistico italiano venne sconvolto dal caso riguardante il team Altopack: nell'inchiesta nata a seguito della morte di Linas Rumsas, le principali figure dirigenziali della formazione toscana furono arrestate con la pesante accusa di aver creato un sistema di doping di squadra.
In questi giorni, l'organizzazione antidoping italiana del CONI ha calendarizzato le udienze e, al termine di esse, ha emesso pesanti condanne nei confronti dei coinvolti: il proprietario del team Luca Franceschi e il direttore sportivo Elso Frediani sono stati ritenuti colpevoli su tutta la linea e inibiti per 30 anni, dunque fino al luglio 2050. Ai due viene imputata la violazione degli articoli 2.5 (manomissione o tentata manomissione dei controlli antidoping), 2.7 (traffico illegale di sostanze proibite), 2.8 (somministrazione ad un atleta di sostanza vietata) e 2.9 (complicità).
Stessi articoli violati e medesima condanna a 30 anni anche per Narciso Frediani e Maria Luisa Luciani, ossia i genitori di Elso Frediani, che dalle indagini sono stati coinvolti in quanto proprietari dell'abitazione messa a disposizione per effettuare i trattamenti dopanti. È stata invece comminata un'inibizione di 7 anni ad Andrea Bianchi, ciclista amatoriale e farmacista, ritenuto il colpevole di fornire le sostanze dopanti senza la disposizione medica; nel suo caso, oltre all'articolo 2.7, è stata imputata la violazione dell'articolo 2.2 (uso o tentato uso di una sostanza vietata o di un metodo proibito da parte di un atleta).
In tema di atleti, al momento l'unico corridore tesserato per il team Altopack ad essere audito dal tribunale sportivo è stato Matteo Alban: il veronese è stato ritenuto colpevole di aver violato l'articolo 2.2 ed è stato squalificato per 4 anni. Nei prossimi giorni sono programmate le udienze del medico Daniele Tarsi e degli atleti Niko Colonna, Yuri Colonna, Francesco Di Felice e Maher Tounsi.