La scelta lungimirante della Jumbo-Visma
La vittoria di Kuss alla Vuelta ha salvato la squadra olandese da una sfida cruenta tra Vingegaard e Roglic e le ha dato un capitano da schierare contro Pogacar al prossimo Giro
Al termine della prossima stagione lo sponsor Jumbo abbandonerà il ciclismo, non prima d'aver realizzato, a livello di grandi giri, la prima stagione perfetta della storia. Nessuno in precedenza era riuscito a vincerli tutti nello stesso anno. La Jumbo ha compiuto questa impresa, che tutt'al più potrà essere eguagliata, portando alla vittoria tre corridori diversi che, oltretutto, hanno condiviso il podio della Vuelta, l'ultima delle tre corse a tappe, sintetizzando così l'irripetibile 2023 giallonero.
Negli ultimi giorni, ricordando la Parigi-Roubaix 1996, si è molto parlato della liceità d'applicare il manuale Cencelli al ciclismo. Chi ha buona memoria ricorderà l'arrivo nel leggendario velodromo dei tre uomini in maglia Mapei, tutti a braccia alzate. Il team manager Patrick Lefevere comunicò ai corridori quello che avrebbe dovuto essere l'ordine d'arrivo: 1) Johan Museeuw 2) Andrea Tafi 3) Gianluca Bortolami. Fabrizio Fabbri, direttore sportivo della squadra a cubetti, dichiarò: ”I ragazzi hanno accettato che Museeuw fosse il vincitore e debbo ringraziarli per l’alto senso di professionalità”. Molto meno diplomatica fu la reazione del patron Giorgio Squinzi che sbottò: “Sono nauseato: o esco dal ciclismo o faccio una squadra con soli stranieri”.
Diversamente, però, da quel lontano giorno di 27 anni fa, la scelta del nome del vincitore della Vuelta 2023 è stata presa con calma, a tavolino, a seguito d'una ponderata discussione in albergo dopo la tappa conclusasi sull'Anghiru. Quali motivi hanno spinto la dirigenza del team giallonero a decidere di premiare Sepp Kuss rispetto ai suoi due più nobili capitani? Credo che sia fondamentale comprendere il contesto storico in cui la Jumbo ha corso in terra di Spagna.
È a tutti noto quanto sia difficile nella vita, chiudere bene. Questa oggettiva difficoltà si riscontra nei campi più disparati della vita, dai rapporti personali a quelli professionali. Lo sport non fa eccezione. Alla Jumbo-Visma, in caccia d'uno sponsor che subentri a fine 2024, quando l'accordo tra la catena olandese di supermercati e la squadra ciclistica si esaurirà, serviva non solo vincere ma anche che ciò avvenisse creando empatia con il pubblico. In questa ottica, era semplicemente perfetto premiare il ragazzo che, con la sua altruistica abnegazione, aveva creato i presupposti per far vincere ai suoi due capitani sei grandi giri negli ultimi cinque anni. Neanche la penna di Edmondo De Amicis avrebbe saputo fare meglio: un team vincente ma, soprattutto, una famiglia felice.
Un mese fa, con incosciente lungimiranza, avevo parlato di tre tenori tra i vesponi, ponendo lo scalatore del Colorado sullo stesso piano dei vincitori di Giro d'Italia e Tour de France. La logica dietro a questa mia affermazione si racchiudeva nell'assoluta necessità per la Jumbo d'evitare un duello all'ultimo sangue tra Primoz Roglic e Jonas Vingegaard sulle rampe da garage iberiche. La storia del ciclismo è piena di lotte fratricide emerse sul campo sulle strade dei grandi giri. Quella tra Roberto Visentini e Stephen Roche al Giro d'Italia 1987 è forse stata la più cruenta anche se di certo Gilberto Simoni non ha mai digerito mai lo scippo fattogli da Damiano Cunego alla corsa rosa nel 2004. Nessuno saprà mai quali fossero le strategie originarie della Jumbo alla partenza da Barcellona. Di certo, però, la vittoria di Kuss all'Observatorio Astrofísico de Javalambre, in cui ha posto tre minuti di distanza in classifica generale tra se e i due diarchi, deve essere apparsa ai dirigenti della compagine olandese non dissimile alla manna scesa dal cielo: la Vuelta poteva essere conquistata in modo incruento.
A fine ottobre Roglic compirà 34 anni. È verosimile che l'anno prossimo il campione di Trbovlje possa privilegiare la difesa del titolo olimpico a cronometro rispetto ai grandi giri, magari puntando anche a un paio di classiche primaverili. Il Re Pescatore ha nella testa solo la conquista del terzo Tour de France consecutivo. E allora, secondo voi, chi sarà il capitano della squadra che battaglierà con Tadej Pogacar per la vittoria al prossimo Giro d'Italia?