Costante Girardengo: chi è il grande Campione cantato da De Gregori?
Nel vasto panorama sportivo mondiale si sa bene che, quasi volendo perpetuare degli stereotipi nazionali, ogni Paese ha il suo sport per eccellenza con i suoi campioni e le sue squadre famose in tutto il resto del globo terracqueo. Se gli Stati Uniti hanno dunque discipline come il baseball oppure il football americano, l'Europa è più famosa per il gioco del calcio.
Naturalmente l'Italia è tra i Paesi più famosi, ma il nostro Stato a forma di Stivale non sembra essere "destinato" solo a calciare una palla, ma bensì a calcare i pedali della bicicletta. Grandi sono stati i nomi che hanno corso per la tanto ambita Maglia Rosa come gli "immortali" Bartali e Coppi (clicca qui per scoprire altre informazioni sulla storia del ciclismo italiano) che hanno fatto da apripista per i campioni di oggi.
Ma c'è stato un campione "dimenticato" che, per fortuna, è stato riportato in auge dalla stupenda canzone "Il bandito e il campione" del cantautore romano Francesco De Gregori nel suo album omonimo del 1993. Andiamo dunque avanti con un po' di ordine!
Scritta dal fratello Luigi Grechi, la canzone è contenuta all'interno del disco dal vivo "Il bandito e il campione" registrato durante la tournée italiana dove De Gregori ha incantato le platee con i suoi brani più celebri come "Buonanotte fiorellino", "Viva l'Italia" e "Generale". Il tutto senza scordare il giusto tributo a degli stimati colleghi come Enzo Jannacci ("Sfiorisci bel fiore") e Vasco Rossi ("Vita spericolata").
Questa "storia d'altri tempi, di prima del motore, quando si correva per rabbia o per amore" narra dunque della curiosa amicizia tra due bambini piemontesi che giocavano a rincorrersi sulle ruote delle loro biciclette. Questi due altri non erano che il futuro campione Costante Girardengo (all'anagrafe Costantino) ed il futuro bandito anarchico Sante Pollastri (altresì meglio noto come "Pollastro").
Nonostante la differenza di età, Girardengo aveva sei anni in più di Pollastri, i due erano comunque grandi amici che svilupparono assieme la fervente passione per le due ruote. Purtroppo, tra i due, solo uno continuerà su questa strada di sudore e sport mentre l'altro, invece, su una molto più "cupa" con omicidi, rapine ed altri reati commessi nel nome della causa anarchica.
Costante Girardengo dunque, a soli 20 anni, sarà tra i protagonisti per il suo primo Giro d'Italia nel 1913. Uno dei maggiori eventi sportivi che non mollerà mai fino al maggio del 1936, anno del suo ultimo Giro nei panni di ciclista quando verrà battuto da Gino Bartali, collezionando una serie di vittorie che fanno impallidire anche i campioni moderni.
In poco più di 20 anni passati sulla bicicletta Girardengo, quindi, correrà circa 300 corse su strada vincendone quasi la metà. Discorso a parte, invece, va per quelle su pista che ammontano a ben 965, sfiorando il triplo zero del fatidico 1000, per poi appendere la bicicletta al chiodo e diventare allenatore.
Non per niente tali imprese hanno impressionato il pubblico di allora e De Gregori che ha deciso di omaggiarlo con parole del calibro di "vai Girardengo, vai grande campione, nessuno ti segue su quello stradone. Vai Girardengo, non si vede più Sante, è dietro a quella curva, è sempre più distante".