Grandi giri, introdotto un limite per le partenze dai paesi non confinanti
In futuro per gli organizzatori dei Grandi Giri potrebbe essere più difficile pianificare delle partenze dall'estero che prevedano lunghi trasferimenti: il Consiglio del Ciclismo Professionistico ha infatti approvato una modifica nell'articolo 2.6.007 del regolamento strada dell'Unione Ciclistica Internazionale per limitare a una volta ogni quattro anni la possibilità da parte degli organizzatori di richiedere una giornata extra sulla durata della corsa.
Per regolamento, i cosiddetti Grandi Giri devono avere durata compresa tra i 15 ed i 23 giorni, ma per ben quattro volte negli ultimi cinque anni il Giro d'Italia ha ottenuto una deroga per estendersi a 24 giorni: per favorire le partenze da Belfast (2014), Apeldoorn (2016), Alghero (2017) e Gerusalemme (2018), la corsa rosa era partita di venerdì, aggiungendo un giorno di riposo in più ma favorire il lungo trasferimento. Adesso, questa soluzione più volte adotta dal Giro d'Italia sarà possibile, come detto, solo una volta ogni quattro anni.
«Ogni quattro anni, gli organizzatori possono chiedere un giorno addizionale in modo da organizzare la partenza in un territorio non adiacente al paese dell'evento e/o richiedente un lungo trasferimento. Ogni richiesta deve essere presentata almeno un anno prima dell'evento e sarà esaminata a discrezione del Consiglio del Ciclismo Professionistico» recita la nuova parte del regolamento. Da notare che l'articolo non vieta le partenze dall'estero, ma solo concessione di deroghe sul numero di giorni totali: il Giro d'Italia 2012 e la Vuelta 2009, ad esempio, partirono normalmente di sabato da Danimarca e Olanda rispettivamente, modificando solamente il posizionamento dei due giorni di riposo.