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Cicloturismo

Lombardia: in bicicletta si muore per davvero, ma qualcosa (forse) sta lentamente cambiando

39 morti e oltre 4000 feriti in bicicletta nel 2023. I numeri della regione più ricca d’Italia restano impietosi, eppure, qualcosa a livello di infrastrutture inizia a muoversi

26.09.2024 14:20

Continua la nostra rassegna sulla ciclabilità in Italia. Dopo aver fornito una visione d’insieme relativa alla situazione del nostro paese e aver tratteggiato un profilo di quanto succede nel Nord Est, è giunto il momento di spostarci di qualche chilometro ed esaminare la Lombardia in bicicletta e, in particolare, la sua ciclabilità urbana.

Lombardia: un quadro d’insieme

Con oltre 10 milioni di abitanti, la Lombardia non è solamente la regione più popolosa d’Italia, ma anche la più densamente popolata. Si tratta, inoltre, di un territorio in cui la bicicletta riveste una certa importanza sia a livello sportivo (in Lombardia sono presenti ben 602 società ciclistiche iscritte a FCI), che come mezzo di tutti i giorni. È del tutto evidente, perciò, che in un contesto così grande e densamente popolato la sicurezza stradale rappresenti un tema chiave, non solo per chi pratica il ciclismo come attività sportiva, ma anche e soprattutto in tema di spostamenti urbani

I numeri, da questo punto di vista, sono abbastanza impietosi. Secondo le statistiche fornite dal Centro Regionale Lombardo di governo e monitoraggio della sicurezza stradale, ogni anno sul territorio della Lombardia si registrano più di 4000 incidenti con feriti in bicicletta. Un dato che si associa al fatto che, nel 2023 i morti a seguito di incidente stradale in biciletta sono stati ben 39 (Osservatorio Asaps-Sapidata) con un trend che non accenna a scendere nel tempo. I dati della città di Milano fotografano perfettamente questo andamento. Nel 2023, infatti, nel capoluogo lombardo ci sono stati ben 1.140 feriti a seguito di incidente stradale in bicicletta, ovvero poco più di 3 al giorno: il dato peggiore dal 2014. Parallelamente, invece, il numero dei feriti in auto ha subito una forte riduzione. 

Qualcosa negli ultimi anni sta cambiando

Per far fronte a questo quadro sconfortante, le istituzioni hanno iniziato a mettere in campo alcune iniziative legislative. Da questo punto di vista, la regione Lombardia è stata una delle prime in Italia ad adottare un Piano Regionale della Mobilità Ciclistica. Si tratta di un documento di policy, redatto già nel 2009 ed approvato nel 2014, in cui vengo definiti gli indirizzi per la pianificazione e l’attuazione della rete ciclabile di interesse regionale con “l’obiettivo di favorire e incentivare approcci sostenibili negli spostamenti quotidiani e nel tempo libero”.  Oltre a questo piano, molte amministrazioni comunali si sono adoperate per promuovere piani di mobilità locale in cui dare maggiore spazio al tema della bicicletta. Da questo punto di vista, la città di Milano, ad esempio, ha redatto un vero e proprio BiciPlan, settando degli obiettivi a breve termine e altri a lungo periodo, verso la città del 2035. 

Queste iniziative, dal punto di vista pratico, hanno certamente prodotto un concreto aumento delle corsie riservate ai ciclisti che, secondo l’osservatorio EuroMobility, sono cresciute dal 2013 ad oggi del 72% nella città di Milano, del 64% in quella di Bergamo e del 41% a Brescia. Il capoluogo lombardo è così giunto ad avere in dotazione 292 Km di ciclabili, collocandosi al secondo posto in Italia per numero di chilometri realizzati. Tuttavia, se si guardano i dati relativi ai chilometri di corsie per le bici in relazione alla popolazione, è Brescia a risultare la migliore con ben 8,54 chilometri ogni 10.000 abitanti, seguita da Bergamo (6,62) e con Milano che si attesta ad un livello decisamente meno confortante, con soli 2,17 chilometri ogni 10.000 abitanti. Oltre alle ciclabili, occorre segnalare un crescente, se pur ancora molto timido, impegno nei confronti delle politiche sulla viabilità, quali l’introduzione di zone 30, aree ciclopedonali, ZTL e altre iniziative volte a ridurre il numero delle auto in circolazione. Mentre decisamente meno diffuse appaiono le politiche rivolte alla creazione di servizi alla ciclabilità, quali parcheggi custoditi e creazione di velostazioni. 

Non solo infrastrutture, la sicurezza è un problema culturale

Se dal punto di vista infrastrutturale, pur con un certo ritardo, si inizia a intravvedere una linea di tendenza positiva, in un contesto frenetico come quello lombardo, il problema culturale resta dirimente. A livello di società, infatti, il ciclista troppo spesso non viene percepito come un’opportunità, ma esclusivamente come un problema all’interno delle metropoli congestionate dal traffico. In questo contesto, il parcheggio selvaggio sulle ciclabili, il non rispetto delle precedenze e una serie di atteggiamenti aggressivi nei confronti di chi pedala, rappresentano una triste realtà che caratterizza le città lombarde.

In questo clima difficile, se le istituzioni possono svolgere un ruolo fondamentale nel processo di transazione verso una società più sostenibile e di conseguenza più ciclabile, ad oggi tale prospettiva appare molto lontana. Emblematica in tal senso è la campagna sulla sicurezza stradale lanciata da Regione Lombardia nel maggio 2024. Questa campagna basata su una serie di video, infatti, oltre a non coinvolgere tra i partner alcuna associazione che rappresenta il mondo del ciclismo, sposta il focus sul ciclista stesso, fornendo una serie di consigli per come evitare di essere investiti, invece che agire alla fonte e invitare chi guida a una maggiore prudenza e al rispetto del codice della strada. 

Manifestazioni e presidi: i ciclisti lombardi hanno iniziato a far sentire la propria voce

Una manifestazione di ciclisti a MIlano © Critical Mass
Una manifestazione di ciclisti a MIlano © Critical Mass

L’aumento degli incidenti stradali ai danni dei ciclisti non è solo il frutto di una crescente insicurezza, ma è anche la misura di come nell’ultimo decennio il numero di persone in bicicletta nelle città lombarde sia sensibilmente aumentato. La dimostrazione di questa crescita di interesse verso il mondo della bicicletta si può ritrovare anche nel fatto che negli ultimi anni, cittadini e associazioni che ambiscono a dare una rappresentanza al variegato mondo delle due ruote hanno iniziato a far sentire con sempre più insistenza la propria voce. Manifestazioni, presidi, catene umane e altri eventi pubblici per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla sicurezza stradale si stanno moltiplicando non solo a Milano, ma in tutte le grandi città della Lombardia. Tra queste, una delle più riuscite mediaticamente è stata quella di ProteggiMi, dove centinaia di ciclisti si sono dati appuntamento nel novembre del 2022 in viale Monza a Milano, per realizzare una catena umana a protezione dalla pista ciclabile. Un’iniziativa nata per ricordare Luca Marengoni, un giovane di 14 anni investito da un tram e per difendersi dal parcheggio selvaggio sulle corsie riservate alle bici, che si è poi rapidamente diffusa in altre città e in altri luoghi del capoluogo lombardo al fine di promuovere la città sostenibile. 

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Milanese di nascita, calabrese per vocazione. Dopo la sua prima randonnée, ha scelto la famosa “pillola rossa” per scoprire quanto è profonda la tana del Bianconiglio ed è rimasto intrappolato in una grave forma di dannazione ciclistica