Ciclismo Giovanile

La stoccata del Moschetti... ere vale un tricolore

25.06.2017 21:36

Il milanese della Viris trionfa a sorpresa nell'Italiano U23. A podio Sartori e Radice


Quando nei giorni scorsi si osservava il profilo altimetrico del campionato italiano riservato agli Under 23 ci s’interrogava sui possibili scenari che l’edizione tricolore della Coppa Messapica potesse riservare: una salita breve ma in grado di selezionare il gruppo, la possibilità di attuare un colpo di mano vincente (eventualità verificatasi ieri nella prova riservata agli Élite Senza Contratto) oppure, qualora le sortite non fossero andate a buon fine, una conclusione con uno sprint tra un discreto gruppo di atleti, sopravvissuti alla calura e alla gran bagarre della giornata.

In simili condizioni due sono le possibilità: o che a trionfare sia un corridore particolarmente atteso, in grado di marchiare a fuoco la gara col proprio talento, oppure che ad avere buon gioco possa essere qualche interessante outsider, ossia non uno dei primissimi nomi che vengono in mente in sede di pronostico ma comunque un atleta da tenere in particolare considerazione nel caso dovesse trovarsi ad essere della partita nel finale. Giunti alla conclusione possiamo dire che è andata proprio così: il titolo italiano non finisce nella bacheca di attesi squadroni quali Colpack o Zalf, né in quella di altre formazioni particolarmente attese come come Palazzago e Hopplà, bensì in quella della Viris Maserati, formazione che nelle ultime settimane si è messa in ottima evidenza negli appuntamenti più importanti, Giro Under 23 compreso.

L’artefice dell’impresa è Matteo Moschetti, milanese classe 1996 che delle doti velocistiche ha sempre fatto il suo punto forte e che finora, nei due anni e mezzo trascorsi nella categoria, aveva sempre mostrato una certa regolarità nei piazzamenti ed anche nel riuscire sempre ad andare a bersaglio (3 vittorie prima di quest’oggi, una per anno con l’ultima centrata alla Pistoia-Fiorano ad inizio mese). Anche per lui la pista è stata scuola importante, dati i vari successi nelle categorie giovanili che l’hanno già portato a vestire il tricolore in specialità come l’Inseguimento a Squadre e l’Americana e che gli hanno consentito di prendere parte anche ai più importanti appuntamenti internazionali in maglia azzurra, specie nel quartetto.

È arrivato in buona forma a questi italiani il ventenne di Robecco sul Naviglio, riuscito a portare a termine anche un Giro Under tutt’altro che semplice per le ruote veloce ed in cui era riuscito a centrare una top ten di tappa (il nono posto a Gabicce Mare) in una delle rarissime occasioni destinate ai velocisti. Il fondo dato dalla partecipazione ad una gara simile si è però rivelato assai utile nella prospettiva di ben figurare in una gara in linea impegnativa come può essere un campionato italiano e così quest’oggi Moschetti è riuscito ad emergere al momento giusto, andando a beffare tutti coloro che ormai al tricolore stavano facendo la bocca buona, ottenendo così la più importante vittoria su strada della carriera, che ora inevitabilmente finirà con l’aprire per lui nuovi interessanti scenari.

Prendono il via in 142, una fuga a 3 monopolizza la prima parte
Come per la prova andata in scena ventiquattrore prima erano 172 i chilometri di gara previsti, con la prima parte più complicata dal punto di vista altimetrico, inoltratasi nella Valle d’Itria, per poi giungere al conclusivo circuito di 25 chilometri da ripetere per quattro volte attorno a Ceglie Messapica. Sono stati 142 gli atleti a prendere il via dalla cittadina brindisina e, proprio come avvenuto nella gara degli Élite Senza Contratto, è stata una lunga fuga a monopolizzare la prima parte di gara: protagonisti Mirco Padovan della General Store, il figlio d’arte Riccardo Cenghialta della Unieuro e Davide Italiani della Maltinti.

Il buon accordo del terzetto, protagonista nei saliscendi compresi fra Cisternino e Martina Franca, ha consentito loro di portare il vantaggio nei confronti del gruppo a sfiorare i 6’30” dopo una cinquantina di chilometri, prima che il gap iniziasse a ridursi dopo il primo passaggio sul traguardo, con l’inseguimento orchestrato principalmente dall’Hopplà Petroli Firenze.

