Pronskiy Beat fa sembrare tutti Smalltown boys
Giro della Valle d'Aosta, il kazako ribalta la situazione a Cervinia: tappa e maglia per lui, Fedeli secondo di giornata
Dal nostro inviato
Si dice che chi vince al Giro della Valle d'Aosta diventerà un bel corridore. Spesso e volentieri tale assunto risponde a realtà: e al termine dell'edizione numero 55 si può estendere l'affermazione a livello più ampio. Vingegaard, Inkelaar, Donovan, Fedeli, Pronskiy, questi i conquistatori delle tappe disputate da mercoledì. Atleti pimpanti, con le idee chiare su come e dove poter ancora crescere. Oggi è toccato ad un giovane biondino sorridente dell'Asia Centrale, capace di giocarsi al meglio le proprie carte.
Si arriva a Cervinia, il via è a tutta velocità
Il redde rationem del Giro della Valle d'Aosta 2018 giunge con un traguardo ben noto, dato che si tratta del quarto arrivo nelle ultime cinque annate. Baricentro di giornata è la Valtournenche, con il via dal capoluogo e la fine dalla più nota frazione di Cervinia. 109.8 i km, con tre gpm contabilizzati: dopo la lunga discesa iniziale e il fondovalle fino ad Aosta, spazio prima al Jeanceyaz, quindi al lungo Saint Pantaléon e infine la pedalabile ma sfiancante ascesa che termina praticamente sulla linea bianca.
Gli 81 ancora in gara si lanciano, stavolta nel vero senso della parola, alle 9.27: dal km 0 di Maén fino a Chatillon i primi 16 km sono tutti all'ingiù su strade filanti con alte velocità, tanto che i mezzi al seguito fanno fatica a tenere il passo degli scatenati corridori. Nel ritorno in pianura la carovana è spezzata in tre tronconi: davanti in 18, quindi un drappello a 10" mentre il resto dei presenti, fra cui la maglia gialla, a 30".
Tanti all'attacco, Kron cade e si ritira. Non giunge all'arrivo neppure Bellia
A comporre l'avanguardia sono Davide Botta (Team Colpack), Dimitri Markov (Russia), James Fouche (Team Wiggins), Alberto Giuriato (Cycling Team Friuli), il solito quartetto Petroli Firenze Hopplà Maserati formato da Yuri Colonna, Andrea Cacciotti, Ottavio Dotti e Lorenzo Fortunato, Stefan De Bod (Dimension Data for Qhubeka), Ben Gerrits (UC Monaco), Léo Boileau (Haute Savoie Auvergne Rhône Alpes), Stefano Taglietti (Biesse Carrera Gavardo), Matteo Bellia (IAM Excelsior), Felix Dopchi e Marvin Tasset (AGO-Aqua Service), Alessandro Fedeli, Fabio Mazzucco e Filippo Zana (Trevigiani Phonix-Hemus 1896).
Altri elementi rientrano su di loro, così al km 23 vi sono una trentina scarsa di elementi con 25" sul resto della corsa. Dopo lo zampellotto di Fenis, nella prima curva a destra, cade rovinosamente Andreas Kron: il danese sbatte violentemente la spalla sul marciapiede, colpendo anche con il capo: si rialza intontito ma, come poi emerso dagli esami, senza alcuna frattura. Saggiamente propende per il ritiro, decisione che prenderanno poi Ward Vanhoof (Lotto Soudal), Gilles Borra (EFC-L&R-Vulsteke), Mehdi El Chokri (Dimension Data for Qhubeka), Sylvain Moniquet (AGO-Aqua Service) e il grande protagonista dei primi giorni Matteo Bellia, rimasto senza forze.
Otto davanti, ci sono Donovan e Leknessund. Ma il più vispo è Mugisha
In plotone torna compatto al km 33, giunti nell'abitato di Brissogne. Ma subito poco dopo si riforma un nuovo gruppetto di otto elementi: Mark Donovan (Team Wiggins), Giovanni Aleotti e Mattia Bais (Cycling Team Friuli), Andrea Cacciotti (Petroli Firenze Hopplà Maserati), Samuel Mugisha (Dimension Data for Qhubeka), Rémy Rochas (Haute Savoie Auvergne Rhône Alpes), Andreas Leknessund (Norvegia) e Marvin Tasset (AGO-Aqua Service) guadagnano subito un minutino, con Mauri Vansevenant (EFC-L&R-Vulsteke) che vanamente cerca di riportarsi sotto.
All'unico traguardo volante di giornata, ad Aosta (km 42.2), l'ordine di passaggio è Leknessund, Mugisha e Bais, con la Polartec a guidare il plotone a 1'10". Appena inizia la salita di Jeanceyaz, dopo una prima ora a 46.8 km di media, Mugisha saluta la compagnia, provando la non semplice impresa di ribaltare la classifica dei gpm: il ruandese guadagna un bel gruzzoletto, anche complice la poca voglia alle sue spalle di dannarsi l'anima. Allo scollinamento (km 50.8) il battistrada incamera gli 8 punti mentre il rivale diretto, nonché maglia a pois, apre il drappello a bagnomaria a 1'43", con il plotone prossimo ai 3'.
