Primoz Roglic alla presentazione delle squadre della Vuelta 2024 © Unipublic-Cxcling
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Il dopotappa della Vuelta. Woods: «Una catarsi». Roglic: «Contento di aver recuperato terreno»

O'Connor ammette: «Sono cotto». Carapaz ancora laconico su O'Connor: «Si vede che sta soffrendo»

30.08.2024 19:14

Due corse in parallelo per la vittoria di tappa e la classifica generale alla Vuelta: festa per i veterani Michael Woods e Primoz Roglic sul Puerto de Ancares, giornata grigia per i rivali diretti dello sloveno, cattivi presagi per la maglia rossa (sempre più sbiadita, ad onor del vero) Ben O'Connor. Le voci dei protagonisti al termine della 13ª tappa.

Woods: «Una vittoria catartica»

Il più raggiante di tutti è il 36enne canadese, a segno per la terza volta sulle strade di Spagna: «Il mio più grande obiettivo era vincere una corsa con la maglia di campione nazionale», esordisce il corridore della Free Palestine nella consueta intervista a diffusione internazionale. «Per me è un momento di catarsi. Dunque, non posso che dirmi felice per questo risultato. Sono stato particolarmente fortunato a centrare la fuga buona in compagnia di Riley Sheehan e Dylan Teuns: entrambi hanno fatto un buon lavoro. Ero un po' isolato quando il terzetto della UAE Emirates ha attaccato. Quando sono caduti McNulty e Vine, mi sono spaventato. Ad ogni modo, sapevo di essere l'uomo da battere sull'ultima salita. Nel finale di tappa, mi è sovvenuto il ricordo della vittoria sul Puy-de-Dome. Ed ero consapevole di poter vincere a patto di tenere i miei avversari a debita distanza, perché la salita mi era congeniale. Le vittorie in tutti i Grandi Giri? Mio malgrado, non sto ringiovanendo. Dunque, è bellissimo vincere a questa età e, proprio per questo, voglio assaporare queste sensazioni fino in fondo».

Roglic: «Sono contento di aver recuperato»

Il monologo interpretato da Primoz Roglic negli ultimi 4 km del Puerto de Ancares riavvicina il capitano della Red Bull-BORA-Hansgrohe al trono della Vuelta, già occupato per un paio di giorni a inizio corsa. Eppure, il 35enne sloveno decide di sposare la linea della prudenza e della diplomazia anche nell'intervista concessa a Eurosport:  «A volte si vince, a volte si perde. Questa volta, però, le cose sono andate per il verso giusto. Le difficoltà di O'Connor? Devo pensare anzitutto a gestirmi bene, senza dimenticare i miei compagni di squadra. Naturalmente, è un bene aver guadagnato terreno, ma bisogna affrontare la corsa giorno dopo giorno. L'andamento della tappa? Non ho ancora piena fiducia nelle mie possibilità e, pertanto, non abbiamo voluto prendere in mano la corsa».

O'Connor: «Ero decisamente cotto»

Il primato in classifica di Ben O'Connor vacilla sempre di più. E il tono delle dichiarazioni nel retropalco rispecchia la fase di luna calante dell'australiano: «Alla fine di questa giornata, mi sento decisamente cotto. Ho attraversato un momento di difficoltà, ma sono comunque riuscito a conservare la maglia rossa e questa è senza dubbio una notizia positiva. In tutta onestà, mi ero già staccato quando Roglic è partito e perciò non sono riuscito a vederlo. I prossimi giorni? Impossibile prevedere come andranno. A Granada stavo bene, oggi non avevo più alcunché in corpo. Per intanto, proverò a fare del mio meglio per recuperare e difendere la maglia in attesa della tappa di domenica».

Gli altri protagonisti

Nonostante il gap accumulato da Roglic e Landa, Richard Carapaz può comunque sorridere per la buona rimonta nel finale che gli ha consentito di pareggiare la sfida diretta con Enric Mas: «Questa salita era decisamente impegnativa. Non sarebbe stato semplice per me seguire i cambi di ritmo e, pertanto, ho pedalato del mio passo», l'opinione del campione olimpico di Tokyo 2020 a Eurosport. «Nell'ultimo tratto sono riuscito a scavalcare diversi corridori. Dunque, posso ritenermi soddisfatto della prestazione. Roglic? L'ho visto benissimo in salita e, d'altra parte, la squadra ha lavorato sodo, imponendo un'andatura molto sostenuta già nel primo tratto del Puerto. Era l'unico che poteva tenere questo ritmo e, in fin dei conti, gli è andata bene. O'Connor? Sta soffrendo tutti i giorni. E la Vuelta è ancora molto lunga». 

Tra i corridori in difficoltà sull'ultima salita anche Richard Carapaz, che ha chiuso 15" dietro al gruppo dei migliori © EF Pro Cycling via X
Tra i corridori in difficoltà sull'ultima salita anche Richard Carapaz, che ha chiuso 15" dietro al gruppo dei migliori © EF Pro Cycling via X

La caduta in discesa di Brandon McNulty e Jay Vine ha stravolto i piani della UAE, costringendo Marc Soler a un'altra giornata di straordinari, solo in parte ripagata dal 3° posto di tappa. «Ero un po' stanco dopo la tappa di ieri», confida ai microfoni di Eurosport il 30enne catalano, già salito in altre due occasioni sull'ultimo gradino del podio. «Ho faticato non poco nella parte centrale della tappa, quando c'è stato l'attacco congiunto di Campenaerts, Schmid, van Aert e degli uomini dell'Arkéa. Comunque, ho cercato di dare ugualmente il massimo per i miei compagni. In vista della salita conclusiva, avremmo potuto giocare le nostre carte, ma la caduta di Brandon e Jay ha compromesso le nostre chances».

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Carmine Marino
Nato a Battipaglia (Salerno) nel 1986, ha collaborato con giornali, tv e siti web della Campania e della Basilicata. Caporedattore del quotidiano online SalernoSport24, è iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti della Campania dal 4 dicembre 20