Il signor Smith va a Peccioli
Il neozelandese si prende la Coppa Sabatini, finalizzando il lavoro della Mitchelton-Scott. Sul podio Pasqualon e Riabushenko
Percorso indurito nella prima parte per la Coppa Sabatini, giunta all'edizione 68 e con una distanza che torna dopo quasi un decennio a superare quota 200 km, attestandosi a 210.1 km. Gli organizzatori dell'UC Pecciolese hanno inserito, nell'iniziale circuito di 21.3 km da ripetere 7 volte, il breve ma arcigno (pendenze che toccano il 18%) zampellotto di Terricciola. Il secondo circuito di 12.2 km da ripetere 5 volte è quello classico, con lo strappo finale verso il centro di Peccioli.
Ci vuole un po' affinché la fuga si formi, dentro anche Carboni e Konyshev
Partenza alle 10 in perfetta tabella di marcia e velocità subito sostenuta, con il primo, folto tentativo che riesce ad evadere attorno al km 18: presenti Yukiya Arashiro (Bahrain McLaren), Travis McCabe (Israel Start-Up Nation), Florian Vermeersch (Lotto Soudal), Alexander Konychev (Mitchelton-Scott), Jorge Arcas (Movistar Team), Leonardo Basso (Ineos Grenadiers), Simone Ravanelli (Androni Giocattoli-Sidermec), Giovanni Carboni (Bardiani CSF Faizanè), Timothy Dupont (Circus-Wanty Gobert), Gotzón Martín (Euskaltel-Euskadi), Lucas De Rossi (Nippo Delko Provence), Matis Louvel (Team Arkéa-Samsic), Edoardo Zardini (Vini Zabù-KTM), Damiano Cima (Gazprom-RusVelo) e Marco Murgano (Italia).
Il gruppo, tuttavia, non lascia spazio; bisogna attendere il giro seguente e il km 39 per assistere alla fuga buona. Quattro, ossia il giapponese Yukiya Arashiro, il marchigiano Giovanni Carboni, il veneto Alexander Konyshev e il belga Florian Vermeersch, si erano mossi in precedenza; a loro si aggiungono prima il sudafricano Nicholas Dlamini (NTT Pro Cycling), quindi l'etiope Mulu Hailemichael (Nippo Delko Provence), il russo Ivan Rovny (Gazprom-RusVelo) e il marchigiano Raffaello Radice (Sangemini-Trevigiani), che bissa così l'avanscoperta di ieri al Giro della Toscana.
Corsa controllata, la fuga perde pezzi
Solo a questo punto, dopo quasi un'ora di gara, il plotone dà il beneplacito al tentativo, che transita al km 70 con 3'30" di vantaggio, margine che cresce a 4'15" al km 100. Come accaduto nell'appuntamento di mercoledì, la corsa procede senza scossoni; la Ineos Grenadiers controlla, davanti si va d'amore e d'accordo nonostante, a circa 85 km dalla conclusione, Dlamini vada in difficoltà perdendo irrimediabilmente contatto.
Il secondo a staccarsi è decisamente a sorpresa; da scalatore di talento, con una forma non da buttare dato il 23° posto nell'arrivo in salita alla Tirreno, Giovanni Carboni si è staccato ai meno 70 km, rimanendo inframezzato per una dozzina di km prima che il gruppo, sempre tirato dalla Ineos e che passa con un distacco di 2'15" ai meno 60 km, lo vada a riassorbire. Qualche minuto dopo, conclude la propria avventura anche Raffaele Radice, che ha saputo mettersi in luce nel migliore dei modi sulle strade toscane.
Azione azzardata di Hailemichael, il gruppo si avvicina
I cinque superstiti iniziano gli ultimi tre giri, quindi a 36.6 km dal termine, con poco meno di 2' di vantaggio; oltre ai britannici, a lavorare è anche la Israel Start-Up Nation che, va detto, non detta un ritmo impossibile: basti pensare che ai meno 25 km il gap rimanga stabile attorno a 1'55". Subito dopo l'inizio del penultimo giro, nella pendenza seguente al traguardo, scatta in maniera decisa Mulu Hailemichael: il minuto scalatore etiope non va da nessuna parte, venendo riassorbito in discesa - con tanto di rimbrotto di Konyshev.
