Spettacolo ai Lagos, Gaia Realini chiude sul podio la Vuelta di Annemiek!
Demi Vollering attacca a fondo insieme all'abruzzese, vince la tappa ma Van Vleuten salva la maglia rossa per soli 9". Fantastica rimonta in classifica dell'italiana, dal 12esimo al terzo posto
Che finale, ragazzi, che Vuelta, che tappa, che arrivo in salita, che tutto! Il ciclismo femminile vive un nuovo passaggio epocale in un percorso di crescita che in questi anni continua a essere inarrestabile. Una battaglia fiera, che culmina nella nebbia della cima di Covadonga, che vede l'attacco disperato di Demi Vollering, la difesa strenua, con l'anima fuori dai denti, di Annemiek van Vleuten, e in mezzo alla disfida olandese una meravigliosa Gaia Realini che a un certo punto sente aria di casa, percepisce tutto intorno a sé un brivido ancestrale che le ricorda chi è e qual è il suo perimetro e allora fiorisce, esce dalla ruota delle avversarie e butta sulla strada le sue innate doti da scalatrice che la proiettano in una dimensione a cui fino a ieri ancora non apparteneva: quella della protagonista dei grandi giri.
Una vittoria di tappa, ieri, che ha causato grandi mal di pancia a Van Vleuten; la conquista della classifica dei Gpm, perfezionata oggi sulle ultime due salite della Vuelta. Ma soprattutto, la fantastica rimonta in classifica, già cominciata l'altroieri col gran balzo dal 31esimo al 21esimo posto (quinta al traguardo del Mirador de Peñas Llanas), proseguita ieri a Laredo (dal 21esimo al 12esimo) e culminata oggi con la scalata definitiva quella che l'ha vista risalire, posizione dopo posizione, dal 12esimo al terzo posto, per un podio che fino a venerdì mattina forse non osava nemmeno sognare. E dire che tutto il ritardo l'ha accumulato nei ventagli di mercoledì, e non è un modo di dire: nella terza tappa Gaia ha pagato 2'41". E a quanto chiude in classifica rispetto a Van Vleuten? 2'41"!
Il dato è clamoroso nella sua casualità, ma grandemente evocativo. Evoca per esempio il concetto che, senza intoppi inopinati (aggiungiamoci che la pescarese è pure caduta in questi giorni), Gaia può già vincere queste corse. Lei che è al primo anno nel WWT, che nelle scorse stagioni aveva lasciato intravedere bellissime prospettive e che sembra già matura per raccogliere. Poi magari non le conquisterà ancora per il momento, si piazzerà al Giro, si piazzerà al Tour, non importa, quel che conta è che oggi abbiamo contezza, conferma e consapevolezza di avere un'atleta che da qui ad almeno dieci anni guarderà negli occhi tutte le più forti del mondo, senza dover abbassare lo sguardo, senza dover chiedere il permesso per passare, senza dover pagare il minimo pegno in termini di timori reverenziali. Ma quali timori: una che in salita va così deve solo curare qualche dettaglio (e lo farà, possiamo starne certi) per raggiungere l'apice.
Il ciclismo femminile italiano, splendido nelle classiche, meraviglioso in pista, ottimo nel cross, speciale nella compattezza di un movimento che avanza in maniera organica, aggiunge oggi l'unico tassello che (dai tempi di Fabiana Luperini) mancava: una ragazza in grado di vincere le grandi gare a tappe. Da questo 7 maggio 2023 abbiamo anche lei.
E per parlare di Gaia (e tanto lo faremo ancora) abbiamo lasciato in secondo piano quella sorta di tragedia greca che è stata la sfida tra Vollering e Van Vleuten, con Demi che - dopo essere stata fregata ieri a causa di una pipì - oggi aveva il sangue agli occhi, letteralmente. Ieri l'hanno attaccata mentre lei faceva una pausetta, ma d'altro canto Annemiek dice “era un attacco comunque preventivato” e in ogni caso legittimo, fatto sta che la più giovane tra le due ha tentato in tutti i modi di distanziare l'eterna AVV per vendicarsi, per dare una lezione alla rivale, e c'è arrivata vicinissima, a soli 9" da un'impresa che sarebbe stata memorabile.
