Bardet: "Il sistema dell'UCI sta uccidendo lo sport". E propone il draft
Il corridore transalpino ha rilasciato una lunga intervista formulando una proposta per rivoluzionare il ciclismo
Romain Bardet, da ormai qualche tempo a questa parte, ha annunciato il proprio ritiro dal ciclismo, che si concretizzerà di fatto al termine del Giro del Delfinato 2025. Nonostante ciò, il corridore del Team Picnic PostNL vuole lasciare un segno nel gruppo che vada oltre ai risultati sportivi conseguiti in carriera. Proprio per questo motivo il classe 1990 ha lasciato una lunga intervista al quotidiano ‘L’Équipe', proponendo di fatto un salary cap nel ciclismo e la selezione dei giovani talenti tramite un draft. Ecco, dunque, le sue parole.
Bardet: “Serve un sistema di selezione con un tetto salariale”
“Potremmo introdurre un sistema un po' meno arcaico per reclutare giovani talenti, un sistema di selezione con un tetto salariale, magari riducendo la dimensione delle squadre nelle gare più importanti. Ciò consentirebbe di invitare più squadre e le gare sarebbero più difficili da controllare, mente l'interesse sportivo aumenterebbe. Se ci proiettiamo tra tre anni e pensiamo alle più grandi corse del mondo come il Tour de France, sappiamo già quali squadre vinceranno”.
Il transalpino, a questo proposito, propone il paragone con il rugby: “Nella top 14 è ancora complicato per chi viene promosso, ma una volta raggiunto un budget medio, l'accesso alle fasi finali è possibile. Il Castres è stato campione francese nel rugby nel 2018. Non abbiamo l'impressione che il divario tra le squadre sia così ampio come nel ciclismo, dove gli sponsor hanno risorse illimitate e possono addirittura rilevare i contratti”.
Bardet: “Il sistema dell'UCI sta uccidendo lo sport”
Poi prosegue: “Credo che se le autorità del ciclismo non agiranno nel breve periodo ci saranno delle conseguenze gravi per l'attrattività del ciclismo: la gente smetterà di seguire le corse. Alcuni sostengono che il ciclismo si nutra di grandi duelli, che non ci sia necessità di avere incertezza o squadre minori. Io invece sono convinto del contrario e penso che se si continuerà così avremo un'economia del ciclismo con diversi livelli e questo non sarà più sostenibile per le squadre della seconda metà della classifica”.
Infine chiosa: “Il sistema introdotto dall'UCI con le promozioni e le retrocessioni non sta raggiungendo gli obiettivi preposti e sta uccidendo lo sport. È nato come buona idea, ma oggi si vede come le squadre della parte bassa della classifica fatichino enormemente a trovare i fondi necessari per sopravvivere e per programmare il futuro a lungo termine. E questa difficoltà è ancora più evidente se si fa il paragone con le grandi squadre che stanno dominando”.