Tadej Pogacar in maglia gialla a Bologna © Pagina Facebook UAE Team Emirates
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Pogacar nel dopotappa di Bologna: «Mi sono messo alla prova». Vingegaard: «Sono sorpreso»

Il vincitore di tappa Vauquelin: «Sapevo di essere il più forte in salita»

30.06.2024 19:17

Il primo atto di una sfida che, con tutta probabilità, sarà il filo conduttore del 111° Tour de France: l'attacco di Tadej Pogacar sulle ultime rampe del San Luca non ha colto di sorpresa Jonas Vingegaard, che si è subito accodato alla ruota del dominatore dell'ultimo Giro d'Italia. Benché abbiano ribadito la loro superiorità sulla concorrenza, lo sloveno e il danese hanno interpretato il finale a carte coperte, consentendo a Remco Evenepoel e JRichard Carapaz di rifarsi sotto. Le opinioni dei protagonisti subito dopo l'arrivo di tappa a Bologna.

Pogacar: «La reazione di Jonas non mi ha stupito»

Subito dopo aver indossato la maglia gialla, il 26enne della UAE Emirates ha concesso la consueta intervista a diffusione mondiale: «Sapevamo benissimo che la vittoria di tappa era ormai fuori portata. La Visma ha imposto un'andatura molto elevata già sul primo San Luca. Anche la seconda volta il ritmo era sostenuto, ma io ho voluto provarci lo stesso, anche per mettermi alla prova. Vingegaard mi ha seguito immediatamente, ma non posso certo dirmi sorpreso. Per il resto, abbiamo pedalato insieme fino all'arrivo, dove siamo stati poi raggiunti da Evenepoel e Carapaz. Il pubblico di Bologna? Mi ha entusiasmato. E ciò che ho visto in salita era meraviglioso. Questo è il ciclismo che tutti dovremmo amare. La maglia gialla? Giorno dopo giorno valuterò se conservarla o meno».

La replica di Vingegaard: «Non mi aspettavo di essere a questo livello»

Il capitano della Visma-Lease a Bike ha invece scelto i microfoni della tv pubblica danese per commentare la sua performance sulle strade bolognesi: «Era importante per me capire a che punto mi trovassi e, al tempo stesso, tenere il passo di Pogacar. Questa era una delle giornate in cui temevo di lasciare qualcosa sul terreno. Posso senz'altro ritenermi soddisfatto per com'è andata quest'oggi. Sono molto sorpreso per la forza che ho espresso in bicicletta. In tutta onestà, non mi aspettavo di essere a questo livello. Sono molto contento di ciò che ho fatto nei primi due giorni di corsa».

Evenepoel: «All'inizio della salita non ero messo bene, ma sono riuscito a rimediare»

Rientrato appena prima del traguardo sui due favoriti per la maglia gialla di Nizza, Remco Evenepoel - balzato in testa alla classifica dei giovani - ha spiegato di non essere riuscito a seguire i primi due per una mera questione di gambe: «Mi è mancata un po' di forza proprio nel momento in cui serviva. Di solito, però, ho bisogno di qualche giorno per carburare. In ogni caso, posso dire che questa è stata una giornata positiva per me. Certo: sarebbe stato meglio seguire i primi due, ma il gap che si era creato poco dopo la Curva delle Orfanelle mi ha costretto a fare un fuorigiri per tornare davanti. All'inizio della salita non ero nella posizione migliore, ma alla fine è andata bene lo stesso. Un messaggio per i miei avversari? Non mi arrenderò e cercherò anch'io di unirmi alla lotta».

Remco Evenepoel impegnato al Criterium del Delfinato © Soudal Quick-Step - Getty Images Sport
Remco Evenepoel impegnato al Criterium del Delfinato © Soudal Quick-Step - Getty Images Sport

Gli altri protagonisti di giornata: Vauquelin, Cristian Rodriguez, Ciccone

Il duello Pogacar-Vingegaard ha forse lasciato in subordine il colpaccio dell'emergente Kevin Vauquelin, che ha regalato alla Arkéa-B&B Hotels il primo successo di tappa in un Grande Giro. Il commento del francese appena prima della cerimonia di premiazione:

«Ho passato un periodo difficile, perché non riuscivo a trovare le giuste sensazioni. Quando è partita la fuga, sono stato bravo a cogliere l'occasione al volo. Il gruppo ci ha concesso ampio spazio, ma ci siamo comportati molto bene nel gruppo di testa. Devo ringraziare il mio compagno di squadra Cristian Rodriguez, perché ha corso alla grande e mi ha supportato nei momenti cruciali di questa giornata perfetta. Sapevo di essere più forte in salita, ma ho comunque trovato subito un buon accordo con Abrahamsen e Oliveira. Poi, dopo aver fatto assieme il primo tratto del San Luca, mi sono avvantaggiato: non volevo lasciare niente di intentato, se non altro perché ero in compagnia di due corridori molto pericolosi. Era già un sogno per me partecipare al Tour. Aver vinto una tappa mi rende orgoglioso». Gli fa eco il suo scudiero, Cristian Rodriguez: «Questa è la nostra prima vittoria in un Grande Giro. Io e Kevin siamo entrati insieme in questa azione, ma in partenza non avevamo stabilito chi dei due sarebbe stato al servizio dell'altro. Dopo la prima salita, in cui ho tenuto un passo regolare, mi sono messo a completa disposizione di Vauquelin».

Chiudiamo la nostra rassegna di voci del dopo-tappa con le dichiarazioni di Giulio Ciccone a Rai Sport: «È stata un'altra giornata particolarmente esigente dopo quella di ieri. Voglio essere realista: era impossibile pensare di seguire i due mostri, a maggior ragione perché il ritmo in salita era davvero sostenuto. In ogni caso, ho cercato di gestire il finale con le forze che ho. E questo sarà il mio atteggiamento anche nelle prossime tappe. Le difficoltà di Roglic? Le prime due giornate sono state davvero particolari: il caldo può falsare non poco le prestazioni. In ogni caso, non parlerei di segnali negativi». 

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