Vincenzo e Nairo, due uomini e mezza gamba
Quintana in rosa, Nibali vicino, ma a Piancavallo non hanno impressionato. Crescono Pinot, Pozzovivo e Zakarin
A sole due tappe dalla conclusione è arrivata la prima vera crisi di Tom Dumoulin che, dopo parecchi chilometri a rincorrere nella fase centrale della tappa, sulla salita di Piancavallo si è staccato dai migliori già sulle prime rampe e ha perso la maglia rosa che indossava da nove tappe e che fino a ieri sembrava molto salda sulle sue spalle. Il capitano del Team Sunweb, però, rimane ancora pienamente in gioco per la vittoria finale: un po' per la sua grande capacità di tenere un ritmo regolare senza andare fuori giri e limitando così le perdite, un po' perché anche tra i suoi rivali più immediati serpeggia la stanchezza e nessuno oggi è riuscito ad affondare veramente il colpo che per Tom sarebbe potuto essere quello del ko.
Dumoulin staccato, ma gli altri non brillano
Appena iniziata la salita di Piancavallo, nel momento in cui Tom Dumoulin si è staccato dal gruppo dei migliori per la prima volta per poi rientrare brevemente grazie all'aiuto di un superlativo Simon Geschke, ci si potevano aspettare dei veri e propri fuochi d'artificio da parte degli altri uomini di classifica ed invece nessuno ha preso l'iniziativa: tutti sono rimasti a ruota di Winner Anacona prima e di Franco Pellizotti nel tratto più duro della salita con le pendenze più adatte agli scalatori, con Movistar e Bahrain che poi hanno trovato strada facendo anche i corridori mandati precedentemente in fuga, Rojas e Herrada da una tappa, Visconti dall'altra.
Il lavoro dei gregari alla fine ha dato i suoi frutti riscrivendo la classifica generale, ma se Tom Dumoulin oggi ha sofferto, non è che le impressioni fornite da Nairo Quintana e Vincenzo Nibali siano poi state tanto migliori: non si capisce bene fin dove quelli che erano i due principali favoriti della vigilia per la vittoria finale di questo centesimo Giro d'Italia stiano giocando con la tattica, il risparmio e con la psiche del rivale, e quanto invece le brutte sensazioni siano causate da gambe terribilmente stanche e da una condizione fisica in calo rispetto a qualche giorno fa.
Pinot, Pozzovivo e Zakarin guadagnano ancora
Fatto sta che che per il secondo giorno consecutivo, Quintana e Nibali hanno perso secondi nei confronti di Thibaut Pinot, Ilnur Zakarin e Domenico Pozzovivo che ora vedono più vicino un traguardo che fino a due giorni fa sembrava una chimera: questa situazione potrebbe dare loro il coraggio di osare tutto, un nuova motivazione come quella che ieri Dumoulin ha dato a Movistar e Bahrain con le sue parole decisamente inopportune. Oggi infatti nel finale non c'era una maglia rosa da innervosire e non si doveva lasciare spazio al quarto della classifica generale come è stato fatto: ma alla fine lo Squalo della Bahrain-Merida ha concesso anche un piccolissimo margine di 2" al colombiano, un buco insignificante nella sostanza, ma che può dare da pensare.
La mancanza di attacchi da parte Nairo Quintana e l'inefficacia dei timidi tentativi di Vincenzo Nibali, unite ad una classifica incredibilmente chiusa che adesso vede i primi sei corridori racchiusi nello spazio di appena 90", aprono nuovi scenari per l'ultima tappa di montagna di questo Giro d'Italia, quella che domani porterà il gruppo ad affrontare le salite del Monte Grappa e di Foza prima di arrivare ad Asiago. L'assist offerto dalla crisi odierna di Tom Dumoulin era un'occasione clamorosa per riuscire a togliere definitivamente in vantaggio della cronometro finale ancora in possesso dell'olandese: non provare ad approfittarne significare che c'è qualcosa che non va, perché stanchezza e livellamento sicuramente ci sono ma nove corridori in 14" su una salita come quella di Piancavallo è un fatto anormale.
Quintana in rosa quasi per caso
Sicuramente questo Giro d'Italia è stato fin qui molto esigente pur senza grandi attacchi in montagna. Che Nairo Quintana stia bene ma non benissimo sembra assodato e finora solo nella tappa del Blockhaus è riuscito a far vedere ciò di cui è capace, ed anche in quel caso dopo il vantaggio guadagnato sull'attacco finì addirittura con il perdere qualcosina sul finale: nelle altre tappe ha sempre pagato qualcosa da qualcuno ma si ritrova ugualmente in maglia rosa, quasi per caso, grazie alla sua regolarità e alla sua innata capacità di essere competitivo ad alti livelli anche quando la condizione fisica non è la migliore.
