La riscossa degli attaccanti passa per Ferron
Nella sesta tappa del Critérium du Dauphiné arriva la fuga e a infilare tutti ci pensa il 24enne della Total. Podio tutto francese con Rolland e Barguil ad affiancare il connazionale. Quarto Bagioli, Van Aert tiene la gialla
Delfinato di fughe pericolose e oggi, dopo la beffa di ieri, gli attaccanti c'entrano il bersaglio grosso ed è nuovamente un TotalEnergies, Ferron, a fare bottino pieno, dopo che Vuillermoz aveva timbrato nella seconda tappa. La compagine francese da inizio anno ha messo insieme numeri non indifferenti, portando quasi ogni atleta a migliorarsi, con l'eccezione di Peter Sagan, chiamato al riscatto tra Giro di Svizzera e Tour de France. Il plotone dopo cinque giornate molto intense ha scelto di non spremersi troppo per inseguire ed ecco che è arrivata una possibilità di successo per tutte quelle seconde linee che solitamente nelle gare di una settimana trovano sempre il giorno in cui mettersi in luce.
Prima del durissimo weekend finale gli organizzatori del Critérium du Dauphiné hanno pensato di piazzare al venerdì una frazione di media montagna che potesse stuzzicare più squadre a cercare la fuga. Ecco dunque la Rives - Gap, 196.4 chilometri e 4 GPM con un primo assaggio di Alpi. La partenza con ben 3 salite in avvio, la Côte de Sainte-Eulalie-en-Royans (2 km al 4.4%, 4^cat.), la Côte des Grands Goulets (5.8 km al 4.7%, 3^cat.) e il Col de Rousset (6.6 km al 5%, 2^cat.), è preludio di una corsa frenetica, mentre il Col de Cabre (9.1 km al 4.6%) serve principalmente a dare un volto definitivo alla tappa prima del finale non completamente piatto verso l'arrivo.
La notizia della giornata giunge prima della partenza: Juan Ayuso (UAE Team Emirates), il giovane talento spagnolo della squadra emiratina, non prende il via causa malattia (tampone negativo); esce dai giochi dunque uno dei potenziali contender del Delfinato prima ancora delle giornate decisive. Dopo pochi chilometri abbandona anche Michal Kwiatkowski (Ineos-Grenadiers) per un problema al ginocchio. La compagine britannica perde il suo gregario migliore in un momento molto delicato.
Tanti attacchi come prevedibile già dal chilometro zero. Tra i più attivi Andrea Bagioli (Quick-Step Alpha Vinyl Team), Jasper Stuyven (Trek-Segafredo) e Lukasz Owsian (Arkéa-Samsic), subito ripresi. Ci riprovano Kevin Geniets (Groupama-FDJ), Mikkel Honoré (Quick-Step), Alexis Vuillermoz (TotalEnergies) e Samuele Battistella (Astana Qazaqstan Team), ma lungo il terzo GPM si rimescolano le carte e si forma la fuga definitiva. Davanti ci sono Geoffrey Bouchard (AG2R Citroën Team), Bagioli, Victor Lafay (Cofidis), Valentin Ferron (Total), Bruno Armirail (Groupama), Warren Barguil (Arkéa) e il solito Pierre Rolland (B&B Hotels KTM) a raccogliere punti per la maglia a pois. Nel gruppo la Jumbo-Visma non può concedersi una giornata di riposo poiché Bagioli ha solo 3' di ritardo da Wout van Aert e dunque la fuga va quantomeno tenuta sotto controllo. Il gap supera i 4'30" intorno a metà gara perché quasi nessuno aiuta il team neerlandese e questa notizia è un toccasana per le chance di successo dei battistrada. Solo sul Col de Cabre Trek e Intermarché Wanty-Gobert Materiaux alzano il ritmo per favorire il riaggancio e lanciare due buoni velocisti come Stuyven e Hugo Page. Superato il GPM anche la Bora-Hansgrohe di Jordi Meeus, ieri secondo, si unisce al lavoro in testa al plotone, con un gap di circa 2'40".
Presto però le tre compagini si accorgono di aver lasciato troppo vantaggio ai fuggitivi nella prima parte e di non avere speranze di ricucire e si spostano lasciando il lavoro nuovamente agli Jumbo. Immediatamente UAE e Bike Exchange-Jayco prendono le redini dell'inseguimento dato il rientro di Juan Sebastián Molano (UAE) e Dylan Groenewegen (BikeExchange) nella discesa. L'andamento non cambia di molto e l'aumento dell'andatura non è sufficiente per sperare di riprendere i fuggitivi. Anche le squadre dei velocisti alzano bandiera bianca ai -10 e il testimone passa ancora in mano agli Jumbo.
I gialloneri recuperano un minuto nel giro di pochissimi chilometri ma senza l'intento di riassorbire quelli davanti. Nei due tratti in contropendenza tra i -10 e i -5 i sei di testa rallentano e iniziano a studiarsi, forti del gran vantaggio sul plotone. Bouchard tenta un allungo subito parato da Bagioli. Dietro ancora i BikeExchange accelerano ma il margine è davvero troppo ampio. Breve tratto in discesa e poi ultimi 3 chilometri in pianura dove i sei ritrovano un minimo di collaborazione, anche se Rolland continua a non dare cambi rallentando il drappello.
Poco prima della flamme rouge gli attaccanti si rialzano guardandosi tra loro e ad approfittarne è Ferron, che piazza uno scatto da manuale proprio a 1000 metri dalla fine. Bagioli risponde senza però riuscire a prendergli la ruota e ai -500 si ferma. Rolland lancia lo sprint lungo ma ormai il francesino della Total è all'arrivo. Seconda vittoria in carriera per Ferron, la prima a livello World Tour, che precede di 3" Rolland e Barguil. Quarta piazza per Bagioli, ottimamente neutralizzato dal quintetto francese, quinto Bouchard e sesto Lafay, sempre a 3" dal vincitore. Il gruppo è regolato da Molano, poi squalificato per un gesto scorretto nei confronti di Page, Edvald Boasson Hagen (Total), Groenewegen, che finalmente riesce a disputare uno sprint, seppur non per il primo posto, Matis Louvel (Arkéa) e Meeus.
La top ten generale ricalca quella di ieri con l'eccezione dell'uscita di Ayuso, ritirato, e l'inserimento di Wilco Kelderman (Bora). Van Aert ha 1’03” su Mattia Cattaneo (Quick-Step), 1’06” su Primoz Roglic (Jumbo), 1’32” su Ethan Hayter (Ineos), 1’36” su Jonas Vingegaard (Jumbo), 1’49” su Damiano Caruso (Bahrain-Victorious), 1’55” su Tao Geoghegan Hart (Ineos), 2’00” su Matteo Jorgenson (Movistar Team), 2’10” su Ben O’Connor (AG2R Citroën Team) e 2'12" su Kelderman.
Il programma della settima tappa, da Saint-Chaffrey a Vaujany, prevede due scalate mitiche come il Col du Galibier (23 km al 5.1%), da affrontare appena dopo il via, e la Croix de Fer (29 km al 5.2%), a poco meno di 30 chilometri dalla conclusione, subito prima dell'erta finale verso Vaujany (5.7 km al 7.2%). La brevità della tappa potrebbe da un lato favorire un ritmo altissimo sin dal via e dall'altro però contenere i distacchi tra i migliori. La domanda delle domande è se Wout van Aert riuscirà a difendere il suo primato o la Jumbo si affiderà a Roglic e Vingegaard per conquistare questo Delfinato.