Le squadre 2020: Bora-Hansgrohe
Team tedesco all'insegna della continuità, con Sagan, Ackermann e Buchmann pilastri consolidati e qualche giovane innesto
Poco cambierà nella Bora-Hansgrohe versione 2020: la creazione di Ralph Denk, diretta in ammiraglia da Enrico Poitschke, compie quattro anni nel World Tour ed è ormai un team di riferimento, avendo affiancato a Sagan il meglio che il rinato ciclismo tedesco può offrire oggi. I cambiamenti principali rispetto al 2019 sono negli addii di uomini con maggiori ambizioni personali: rumoroso quello di Bennett, certamente di troppo in un team così ricco di velocisti, al quale si aggiunge il campione italiano Formolo. Per cinque atleti che vanno via altrettanti salgono in sella, dei quali quattro in età da maglia bianca, il più interessante dei quali il ritrovato passista-scalatore Kämna. A completare le principali novità, l'ingresso di un direttore sportivo d'esperienza, il belga Jean-Pierre Heyndrickx, dall'esperienza quindicennale tra Topsport Vlaanderen, Lotto Belisol e per ultima Dimension Data.
ROSA
Pascal Ackermann (Ger, 1994), Erik Baska (Svk, 1994), Cesare Benedetti (Ita, 1987), Maciej Bodnar (Pol, 1985), Emanuel Buchmann (Ger, 1992), Marcus Burghardt (Ger, 1983), Jempy Drucker (Lux, 1986), Matteo Fabbro (Ita, 1985), Oscar Gatto (Ita, 1985), Felix Grossschartner (Aut, 1993), Lennard Kämna (Ger, 1996), Patrick Konrad (Aut, 1991), Martin Laas (Est, 1993), Rafal Majka (Pol, 1989), Jay McCarthy (Aus, 1992), Gregor Mühlberger (Aut, 1994), Daniel Oss (Ita, 1987), Pawel Poljanski (Pol, 1990), Lukas Pöstlberger (Aut, 1992), Juraj Sagan (Svk, 1988), Peter Sagan (Svk, 1990), Maximilian Schachmann (Ger, 1994), Andreas Schillinger (Ger, 1983), Michael Schwarzmann (Ger, 1991), Rüdiger Selig (Ger, 1989)
L’ANALISI
CORSE A TAPPE: La stagione 2019 è stata di svolta per Emanuel Buchmann, trasformatosi da attesa promessa a solida realtà: col podio sfiorato al Tour, per il tedesco è cresciuta la voglia di tornare nel 2020 per salire sul podio. Programma identico alla passata stagione anche per l'altro leader delle corse a tappe Rafal Majka, che si concentrerà su Giro e Vuelta; nella Corsa Rosa rivedremo anche Patrick Konrad, che nel 2018 si distinse finendo in top ten e l'anno scorso è salito sul podio del Tour de Suisse. A questi atleti consolidati si aggiunge l'incognita Lennard Kämna: talento assoluto per cronometro e corse a tappe, nel 2018 si era preso una pausa di riflessione. È tornato e l'anno scorso in alcune tappe del Tour ha dimostrato di tenere il passo dei migliori: se non altro sarà un supporto prezioso per Buchmann. Nelle corse a tappe di una settimana, specie nelle più esotiche, Felix Grossschartner ha dimostrato di saper giocare egregiamente le proprie carte. In questo contesto così strutturato cercherà la sua dimensione Matteo Fabbro dopo due anni così così in Katusha, col neoprofessionista Ide Schelling cresciuto nella SEG Racing.
VOLATE: È stata una stagione di consacrazione per Pascal Ackermann, col vincente esordio nei grandi giri al Giro d'Italia e i tredici successi ottenuti. Confermatissimo come velocista di punta del team, quest'anno oltre a tornare alla Corsa Rosa debutterà alla Sanremo e alla Vuelta a España, mentre il Tour resta il regno di Sagan (che si batterà anche nelle volate insidiose del Giro). I suoi principali uomini di fiducia, capaci anche ogni tanto di sprintare per conto loro, restano Rüdiger Selig e Michael Schwarzmann. La Bora-Hansgrohe ha anche uomini veloci per gli appuntamenti minori: nel 2019 si è ben espresso lo slovacco Erik Baska, andando più volte vicino al primo successo in maglia Bora in alcune corse a tappe. Ad egli si aggiungerà l'estone Martin Laas, l'acquisto più sorprendente del team: nella passata stagione ha ottenuto otto successi nelle corse asiatiche, chiaramente il World Tour è un'altra cosa. Vedremo se troverà una destinazione come apripista o uomo di fatica.
PAVÉ: Non vi è dubbio che la stagione 2019 sia stata una delle peggiori per Peter Sagan, tornato a casa dalle classiche delle pietre con le pive nel sacco. Non ci saranno cambiamenti di programma nel 2020, bisognerà solo vedere se la forza e le motivazioni torneranno quelle dei momenti migliori. La squadra attorno è di quelle tra le più affidabili del circuito: pochi possono vantare tra i propri uomini di fiducia gente con l'esperienza di Marcus Burghardt, Daniel Oss e Oscar Gatto (costretto a saltare la scorsa primavera a causa di un infortunio al metacarpo). Nella scorsa stagione si sono confermati punti fissi per le classiche del nord anche il più giovane Lukas Pöstlberger, arrivato a giocarsi fino all'arrivo il successo nella Dwars door Vlaanderen, ed il lussemburghese Jempy Drucker, a lungo fermo per infortunio dopo un più che incoraggiante sesto posto a febbraio alla Omloop Het Nieuwsblad.
CLASSICHE: La primavera passata di Maximilian Schachmann è stata esaltante; il tedesco ha vinto in sei occasioni, facendo il bello ed il cattivo tempo nelle corse a tappe spagnole, arrivando sempre tra i primissimi sulle Ardenne e chiudendo col titolo di campione nazionale. Per lui il 2020 sarà una stagione molto importante, considerando che sia Giochi Olimpici che Mondiale strizzano l'occhio ai corridori adatti alle corse più dure. Ad affiancarlo nelle classiche, oltre a Buchmann, ci sarà l'australiano Jay McCarthy, distintosi fino alle fasi finali l'anno scorso nelle classiche delle Ardenne. Si attende una crescita per l'austriaco Gregor Mühlberger, messosi in luce principalmente come fuggitivo nelle corse a tappe, oltre che per ruoli di gregariato; il connazionale Patrick Gamper potrebbe essere uomo adatto a distinguersi nelle corse minori, così come l'esperto Andreas Schillinger che assieme a Burghardt è l'uomo più anziano del team.