Sonny Colbrelli © Team Bahrain Victorious - SprintCycling
Editoriale

Colbrelli candidato, sta' a vedere se il problema è Forza Italia...

La notizia della partecipazione di Sonny alle prossime elezioni regionali in Lombardia per la coalizione di centrodestra ha creato un po' di subbuglio e dato luogo a qualche mugugno. Ma davvero il nostro orizzonte è così limitato?

05.01.2023 14:40

L'ultimo incontro noto di Sonny Colbrelli con la politica si manifestò nella forma di uno sberlone: si stava disputando il leggendario primo Giro della Padania, anno di grazia 2011, e all'avvio di una tappa, in Liguria, il gruppo fu fermato da un drappello di contestatori che passarono alle vie di fatto: il bresciano, all'epoca stagista nella Colnago-CSF, saggiò sulla propria faccia la forza delle argomentazioni di uno degli antagonisti ivi presenti…

Il ceffone ricevuto oltre dieci anni fa non ha però smontato l'afflato di Sonny per la politica: rimasta sotto traccia in tutti questi anni dedicati al professionismo, quest'ispirazione riemerge ora che la bici non rappresenta più lo strumento di lavoro per il 32enne che nel 2021 ci faceva sognare fra Europeo e Roubaix.

Non so se Colbrelli abbia già detto quello che tutti dicono in questi casi ("Me l'hanno chiesto e… dopo averci pensato bene…"), né se la sua rincorsa elettorale a un seggio da consigliere regionale in Lombardia si concluderà con un successo; se verrà eletto, possiamo star certi che proverà a portare la voce del ciclismo nelle sedi istituzionali; che poi possa eventualmente, effettivamente incidere… ciao proprio: non basta certo un ex ciclista in Consiglio regionale per far cambiare le politiche sulla mobilità, tantopiù in un territorio in cui il mantra della produttività è una religione (e si sa: la produttività viaggia a motore).

In ogni caso, Sonny ha saputo più volte sorprenderci in carriera, basti pensare alla citata Roubaix di due anni fa, per cui magari tra qualche anno ci troveremo davvero a commentare una Legge Colbrelli che istituisce chilometri di ciclovie in Lombardia o chissà che altro.

Nell'attesa di scoprirlo, voglio dedicare due righe a chi in queste ore, venendo a conoscenza della notizia della candidatura, sta storcendo il naso, ovviamente dagli spalti dell'elettorato di centrosinistra. Forse qualcuno è dispiaciuto di scoprire che Sonny si riconosca nell'illuminata visione politica del promettitore seriale di Arcore (iniziò con un milione di posti di lavoro, ultimamente si è ridotto ai “pullman di troie” - sic - e fa piacere vedere che il senso dello spararla grossa continui a non fargli difetto), tuttora presidente di Forza Italia, partito nelle cui liste regionali gareggerà Colbrelli. Il quale, peraltro, si è sperticato in lodi per il Silvio nazionale: “Ho sempre ammirato Berlusconi”, titola oggi la Stampa. Insomma siamo sempre in quel brodino lì.

Ma diciamo pure tutto il male possibile del Berlusca e di Forza Italia e teniamocelo lì. E una volta assodato questo, di grazia, con chi si doveva candidare Colbrelli per non dispiacere a nessuno? Con Fratelli d'Italia o con la Lega? Peggio mi sento, gli ululati si sarebbero uditi fin dal Giappone. Con Italia Viva e Azione a sostegno di Lady Moratti in una sbornia di nuovismo incontrollato? Coi Cinque Stelle? Sai le ironie che si sarebbe comunque attirato addosso… Forse giusto se si fosse candidato col PD avrebbe tenuto tutti rassicurati, del resto che c'è di più inoffensivo che militare nel PD? Che si candidasse nelle sterminate praterie a sinistra del Partito Democratico, poi, non era dato nemmeno immaginarlo.

Ma cari miei lettori ciclofili progressisti (so che siete tanti a seguirmi), che avreste detto di un De Marchi o un Guarnieri (per citarne due notoriamente abbastanza a sinistra) candidati col PD o con Fratoianni? Ne sareste stati contenti o no? E allora perché è tanto difficile essere equanimi e superare l'idea che i militanti dei partiti conservatori debbano sempre restare al coperto, nascosti? Tra l'altro in un Paese che ha appena eletto al governo una coalizione di superdestra… Non è più semplice accettare che ognuno possa essere libero, che il Sonny della situazione possa venerare Berlusconi e candidarsi con lui, e che qualunque partito dell'arco costituzionale sia degno di essere votato e sostenuto? Anche quelli più lontani dalle nostre idee.

Tanto, ve lo dico, questi partiti abbastanza ridicoli - tanto Forza Italia quanto il tanto rassicurante PD - sono già sconfitti dalla Storia e ce ne accorgiamo ogni giorno che passiamo in questo sempre più declinante Occidente. Con un mondo che ci va a rotoli sotto i piedi, chi governa brilla per grigiore, per banalismo, per incapacità di colpi d'ala o di trovare risposte sensate alle domande (leggasi: necessità) che ci disgregano la vita e la società. In compenso uno slogan di cattiveria (contro gli ultimi, in genere) troverà sempre cittadinanza nella politica italiana.

In questo crepuscolo di turbocapitalismo finanziario stiamo continuando a giocare semplicemente la partita del nemico, con le regole decise dal nemico, sul campo da gioco stabilito dal nemico, e intanto stiamo sempre più male e non abbiamo strumenti per invertire la rotta. Non dico vincere, ma pure pareggiare è ormai mera utopia.

E in questo disastro patente il mio problema dovrebbe essere Colbrelli che si candida con Forza Italia alla Regione Lombardia? Ma auguri a lui, che venga eletto e anzi che lo facciano pure assessore. Che poi si impegni a fondo nel ruolo o che si limiti - come tanti prima di lui - al folklore, si renderà conto sulla propria pelle di quanto sarà ingranaggio marginale, trascurabile, nel tristo meccanismo. Una cacatina di mosca tra giochi di potere tanto più grandi di lui. Auguri, Sonny; sì: proprio auguri.

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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!