Ci sarà un riflesso tricolore nel lungo arcobaleno del nord?
Pogacar le salta quasi tutte, Van Aert è un oggetto misterioso, Van der Poel è il favorito d'obbligo di molte delle corse più belle del periodo. E ai tifosi italiani sperare non costa nulla
Con la Gand-Wevelgem di domenica scorsa si è completato il primo dei cinque weekend consecutivi che compongono gran parte della campagna del nord che terminerà domenica 21 aprile. Saranno disputate tre classiche monumento (Giro delle Fiandre, Parigi-Roubaix e Liegi-Bastogne-Liegi), tre corse di lignaggio di poco inferiore (la appena citata Gand-Wevelgem, l'Amstel Gold Race e la Freccia Vallone) e altre gare comunque piene di fascino e storia.
In un momento non certo esaltante per il ciclismo italiano, domenica, prima della resa dei conti in volata in cui l'iridato di Harrogate 2019, Mads Pedersen, ha battuto quello di Glasgow 2023, Mathieu van der Poel, Matteo Trentin è stato grande protagonista mentre Jonathan Milan, anche lui in ottima forma, si è visto costretto a sacrificare le sue ambizioni personali sull'altare del successo, poi puntualmente arrivato, del compagno di squadra. C'è, quindi, da sperare, alla luce della stagione appena sbocciata, che una rondine faccia primavera con uno dei due corridori appena menzionati o, in alternativa, il sempre pugnace Alberto Bettiol o un risorgente Gianni Moscon capace di regalarci un sorriso nelle prossime settimane.
Le peculiarità della stagione ciclistica 2024
Il 2024, ciclisticamente parlando, è una stagione diversa, non solo perché compressa dell'appuntamento olimpico. A renderla particolare concorrono due fattori. Il primo, oggettivo, è il tentativo di Tadej Pogacar di riuscire, a 26 anni dall'impresa di Marco Pantani, nell'accoppiata Giro-Tour. Il secondo, a mio parere fittizio, alberga nella molto creativa convinzione che la grande corsa a tappe francese verterà su uno scontro, senza esclusione di colpi, tra quattro moschettieri.
A me, onestamente, quest'ultimo pronunciamento pare una grande montatura pubblicitaria. Remco Evenepoel ha subito chiarito che, al suo esordio, non è in grado di puntare al successo nella Grande Boucle mentre le reali possibilità di Primoz Roglic sono tutte da verificare al punto che la stessa squadra tedesca non punterà su di lui come capitano unico in corsa. Ergo, in terra di Francia il duello sarà quello di sempre tra Jonas Vingegaard e il fuoriclasse di Komenda.
Su questa sfida, avrà grande peso il modo in cui Tadej vincerà il Giro d'Italia, ammesso e non concesso che ciò avvenga. Se lo sloveno dovesse cannibalizzare la corsa rosa, come fatto la settimana scorsa in Catalogna, consumando, però, troppe energie, il tris per il Re Pescatore sull'inedito traguardo della Promenade des Anglais di Nizza potrebbe rivelarsi una formalità. Diversamente, se Pogacar, con il Giro d'Italia già in saccoccia, si presenterà a Firenze il 29 giugno integro nelle energie e consapevole dell'occasione irripetibile che gli si presenta, potremmo assistere a un Tour epico.
Sperare che un azzurro possa spuntarla al Fiandre? Non costa nulla
Tornando alle classiche del nord, l'anomalia della stagione in corso viene confermata dalla menomata start list della imminente Ronde van Vlaanderen. In assenza di Pogacar, vincitore 12 mesi fa, Evenepoel e Roglic, i favori del pronostico vanno a Van der Poel, corroborato anche dalla tradizione che lo vuole vincente negli anni pari. Pedersen, dopo il successo di Wevelgem e, soprattutto, in caso di maltempo, si pone come naturale antagonista.
Poi c'è Wout van Aert, autentico oggetto misterioso, che ha finalizzato tutta la sua preparazione per essere competitivo per la classifica generale al Giro d'Italia. Intorno a questo triumvirato ruotano i soliti personaggi in cerca d'autore come il fiammingo Jasper Stuyven, che, però, dovrà vincere la concorrenza interna con Pedersen, il danese Kasper Asgreen, già giustiziere di Mathieu tre anni fa in volata, e il suo compagno di squadra Julian Alaphilippe, il Marcel Proust delle due ruote alla ricerca della gloria perduta.
È troppo sperare che in questa lotta s'inserisca un azzurro? Non credo. Dopotutto, cinque anni fa, Bettiol seppe trionfare in solitaria sull'interminabile rettilineo di Oudenaarde, sfruttando alla perfezione il marcamento reciproco tra i vari favoriti. La corsa, per la 28esima volta in 108 edizioni, si corre a marzo. Nell'ultima occasione, il 31 marzo 2013, Fabian Cancellara fece il vuoto staccando di un minuto e mezzo Peter Sagan. Nella penultima, l'ormai lontano 30 marzo 1980, Francesco Moser fu vittima d'una estemporanea alleanza tra l'olandese Jan Raas e il belga Michel Pollentier che si alternarono negli scatti con lo sgraziato vincitore del Giro d'Italia 1977 che alla fine prevalse.
Sarebbe una bella sorpresa nell'uovo se a domare i terribili muri fosse un nostro portacolori. Dopotutto, sperare non costa nulla.