Un fattore che può aver bagnato le polveri del colombiano della Movistar è il fatto che molte tappe siano state corse con un copione assai poco lineare o con strategie di squadra non proprio impeccabili. Nella tappa di oggi, così come in quella di Oropa o in quella di Bergamo, il gruppo si è trovato ad andare a tutta in pianura in momenti che sulla carta non erano quelli decisivi: viaggiare per ore a 50 all'ora, seppur bene al riparo in scia, si sentire maggiormente sulle gambe di uno scalatore puro che in quelle di un passista-scalatore. Nei due tapponi di Bormio e Ortisei invece la Movistar ha provato una tattica aggressiva, ma entrambe le volte sono stati mandati in fuga i due corridori più forti in salita e Nairo non ha avuto nessuno al suo fianco che potesse spianargli la strada per l'attacco: sul Blockhaus invece la squadra aveva controllato e fatto il forcing in massa, lo svolgimento della tappa era stato estremamente banale, e lì sono arrivati i distacchi.
Probabilmente l'aver conquistato oggi la maglia rosa, e le difficoltà odierne di Dumoulin, non obbligheranno Nairo Quintana ad esporsi già lontano nella tappa di domani ed una squadra in controllo potrebbe aiutarlo ad esprimersi al meglio sull'ascesa di Foza. Ma Nairo dovrà comunque guadagnare terreno in classifica, almeno su Dumoulin e forse anche su Nibali, e non potrà permettersi di far riavvicinare ancora gli altri: i suoi tifosi devono sperare che il colombiano si sia tenuto apposta per domani l'ultima cartuccia da sparare e che negli ultimi giorni abbia giocato al risparmio, ma se le munizioni dovessero essere finite allora per lui sarà dura conquistare il secondo Giro d'Italia in carriera
Chance più ridotte per Nibali?
Più difficile è invece la situazione di Vincenzo Nibali a cui domani servirà una prestazione di assoluto spessore per mettersi nella condizione di non doversi giocare tutto nella cronometro finale di Milano dove i rapporti di forza potrebbero non essere gli stessi visti nella precedente prova contro il tempo in cui le gambe non erano ancora così affaticate. Il successo nella tappa di Bormio e le difficoltà in cui è incappato nelle altre giornate di montagna avevano messo in evidenza delle analogie tra il Giro 2017 ed il Giro 2016 vinto grazie ad una fantastica rimonta negli ultimi due giorni di montagna: il Nibali attuale riesce a dare il meglio di sé quando la sfida si gioca sul piano della resistenza, su salite lunghe ripetute e con diversi passaggi ad alta quota. Il problema del capitano della Bahrain-Merida è che domani la partita si giocherà su un terreno impegnativo sì, ma che non risponde esattamente ai requisiti elencati in precedenza.
Nel suo caso sembra palese che la gamba non sia quella dei giorni migliori e con l'età è normale un calo nelle prestazione ed un'evoluzione delle caratteristiche del corridore: bisogna tenere presente, infatti, che 32 anni non sarebbero tantissimi in assoluto ma Nibali è sulla breccia fin da quando era Juniores e questo si può far sentire. Però Nibali ormai lo conosciamo, è uno che non molla mai e sa inventare un azione vincente quando meno ce lo si aspetta: in più nonostante le 39 primavere Franco Pellizotti si sta dimostrando un uomo supporto di grande affidabilità e in questo finale di Giro sembra che anche Giovanni Visconti sia in crescita e più utile alla causa della squadra.
Proprio come Quintana, anche Vincenzo domani non si può permettere di perdere secondi da nessuno se vuole vincere portare a casa la corsa, ma al tempo stesso sarà obbligato a guadagnare tanto su Tom Dumoulin e forse qualcosa anche nei confronti dello stesso Nairo Quintana al quale 43" nello scontro diretto a cronometro potrebbero anche bastare. E se la gambe non permetteranno a Nibali di fare la differenza in salita, domani ad aspettare i corridori ci sarà anche un'allettante discesa giù dal Monte Grappa ed è proprio lì che potrebbe giocarsi questo centesimo Giro d'Italia.