Kasia Niewiadoma torna alla vittoria alla Freccia Vallone ©Classiques Ardennes-ASO/Billy Ceusters
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Finalmente Niewiadoma! Trionfo alla Freccia Vallone dopo cinque anni senza vittorie

La polacca della Canyon//SRAM vola sul Mur de Huy, stacca Vollering e Longo Borghini e torna al successo su strada dopo quasi cinque anni di digiuno. Piazzate Cavalli e Marturano

17.04.2024 19:04

“Finalmente!” avrà pensato Katarzyna Niewiadoma arrivata al traguardo sulla cima del Mur de Huy, o quantomeno una volta riordinate le idee dopo il grande sforzo che le ha permesso di vincere la sua prima Freccia Vallone della carriera. Per la polacca della Canyon//SRAM è la diciannovesima vittoria in carriera, la sesta nel WWT: un bottino fin troppo esiguo per un’atleta del suo talento, che troppo spesso si è guadagnata l'etichetta di perdente di lusso, di eterna piazzata, di bravissima ma non eccellente, di campionessa sfortunata, come in occasione delle Strade Bianche o del Giro delle Fiandre di questa primavera.

Dal 13 giugno 2019, quarta tappa del Women's Tour, e dall'Amstel Gold Race dello stesso anno per ridurre il campo alle grandi classiche, questo era stato il destino di una delle migliori di questa generazione, che per limiti in volata o interpretazioni tattiche discutibili non era più riuscita a centrare il grande risultato su strada, pur sbloccandosi lo scorso autunno con il mondiale gravel. 

Il Mur de Huy però non mente e non ammette interpretazioni, specialmente dopo una gara tutto sommato lineare e meno condizionata dal meteo rispetto a quella maschile che l'ha preceduta. A Kasia è stato sufficiente essere la più forte in salita sulle pendenze più ripide, come probabilmente era già stata più volte in diverse gare soprattutto nell'ultimo anno, segno che la vittoria al mondiale gravel era già parte di un processo di maturazione mentale e atletica, che ora l'ha portata a battere Demi Vollering ed Elisa Longo Borghini sull'arrivo che incorona la migliore puncheur in circolazione.

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Dopo trentacinque chilometri corsi ad altissima intensità, in fuga entrano Sara Martín (Movistar Team), Elena Hartmann (Roland) e Julie van de Velde (AG Insurance-Soudal Team). Le condizioni meteo estreme non incidono tanto come nella corsa maschile, ma sicuramente la gara diventa più dura di quanto si potesse pensare.

Le tre fuggitive arrivano ad avere un ampio margine di vantaggio nel tratto vallonato che precede l'ingresso nel circuito conclusivo, da ripetere due volte. Sulla prima Côte d'Ereffe c'è la prima reazione importante dal gruppo, dopo che il terzetto di testa aveva raggiunto un massimo di 4'45" di vantaggio. All'attacco ai -40 ci va Grace Brown (FDJ-Suez), seguita da Pauliena Rooijakkers (Fenix-Deceuninck). Subito guadagnano una trentina di secondi sul gruppo, mentre il vantaggio della testa della corsa è ancora intorno ai tre minuti.

Davanti Hartmann va subito in difficoltà sulle prime pendenze del Mur de Huy, che si affronta per la prima volta ai -33. Il gruppo sale regolare con ancora 3'30" da recuperare, e nelle prime posizioni si iniziano ad affacciare le protagoniste attese sull'ultimo a passaggio, compresa la grande incognita Lotte Kopecky, che per la prima volta in carriera affronta tutto il trittico delle Ardenne. 

Le fuggitive sul primo Mur de Huy ©Movistar Team-GettySport
Le fuggitive sul primo Mur de Huy ©Movistar Team-GettySport

Tocca proprio alla SD Worx-Protime fare buona parte del lavoro in testa al gruppo insieme alla Canyon//SRAM, e ai -17 Brown e Rooijakkers vengono riprese. Martín e Van de Velde resistono con ancora un minuto e mezzo di vantaggio, ma con i treni delle migliori squadre già in azione la loro avventura è destinata a terminare presto. C'è anche Shirin van Anrooij a tirare il gruppo per la Lidl-Trek sulla seconda Côte d'Ereffe, prima di un allungo molto pericoloso di Riejanne Markus (Team Visma Lease a Bike). Alla sua ruota si portano subito Elisa Longo Borghini e Kasia Niewiadoma, che costringono anche Demi Vollering ad entrare in azione per chiudere il buco. Subito dopo riesce a ripartire ancora Rooijakkers, che questa volta da sola e guadagna una ventina di secondi, riuscendo a riportarsi sulla coppia di testa.

La loro azione si esaurisce però quasi subito, su un allungo di Elise Chabbey (Canyon//SRAM Racing), a cui si accoda nuovamente Longo Borghini, oltre alla stessa Rooijakkers. In discesa riesce a rientrare anche Kopecky, ma il gruppo non lascia spazio. L'avvicinamento al Mur continua però ad essere poco lineare: prima ci prova Alena Amaliusik (UAE Team ADQ), prontamente stoppata, poi ci riesce ancora Riejanne Markus, che guadagna subito una manciata di secondi e continua a spingere a fondo. Dietro non c'è una reazione immediata, e la campionessa dei Paesi Bassi a cronometro arriva ad avere oltre 15" dentro gli ultimi due chilometri.

Questione a tre sul Mur

Il vantaggio è ancora ottimo ai piedi del Mur de Huy, anche se Markus non ha l'esplosività per resistere fino alla fine e digerire le pendenze più estreme. Alle sue spalle prende il muro in prima posizione Demi Vollering, che prova a ripetere quanto fatto lo scorso anno. Alla sua ruota ci sono Niewiadoma, Juliette Labous, Ashleigh Moolman ed Elisa Longo Borghini, mentre Marielle Meijering non riesce a tenere e apre un buco che solo Évita Muzic riesce a chiudere. Labous e Moolman mollano poco dopo, mentre Niewiadoma affianca Vollering, che resta sempre seduta. Dopo la curva ai -200 la polacca cambia ritmo con decisione alzandosi sui pedali, praticamente nello stesso momento in cui ci prova anche Longo Borghini, mentre Vollering non riesce a rispondere.

La campionessa italiana non ha però la stessa esplosività ed è costretta a desistere e accodarsi a Vollering, mentre Niewiadoma rinforza ancora l'andatura e apre un gap molto significativo e non più recuperabile nel giro di pochi metri, e ha tutto il tempo per godersi il ritorno alla vittoria dopo quasi cinque anni. Vollering si ferma al secondo posto, non riuscendo a replicare la stessa azione vincente dello scorso anno, mentre Elisa Longo Borghini porta una rappresentante italiana sul podio per il quarto anno consecutivo.

Alle spalle delle prime tre, le favorite della vigilia, si piazza un'ottima Muzic, già quinta lo scorso anno, mentre completa la top five l'eterna Moolman, all'undicesimo piazzamento tra le prime dieci in quattordici partecipazioni. Da segnalare anche l'incredibile prestazione di Rooijakkers, che dopo i due attacchi da lontano riesce a chiudere al sesto posto, e gli ottimi piazzamenti di Marta Cavalli, nona, e Greta Marturano, undicesima. Quindicesimo posto per Kopecky, mentre Gaia Realini è solo ventiduesima dopo il podio di un anno fa. 

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