Victor Campenaerts nell'intervista post-tappa ©Tour de France
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Parole e lacrime di Victor Campenaerts: "Da quando sono padre sono tornato a sentirmi bene"

Le dichiarazioni dei protagonisti dopo la diciottesima tappa del Tour de France. Il belga ringrazia la famiglia e la squadra dopo una stagione difficile, delusione per Vercher e Van Aert

18.07.2024 19:20

Si piange di gioia, di delusione, per liberarsi o per sfogare la rabbia, al traguardo della diciottesima tappa del Tour de France. A Barcelonnette la vittoria è andata a Victor Campenaerts, al primo successo in carriera alla Grand Boucle. Il belga della Lotto Dstny ha avuto la meglio su una fuga numerosa, coronando gli sforzi di una carriera intera e in particolare di stagione molto complicata come ha confessato nell'intervista post-tappa.

Victor Campenaerts: “Ho sognato questo momento per molto tempo”

"Da vero professionista bisogna correre il Tour de France e portarlo a termine, ma vincere una tappa è il sogno di tutti, io non sono più un neopro, e ho sognato questo momento per molto tempo. Dopo le classiche ho vissuto momenti molto difficili, avevo un accordo verbale con la squadra per estendere il contratto, ma sono stato ignorato per molto tempo, è stato difficile. Sono stato a lungo in altura per un training camp, la mia ragazza era lì a supportarmi tutti i giorni, in gravidanza avanzata, e facevo fatica a completare i miei programmi di allenamento. Ho cambiato mentalità adesso, ho ancora un futuro brillante nel ciclismo, sono diventato padre e tutto è diventato luminoso, ho cominciato a sentirmi bene in bici e sono arrivato al Tour in una squadra motivatissima con un'atmosfera ottima, e questa è solo il risultato del clima che c'è, per cui lo celebreremo stasera. 

“La mia ragazza è stata eroica”

Il supporto che ho dalla mia ragazza è incredibile, c'è sempre per me. Siamo stati nove settimane in altura, ha partorito ai piedi della salita a Granada, è lei quella eroica in questa storia. Sono molto grato che lei lo abbia reso possibile, e che la squadra mi abbia dato la possibilità di fare questo training camp molto lungo per preparare il Tour, ho avuto molta fiducia della squadra, perché con la nascita di mio figlio non ho fatto la preparazione con loro di recente, ma hanno creduto che sarei stato in buona forma. Lascerò la squadra, ma sono felice di poter concludere con quello che forse è l'highlight della mia carriera, è un bellissimo modo per lasciarci e festeggeremo insieme stasera. 

"Puntavo a questa tappa già da dicembre"

Penso di essere stato molto intelligente nel finale, e la squadra mi ha dato fiducia perché tutti sapevano che avevo buone gambe e puntavo questa tappa già da dicembre, avevo detto che la tappa 18 era l'unica dove vedevo l'opportunità di vincere. Sono entrato in fuga al primo colpo, sono stato forse un po' sporco nel cercare di fare a tutti che stavo soffrendo per non tirare troppo, ho seguito gli attacchi e siamo andati via nel finale, abbiamo collaborato bene fino all'ultimo chilometro, è indescrivibile. Ora ci sono altri giorni molto duri, ma non vedo l'ora di tornare a casa dalla mia ragazza e da mio figlio."

Mattéo Vercher: “Arrivare secondo fa schifo”

Sono lacrime molto diverse quelle di Mattéo Vercher, secondo alle spalle di Campenaerts. Per il ventitreenne francese è il miglior risultato della carriera, ma il corridore della TotalEnergies non ha nascosto la sua grande delusione nella breve intervista rilasciata dopo l'arrivo.

Arrivare secondo fa schifo, ma è andata così. Guardando a tutta la giornata, è sicuramente un buon risultato, volevo andare in fuga per aiutare i miei compagni, non pensavo di poter avere la possibilità di vincere. Non ero sicuro delle mie gambe, e alla fine sono stato battuto da corridori più forti.”

Wout van Aert: “Vincere in queste fughe è difficile per tutti”

È un peccato per come è andata oggi, pensavo che questa maglia blu fosse invisibile, ma evidentemente tutti conoscono il mio numero, anche se sarebbe stupido usare come scusa il fatto di essere marcato, è difficile per tutti vincere in queste fughe. L'attacco di Kwiato è stato molto forte, e in cima a quella salita ero al limite, ed è un peccato perché subito dopo era il momento per speculare un po' verso la parte più facile della tappa. Ho detto a Bart di seguire i contrattacchi, sono rimasto un po' dietro e dopo la discesa era finita. Ci sono ancora due giornate importanti davanti, spero che i miei compagni abbiano avuto una giornata più tranquilla in gruppo per essere pronti per domani.”

Wout van Aert, nono al traguardo ©Team Visma Lease a Bike
Wout van Aert, nono al traguardo ©Team Visma Lease a Bike

Bart Lemmen: “Nel finale avevo le gambe vuote”

“Io e Wout siamo entrati in fuga insieme sulla prima salita in un gruppo molto grosso, siamo andati molto tranquilli fino alla penultima salita e poi la corsa è esplosa. Nel finale siamo andati a tutti, ma le mie gambe erano abbastanza vuote e non ho potuto collaborare come avrei voluto, perché se il gruppo fosse rientrato io e Wout avremmo avuto le chance maggiori di vincere, ma le mie gambe erano vuote e davanti erano più forti e hanno collaborato meglio, quindi complementi a loro. Essere nella mia prima fuga al Tour de France è stato divertente fino agli ultimi 40 minuti, poi è stata una grande sofferenza.

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