Ha staccato Annemiek, dopo averla fiaccata con una serie infinita di progressioni, l'ha staccata anche grazie alle rasoiate inferte da Realini nei sei chilometri finali (quando si è arrivati alla quota delle grandi scalatrici, come accennavamo più su, la quota in cui Gaia ha cambiato passo in maniera tanto naturale quanto stordente); da lì, la difesa di Annemiek è stata emozionante, tanto quanto l'assalto di Demi. E alla fine ha avuto ragione la 40enne, quella che vuol rivincere Vuelta, Giro e Tour dopo averlo fatto già l'anno scorso. Nove secondi di cui ci ricorderemo a lungo. Vollering resta il punto di riferimento da qui in avanti; ma Van Vleuten ha ancora tutte le possibilità e sicuramente tutta la volontà di restare sul trono delle gare a tappe per tutta la stagione, fino al ritiro. È una lotta tra mostri sacri ed è bellissima.
La Vuelta Femenina 2023, la cronaca della settima tappa
Settima e ultima tappa della Vuelta Femenina 2023, la Pola de Siero-Lagos de Covadonga di 93.7 km aveva tutti i crismi della sfida definitiva. Dopo 10 km sono uscite all'attacco Gladys Verhulst (FDJ-Suez), Kathrin Hammes (EF Education-TIBCO-SVB) e Margot Pompanon (St Michel-Mavic-Auber93) e son rimaste al comando fino ai piedi del Collado Moandi, quando il gruppo tirato dalle Trek-Segafredo (di Gaia Realini) le ha raggiunte a circa 50 km dalla fine. Lungo la salita la SD Worx è passata alle vie di fatto e il gruppo si è sensibilmente selezionato, rimaste insieme meno di 20 atlete e le possiamo anche elencare tutte: Annemiek van Vleuten (Movistar), Niamh Fisher-Black, Marlen Reusser e Demi Vollering (SD Worx), Gaia Realini e Amanda Spratt (Trek), Ricarda Bauernfeind e Katarzyna Niewiadoma (Canyon//SRAM), Loes Adegeest, Marta Cavalli ed Évita Muzic (FDJ-SUEZ), Mikayla Harvey, Erica Magnaldi e Silvia Persico (UAE ADQ), Juliette Labous (DSM), Riejanne Markus (Jumbo-Visma) e Mavi García (Liv Racing TeqFind). Al Gpm Realini è passata per seconda (dietro alla compagna Spratt) e ha così appaiato Van Vleuten in testa alla classifica a pois a quota 28.
In discesa Reusser e Adegeest si sono staccate ma sono poi rientrate e la svizzera non si è fermata, andando a raggiungere all'attacco (ai -36) la Niewiadoma che si era mossa da sola ai -36. Ai -33 il gruppo ha visto il rientro di altre 15 atlete, tra queste quasi l'intera Movistar tornata a dar man forte alla maglia rossa, e ce n'era bisogno, dato che le due contrattaccanti avevano già raggiunto un vantaggio di 1'20". Le compagne di Annemiek erano Aude Biannic, Emma Norsgaard, Liane Lipeprt, Floortje Mackaij e Paula Patiño; poi erano rientrate anceh Pauliena Rooijakkers e Alice Towers (Canyon) Alena Ivanchenko (UAE), Esmée Peperkamp ed Elise Uijen (DSM), Veronica Ewers (EF), Anna Henderson, Amber Kraak e Marianne Vos (Jumbo) e Claire Steels (Israel Premier Tech Roland).
Allo sprint intermedio di Cangues de Onis ai -22 Vos si è presa il terzo posto dietro a Niewiadoma-Reusser, a 50" dalle prime, e coi 15 punti collezionati ha messo al sicuro la maglia verde della classifica a punti. L'azione di Kasia e Marlen è andata scemando e il gruppettone maglia rossa le ha raggiunte ai -16, abbondantemente prima che si approcciasse la salita finale.