Il gruppo procede tranquillo - nello stesso tratto di Hailemichael ci prova Giovanni Visconti, l'esito è il medesimo - fino al ritorno in pianura; in un tratto di vento laterale, il Movistar Team prova a sventagliare, allungando sì la fila ma non portando via alcun drappello. Con il distacco sceso a 30" e una collaborazione sempre meno solida, dal quintetto di battistrada parte ai meno 13.5 km il belga Florian Vermeersch; l'interessante neopro' si trova però rimontato e staccato ad inizio della salita verso Peccioli.
Tiberi in evidenza, si decide tutto nella salita finale
L'Italia, sempre più famelico, fa il ritmo con il giovanissimo Antonio Tiberi: il laziale contribuisce a sgranare il plotone. Al passaggio Hailemichael transita con 2" sull'eritreo Amanuel Ghebreigzabhier (NTT Pro Cycling) e sull'australiano Nick Schultz (Mitchelton-Scott), raggiunti poco dopo da Nicola Conci (Italia). A chiudere in discesa, portando sotto la prima parte del gruppo, è Gianni Moscon (Ineos Grenadiers) in prima persona, per un plotone compatto forte di una cinquantina di unità.
Tra scatti e controscatti, in discesa guadagnano qualche metro Alessandro Covi (UAE Team Emirates), Mauro Finetto (Nippo Delko Provence), Antonio Tiberi (Italia), Jorge Arcas (Movistar Team), Nick Schultz (Mitchelton-Scott) ed Ethan Hayter (Ineos Grenadiers), ma non fanno strada; ci pensano così la Circus-Wanty Gobert con Simone Petilli, la Euskaltel-Euskadi con Joan Bou e il treno della Mitchelton-Scott a lavorare nell'avanguardia, tenendo un ritmo deciso e che impedisce tentativi, portando la corsa ai piedi della salita finale di 1100 metri.
Volata imperiosa di Smith, battuto Pasqualon
Lavorano a fondo gli australiani con Robert Stannard, impedendo gli scatti di chicchessia; alle spalle del trenino aussie, composto dal veterano Albasini e da Smith che procede sopra ai 30 km/h, ci sono famelici Bouhanni e Canola. Ci prova Matthew Holmes ai meno 600 metri, ma il britannico della Lotto Soudal non fa la minima differenza. Si giunge così all'ultima semicurva a sinistra, dove inizia la progressione di Dion Smith; il sorprendente sesto della Milano-Sanremo parte lungo ai meno 200 metri e, nonostante la strada continui a salire, nessuno può pareggiarlo. L'unico che tenta di tenerlo è Andrea Pasqualon, che conosce bene l'arrivo avendo concluso per tre volte sul podio; il vicentino, però, non può nulla.
Va a vincere in maniera netta Dion Smith, che diventa il primo neozelandese ad imporsi in 68 edizioni della corsa; assieme al capitano della Mitchelton-Scott si piazza secondo un Andrea Pasqualon (Circus-Wanty Gobert) che dimostra di esserci sempre su questo tipo di traguardi - una volta primo e tre volte secondo a Peccioli nelle ultime sei uscite. Completa il podio il bielorusso Alexandr Riabushenko (UAE Team Emirates), altro che sa il fatto suo su queste rampe.
Completano la ten ten il piemontese Jacopo Mosca (Italia), il danese Mads Würtz Schmidt (Israel Start-Up Nation), il trentino Nicola Conci (Italia), il veneto Enrico Battaglin (Bahrain McLaren), il lombardo Alessandro Covi (UAE Team Emirates), il britannico Ethan Hayter (Ineos Grenadiers) e lo spagnolo Carlos Barbero (NTT Pro Cycling).