Ma non è che alla fine salta la cronoscalata del Lussari?
Sporza diffonde in Belgio grande preoccupazione legata a problemi organizzativi che sarebbero insormontabili in merito all'organizzazione della penultima tappa del Giro d'Italia. Evenepoel: "Non potevano accorgersene prima?"
Rimbalza dal Belgio una notizia che se confermata avrebbe dell'incredibile: Sporza rivela che la strombazzatissima cronoscalata del Monte Lussari, destinata nei progetti di RCS Sport a decidere il Giro d'Italia 2023 al penultimo giorno, potrebbe addirittura saltare. Le difficoltà logistiche legate alla frazione numero 20 della corsa rosa erano note da tempo, nel senso che la strada che sale al monte è troppo stretta per permettere il passaggio delle automobili. Sicché si era pensato di far seguire ogni corridore da un addetto in motocicletta. C'è di più: in cima non c'è tanto spazio, per cui il programma prevedeva blocchi da 40-50 corridori che gareggiassero con intervalli di tre quarti d'ora tra un blocco e l'altro (sì da permettere a quelli arrivati in vetta di tornare giù).
Gli 8 km al 12% di pendenza media (con punte del 22) caratterizzanti il finale della cronometro (18.6 il chilometraggio totale, con una prima parte in piano) rischiamo però di non vederli mai, né noi suiveur né tantomeno i corridori che si erano da tempo abituati all'idea di affrontare uno sforzo così duro: stando a quanto riporta Sporza, il problema è che organizzativamente non ci sarebbe la possibilità di mettere una moto dietro a ogni corridore. Della cosa si è interessata addirittura l'UCI, che in una lettera a RCS Sport invita l'organizzazione a trovare quanto prima una soluzione valida oppure a cambiare direttamente la penultima tappa. La classica riunione tra organizzatori e team manager in programma domani sarà uno scenario ideale per discutere insieme del problema.
Giro d'Italia 2023, Remco Evenepoel sulla cronoscalata del Monte Lussari
Ma la notizia - un po' originale - vola veloce di bocca in bocca e non aspetta certo la riunione di domani per deflagrare: lo stesso Sporza ha intervistato Remco Evenepoel sulla vicenda, e il favorito numero uno della corsa rosa la prende con filosofia ma pure con un po' di malcelato disappunto: “Non penso che il Giro resterà privo della tappa 20, sicuramente gli organizzatori troveranno una soluzione valida: si potrebbe chiudere la frazione ai piedi della salita, in quel caso avremmo una crono di 11 km; oppure troveranno un'altra salita nelle vicinanze, ce ne sono tante su cui poter organizzare una cronoscalata coi normali mezzi al seguito, sarebbe l'opzione in assoluto preferibile, mentre non prendo nemmeno in esame l'ipotesi che la crono possa essere sostituita da una tappa in linea”.
Poi la stoccata agli organizzatori: “Sapevamo dei problemi logistici, sarebbe davvero un peccato se la tappa saltasse, vista la bellezza del luogo. Ma soprattutto è un peccato che si stia prendendo coscienza solo ora di questi problemi, avrebbero potuto rendersene conto già molto tempo fa”.
Dal fronte italiano però non emergono istanze rilevanti sul tema, tanto che questo pomeriggio in Friuli si è svolta una riunione operativa tra i vari enti interessati alla tappa: all'ordine del giorno il tema del pubblico, che verrà fatto accedere in misura contingentata sul percorso di gara. Sindaci della zona, responsabili della Protezione Civile e operatori del Comitato Tappa non prendono quindi in esame - almeno al momento - l'ipotesi messa in campo da Sporza.