Mugisha continua la cavalcata che gli garantisce la maglia a pois
Nel mangia e bevi seguente deve salutare la compagnia Tasset: il belga è vittima di un problema meccanico e non riesce più a riportarsi sotto, mentre Mugisha, nonostante la discesa non certo agevole, soprattutto per lui, poco a suo agio in tali tratti. Al km 71 il talento dell'Africa centrale passa con 3'45" sugli inseguitori mentre il gruppo, tralasciando un tentativo di Simone Sanò (Overall FGM Tre Colli) subito annullato, ha 4'32" da recuperare.
Questo quando la gara è già sul Col Saint Pantaléon, salita, come noto, alquanto ardua, Mugisha prosegue la sua cavalcata che lo porta a conquistare il gpm di prima categoria (km 81.9) e i conseguenti 14 punti: questo gli garantisce, considerato il rendimento di Cacciotti, di conquistare la maglia bianca con pois arancioni. Premio meritato, al pari di un eventuale affermazione del laziale della Colleferro, per due degli atleti più in luce nella cinque giorni valdostana.
Lavoro esemplare dell'Astana e Pronskiy prova a finalizzare: Inkelaar cede
Se davanti nulla cambia, dietro si balla: a 8 km dalla vetta Donovan e Leknessund attaccano, cercando di riportarsi in testa. Ma così non è perché anche il plotone fra sul serio: Anton Kuzin e Dinmukhammed Ulysbayev fanno il forcing, selezionando il drappello, riprendendo tutti i fuggitivi compresi Donovan e Leknessun e passando in vetta a soli 2'20" da Mugisha il quale, dopo la discesa, approccia l'ascesa conclusiva con ancora 1'43" dalla sua.
L'incedere dell'Astana City non conosce sosta: anche perché si accorgono delle condizioni dei rivali. Di uno in particolare, vale a dire Kevin Inkelaar: il neerlandese perde le ruote a 12 km dal termine. E chi deve finalizzare non se lo fa ripetere due volte: subito, infatti, Vadim Pronskiy prende e se ne va. Nessuno riesce a tenere il ritmo del miglior giovane dell'edizione 2017, che in un battibaleno va a prendere e a staccare Mugisha.
Il kazako prende e se ne va: sua la tappa, secondo Fedeli
Il passo del kazako è inarrestabile: dietro cercano una difficile rincorsa Alessandro Fedeli, Jonas Greegard, Alessandro Monaco, Einer Rubio, il sorprendente Mauri Vansevenant e Hafetab Weldu, con Davide Botta e Lorenzo Fortunato che provano a rientrare sul sestetto (impresa per loro riuscita). Chi, invece, rasenta la perfezione è Pronskiy: in una salita in cui conta dare continuità all'azione il pupillo di Vinokourov non conosce attimi di sbandamento, andando a tagliare il traguardo in perfetta solitudine. È la sua prima gioia del 2018, annata sino a questo momento sotto le attese.
Invertendo l'ordine di arrivo di ieri, al secondo posto si piazza un eccellente Alessandro Fedeli (Trevigiani Phonix-Hemus 1896), lontano 1'31". Il podio viene completato a 1'33" dal regolare Hafetab Weldu (Dimension Data for Qhubeka), rimasto a galla diversamente da tanti rivali. Chiudono a 1'53" Lorenzo Fortunato, Einer Rubio, Davide Botta e Alessandro Monaco, mentre è di 1'53" il ritardo di Mauri Vansevenant e di Jonas Greegard.
L'infaticabile Yuri Colonna è decimo a 2'26", poco prima del drappello che, oltre a José Felix Parra, comprende Kevin Inkelaar e il suo compagno di squadra Juan Pedro López. Subito dopo il traguardo il neerlandese scoppia in un pianto di rabbia per come è terminata la corsa. Tra gli uomini di classifica è saltato, oltre al fuggitivo Andreas Leknessund (per lui gap di 7'08"), anche Abderrahim Zahiri: il marocchino della Trevigiani Phonix-Hemus 1896 è stato vittima di problemi digestivi nel corso della tappa, che gli hanno impedito di rendere come da sue possibilità.
Classifica a Pronskiy, settantacinque all'arrivo del VdA
Per la prima volta in cinquantacinque edizioni del Petit Tour, la classifica generale prende la direzione dell'Asia. È infatti Vadim Pronskiy a indossare definitivamente la maglia gialla: assieme a lui sul podio salgono Kevin Inkelaar e Jonas Gregaard, distanti rispettivamente 1'24" e 1'44". Seguono Einer Rubio a 2'53", Hafetab Weldu a 3'15", Lorenzo Fortunato a 3'30", Juan Pedro López a 3'56", Alessandro Monaco a 5' e la coppia Davide Botta-Mauri Vansevenant a 5'30".
Settantacinquesima e ultima posizione a 1h41'15" per Stefano Taglietti (Biesse Carrera Gavardo), con 50 corridori (il 40% del totale) che non ha concluso la prova. Pronskiy si prende anche la classifica a punti mentre, come detto, per Samuel Mugisha c'è la gioia della graduatoria dei gpm. Quella dei traguardi volanti è stata dominata da Ottavio Dotti, con una quota superiore alla somma dei punti ottenuti assieme dal secondo, dal terzo, dal quarto e dal quinto. Miglior atleta al primo anno Mauri Vansevenant mentre la classifica a squadre non soddisfa del tutto la Polartec-Kometa.