Lorenzo Bernard a Riunione Tecnica:"A LA voglio migliorare il bronzo, intanto promuovo la pace"
L'atleta paralimpico, bronzo a Parigi, chi ha parlato del suo percorso sportivo, delle sfide vinte e di quelle future, e del suo impegno contro le guerre
Nella puntata di mercoledì scorso di "Riunione Tecnica" abbiamo avuto potuto di intervistare Lorenzo Bernard, medaglia di bronzo nella pista paralimpica a Parigi 2024 (e seicentesima medaglia della storia paralimpica italiana). Durante la chiacchierata, Lorenzo ha condiviso con noi non solo le sue esperienze da atleta, ma anche il profondo significato che attribuisce alla sua carriera, segnata dal tragico incidente che lo ha reso cieco e dal suo impegno per sensibilizzare sulle vittime civili di guerra.
Nell'intervista, Bernard, reduce dall'esperienza mondiale a Zurigo, ci ha raccontato il suo rapporto con lo sport, la sua amicizia con Davide Plebani, e l’importanza del messaggio che vuole trasmettere con la sua attività sportiva.
Le esperienze a Zurigo e a Parigi
“Sono appena tornato dai Mondiali. Abbiamo gareggiato il 23 nella cronometro e il 25 nella gara in linea. Il percorso era più per scalatori, mentre io sono un velocista e preferisco la pianura. Però è stata comunque una bella esperienza. C'era un tratto in salita di 800 metri davvero duro, e dopo due giri siamo rimasti indietro. Ma alla fine, ho fatto la volata per il sesto posto con gli altri italiani. Siamo arrivati sesti anche nella cronometro, migliorando il nostro tempo. Direi che è stato un bel risultato, considerando che lo faccio principalmente per divertimento.
È stato un anno speciale. Ho iniziato a correre su pista solo ad ottobre e insieme alla mia guida, Davide Plebani, abbiamo subito puntato all'inseguimento individuale. Dopo i Mondiali a Rio, dove siamo arrivati terzi, abbiamo guadagnato la fiducia dell'allenatore. A Parigi, poi, abbiamo conquistato il bronzo nella mia prima Paralimpiade nel ciclismo. Prima delle Paralimpiadi in bici, avevo già partecipato a Tokyo col canottaggio, e lì siamo arrivati quinti. Dopo quella esperienza, ho deciso di buttarmi completamente nel ciclismo, che ormai mi aveva conquistato.”
Dal canottaggio al ciclismo
"Come mai il ciclismo? Il canottaggio mi piaceva, ma durante la pandemia, ho iniziato ad allenarmi sempre più spesso sulla bici, fino a quando mi sono appassionato. Dopo Tokyo, dove siamo arrivati quinti, ho provato la nuova avventura e ho capito che il ciclismo mi dava una sensazione di libertà che non trovavo altrove. Quando esco in tandem, potrei pedalare per ore senza fermarmi.
Quando facevo canottaggio, il pomeriggio per fare allenamenti lunghi il pomeriggio facevo i rulli. Dell'andare in bicicletta mi piace la fatica, e la maggior parte del mio allenamento. lo faccio sui rulli, anche 17-18 ore a settimana, guide ne ho poche quindi devo fare tanti rulli. Quando esco in tandem con la mia guida, Davide, è come essere liberi. Mi diverte e non sento il peso della fatica. "
La storia di Lorenzo
"Nel 2013, a 15 anni, mentre preparavamo un campo per seminare patate, abbiamo trovato un ordigno bellico della Seconda Guerra Mondiale. Per curiosità lo abbiamo toccato ed è esploso. Io ho perso la vista e il mio amico ha perso una mano e la vista.
La mia famiglia e i miei amici mi hanno trattato sempre come una persona normale, ma è stato lo sport a darmi la forza per superare la situazione. Mi ha insegnato che anche con disabilità si può vivere felici e senza rimpianti.
Dopo l'incidente, ho cominciato con lo sci alpino e poi ho provato altre discipline, come l'atletica e il lancio del disco. Ma è stato con il canottaggio che ho capito che potevo puntare alle Paralimpiadi e da lì è cambiato tutto. Ho iniziato a vivere lo sport con una mentalità da professionista."
Il futuro: un bronzo da migliorare
Sicuramente i prossimi obiettivi sono le Paralimpiadi di Los Angeles 2028: puntiamo a fare meglio dell'ultimo bronzo. La cosa più importante è continuare a crescere e migliorare sempre.
L'attivismo
"Insieme al mio amico Nicolas, con cui ho condiviso le conseguenze dell'esplosione della bomba, siamo impegnati nell'Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra. Lui è consigliere nazionale e presidente della sezione Piemonte e Valle d'Aosta. Cerchiamo di sensibilizzare sul tema delle vittime civili di guerra e di portare un messaggio di pace, raccontando la nostra storia e il pericolo ancora attuale degli ordigni inesplosi.
Sentire della situazione attuale è terribile, sapendo cosa mi è successo con un ordigno della Seconda Guerra Mondiale, immagino cosa stia succedendo ora in Ucraina o Palestina. Ci sono ancora 31 conflitti attivi nel mondo, e ogni giorno la gente continua a soffrire a causa di guerre passate e presenti. Noi nel nostro piccolo cerchiamo di sensibilizzare la pace".