Sempre le Movistar hanno impostato il ritmo all'approccio della salita, ai -12, nel momento in cui hanno cominciato a staccarsi in tante. Lippert ci ha dato dentro parecchio, con Realini a ruota, e quando ai -11 si è sfilata è passata a fare il ritmo Fisher-Black; Gaia sempre in seconda ruota. Ai -10 erano in 12 nel gruppetto quando è partita forte Vollering. Realini la prima ad andare a chiudere, poi Muzic, Bauernfeind, Fisher-Black, Harvey, Labous e una non subito brillante Van Vleuten. Poco distanti Spratt, Markus, Magnaldi e Cavalli, ma il ritmo di Vollering toglieva il fiato, e tale ritmo era alternato a progressioni che stroncavano.
Sicché ai -9 si è creato un buco, Demi è andata con Realini e Muzic e Annemiek ce ne ha messo un po' per accodarsi; Labous, Bauernfeind, Fisher-Black e Harvey invece si sono staccate. Tra le quattro rimaste al comando c'erano due sfide: Demi doveva rifilare 1'12" ad Annemiek per riprendersi il primo posto; Gaia doveva dare 12" a Évita per mettere nel mirino il podio, sperando che Markus perdesse 2'05" e Labous almeno uno e mezzo (le altre intercalate tra l'ambìto terzo posto e l'11esimo occupato alla partenza dall'abruzzese erano già fuori causa).
Ai -7 sull'ennesima rasoiata di Vollering si è staccata Muzic, 500 metri dopo un salto di catena ha frenato Realini che però non si è persa d'animo ed è ripartita rapidamente, riportandosi subito sulle due olandesi, ma continuando a evidenziare problemi al cambio. Più indietro Magnaldi lasciava intravedere segnali di ripresa, ma il suo gruppetto (Bauernfeind, Labous) era già a un minuto o giù di lì.
Ai 6 km Realini ha fatto una sgasata che ha dato particolarmente fastidio a Van Vleuten, che però si è ancora salvata. Ma ai 5.5, sull'ennesimo affondo della 21enne di Pescara, AVV ha dovuto rinculare. Ingobbirsi. Cedere metri. Appena Demi ha visto un simile scenario, ha ripreso vigore e si è messa a tirare. I distacchi salivano in misura geometrica, l'accordo tra Vollering e Realini ha fatto il resto. Van Vleuten ha ringraziato le contropendenze che contrappuntavano gli ultimi chilometri di scalata ai Lagos de Covadonga, perché le hanno permesso di respirare, di recuperare qualcosa di fondamentale a quel punto.
Nella nebbia degli ultimi chilometri, Vollering ha dato più di tutto sulla rampa finale, nell'ultimo chilometro, staccando anche Realini e andando a vincere la seconda tappa in questa Vuelta Femenina 2023; Gaia ha chiuso seconda a 11". Ma Annemiek non ha mollato nulla, ha raschiato il fondo del barile ma è riuscita a salvare la sua Vuelta e con essa il progetto di rivincere i tre GT: 56" il suo ritardo al traguardo, tra abbuoni e tutto sufficienti per tenere la maglia rossa per appena 9". Che sprint su quella montagna!
Realini (che intanto si assicurava la maglia a pois con 2 punti su Vollering) doveva aspettare di vedere quanto avrebbe guadagnato sulle rivali per il gradino basso del podio, ed è stata una dolce attesa la sua, coronata dal successo: lontana Muzic, lontana Markus, lontana Labous, tutte fuori causa. Podio per lei! E con margine. Nelle 10 all'arrivo anche Magnaldi, sesta a 2'59", e Cavalli, decima a 3'40"; Persico ha chiuso 12esima a 4'33". La generale va in archivio coi 9" tra Van Vleuten e Vollering, con Realini terza a 2'41" (Markus quarta a 3'36"). Magnaldi chiude ottava, 12esima e 13esima Persico e Cavalli. Cavalli sta tornando pure lei, occhio. È stata una bella Vuelta, davvero. Ora attendiamo di scoprire (in tutti i sensi) il Giro.