2025, a febbraio tornano i big in Algarve. Storia della Volta, tra conferme e novità
La breve corsa a tappe portoghese si conferma di alto livello nel panorama ciclistico europeo: grandi nomi e grande storia, con oltre mezzo secolo di vita.
A pochi giorni dalla fine dell'anno solare 2024, gli appassionati di ciclismo possono avere la certezza che non bisognerà attendere troppo a lungo per rivedere sulle strade europee la competizione tra i grandi del pedale. A farci dire questo non è soltanto la tendenza della nuova generazione di atleti a correre di più e durante tutto l'anno, con un buon stato di forma fin dalle prime battute: ci riferiamo alle ultime conferme di partecipazione che arrivano per la Volta ao Algarve em Bicicleta, che si correrà dal 19 al 23 febbraio 2025. L'Algarve è una breve corsa a tappe portoghese, dotata di una grande storia, che negli ultimi anni si è ritagliata lo spazio di uno dei primi grandi appuntamenti in Europa, in un calendario di inizio stagione costellato di gare da svolgere in altri continenti e, in particolare, nella penisola arabica.
Nei giorni scorsi, Primož Roglič (Red Bull-BORA-Hansgroe) ha confermato la sua partecipazione alla corsa lusitana, che nel 2017 fu la sua prima importante vittoria in una corsa a tappe fuori dalla Slovenia. L'Algarve sarà dunque il primo tassello della sua preparazione, in una stagione che lo vedrà impegnato, secondo i piani, prima al Giro d'Italia e poi al Tour de France. Non ci sarà soltanto Roglič: anche la UAE Team Emirates ha inserito la gara nel suo calendario, con João Almeida che sarà verosimilmente il capitano. In totale, per ora, nove squadre del World Tour, per niente scontato per una corsa che non appartiene al circuito della “serie A” del ciclismo e, dunque, non prevede la partecipazione obbligatoria delle squadre di prima fascia. I nomi annunciati, però, promettono di non fare sentire la mancanza di Remco Evenepoel, vincitore uscente, con tre edizioni nel palmares, impossibilitato a confermarsi a causa dell'infortunio avuto in allenamento.
Le caratteristiche della Volta ao Algarve
A segnare la buona nomea che la Volta Algarve si è saputa costruire, concorrono diversi fattori. Indubbiamente aiuta il buon clima, in un periodo dell'anno in cui è difficile sfuggire al freddo e alla pioggia: la regione dell'Algarve, infatti, che negli anni scorsi è stata tra le mete preferite dei pensionati italiani in fuga dal Belpaese, è situata in uno dei punti più meridionali dell'Europa mediterranea, sulla costa sud del Portogallo.
I percorsi, poi, sono quelli che si aspetta un atleta nella prima fase della stagione, con altimetrie mosse ma mai estrema, su una pianura che non è mai realmente tale e che presenta continui cambi di pendenza, l'ideale per trovare la condizione: anche se, nel ciclismo di nuova generazione, a febbraio si è già pienamente rodati, come si è visto gli anni scorsi con prestazioni di altissimo livello.
Un altro fattore positivo è la natura “classica” del percorso: una cronometro individuale di circa 20 chilometri, l'arrivo in cima all'iconico Alto do Malhao, salita di neanche 3 km e posta a 500 metri di quota, ma ugualmente spettacolare grazie alle sue pendenze a doppia cifra e sulla quale hanno messo la firma atleti di grande valore, tra cui Alberto Contador.
Oltre mezzo secolo di storia e grandi nomi
Sarà l'edizione numero 51, quella che prenderà il via dalla cittadina costiera di Portimao. L'importante giro di boa raggiunto nello scorso anno, con l'oltre mezzo secolo di vita, la rende con pieno merito una corsa classica. In patria, l'Algarve resta in seconda posizione rispetto alla storica Volta Portugal, gara di 11 tappe che si disputa in Agosto, simbolo della natura autarchica del movimento portoghese e della passione che si ha in questo Paese per il ciclismo; ma, se si guarda il livello medio di partecipanti, è senza dubbio la corsa più importante. Fino agli anni novanta un affare interno ai portoghesi, è sulle strade dell'Algarve che si è consumata forse la più grande tragedia del ciclismo lusitano: la morte di Joaquim Agostinho, grande esponente nazionale delle due ruote tra gli anni Settanta e Ottanta, vincitore sull'Alpe d'Huez e due volte sul podio del Tour de France. A poche centinaia di metri dall'arrivo della tappa di Quarteira, nella Volta Algarve 1984, uno scontro con un cane lo portò a cadere, battendo la testa, in un'epoca in cui i caschi non erano ancora usati in gruppo. Quella che sembrava essere solo una forte contusione, si rivelò una frattura del cranio che portò Agostinho alla morte, dopo dieci giorni di coma. Oggi, in patria, la sua memoria è tenuta viva con il suo nome attribuito ad un'altra breve corsa a tappe, il GP Torres Vedras - Joaquim Agostinho, che si disputa in luglio.
Dalla metà degli anni novanta, l'Algarve diventa un appuntamento fisso per le grandi squadre e i nomi importanti nel gruppo, come tassello importante per la preparazione della stagione da costruire nei primi mesi dell'anno. Scorrendo l'albo d'oro, sono tanti i nomi che si ricordano: Alex Zulle nel 2000, Alberto Contador per due anni consecutivi (2009-2010), come Geraint Thomas (2015 e 2016). Anche due italiani: Andrea Ferrigato nel 2001 e Alessandro Petacchi nel 2007, con ben tre vittorie di tappa, in un'edizione priva di arrivi in salita.
Di recente, da Roglič a Pogačar fino a Evenepoel, con tre vittorie, il livello è diventato molto alto. Nel frattempo, la corsa si è indurita: si è aggiunto un secondo arrivo in salita, seppur più morbido, l'Alto da Foia. Per il 2025, gli organizzatori hanno voluto introdurre una novità: la corsa si concluderà, come ormai da tradizione, sull'Alto do Malhao, ma al termine di una cronometro individuale che sarà, come è facile prevedere, decisiva per l'esito finale.
Così, dopo altre corse in giro per il mondo, mancano meno di due mesi per rivedere sulle strade europee i grandi delle due ruote in azione, in una corsa che, a differenza di altre, ha saputo conservare il suo spazio nel calendario e migliorarsi. Boa sorte alla Volta ao Algarve.