La situazione muta, 11 corridori vanno in testa
Il gran lavoro orchestrato dalla formazione toscana ha ridotto sensibilmente lo svantaggio una volta superato il centesimo chilometro di gara ed ha dato il là ad una nuova interessante situazione, sviluppatasi beneficiando dei tratti più insidiosi del circuito. Così, all’inseguimento dei generosi Cenghialta, Padovan e Italiani si sono portati in otto, riusciti poi a coronare positivamente l’inseguimento e a dare vita ad un drappello formato da undici atleti. Oltre ai tre grandi protagonisti di giornata al comando si sono ritrovati Pietro Andreoletti e Alessandro Fedeli della Colpack, Simone Bevilacqua della Zalf, Emanuele Onesti dell’Hopplà, Giuseppe La Terra Pirrè del Malmantile, Filippo Bertone della Viris Maserati, Matteo Valsecchi del CC Cremonese e Federico Orlandi del Gavardo.

Un gruppo variegato, con alcune delle formazioni principali ben rappresentate, che ad una cinquantina di chilometri dal traguardo poteva vantare oltre un minuto e mezzo di vantaggio sul resto del gruppo, chiamato inevitabilmente alla reazione per non vedere compromesse le proprie possibilità. Ad incaricarsi dell’inseguimento è stata soprattutto la Palazzago di Francesco Romano, uno dei principali favoriti per il successo, che pian piano ha cominciato a limare il gap degli uomini di testa. Col passare dei chilometri inoltre l’accordo dei battistrada ha iniziato a venire meno, tanto che, dopo alcune schermaglie che hanno contribuito a tratti a selezionare il drappello, il gruppo è tornato compatto proprio dopo il suono della campana che annunciava l’inizio dell’ultimo giro.

Vari tentativi ma nessuno va a segno. Allo sprint trionfa Moschetti
Inevitabilmente il nuovo rimescolamento delle carte ha fatto in modo che si entrasse in una nuova fase di bagarre, in cui sono stati in diversi a provarci: dapprima un tentativo di otto atleti (tra i protagonisti anche Lizde, Cristofaletti e Raggio), quindi un nuovo terzetto composto dall’inesauribile Padovan, autore di una gran gara, in compagnia del sempre combattivo Mattia Bais del Cycling Team Friuli e di Federico Burchio, una delle punte dell’Hopplà. Per loro un vantaggio nell’ordine della decina di secondi nei confronti d’inseguitori e gruppo, non sufficiente per garantirgli di giocarsi il tricolore, cosicché ai -10 dall’arrivo era di nuovo tutto da rifare.

A quel punto, col gruppo lanciato a tutta velocità, sembrava difficile poter assistere ad un nuovo tentativo d’anticipo ma Giovanni Carboni, il portacolori della Colpack rientrato da poco alle gare dopo il serio incidente occorsogli al Memorial Mantovani nel mese di aprile, costatogli la frattura di radio e ulna del braccio sinistro, ha cercato di sfruttare a proprio favore l’ultimo passaggio in salita per sorprendere il plotone. Un bel tentativo quello del giovane marchigiano, capace di guadagnare una decina di secondi ma purtroppo frustrato a circa 3 chilometri dalla conclusione.

Non sembravano esserci più margini per ulteriori tentativi d’anticipo e così il gruppo di testa si è portato a tutta velocità verso il traguardo di Ceglie Messapica per giocarsi il tricolore in volata. In quel momento è iniziata la conta delle ruote veloci ancora presenti, in un finale in cui anche il passaggio sul pavé e nel rettilineo in leggera salita poteva rappresentare un’ulteriore insidia. Sprint lanciato quindi e ad emergere di giustezza è stata la sagoma di Matteo Moschetti, che negli ultimi 100 metri ha saltato Sartori ed è andato a cogliere una vittoria tanto sognata quanto insperata, che porta a due il computo personale dei successi in questo 2017.

Mirco Sartori e Raffaele Radice completano il podio
Alle spalle del corridore milanese la seconda posizione è stata appannaggio del trentino Mirco Sartori, altro classe 1996 che veste i colori della Mastromarco e già capace di sfiorare un podio prestigioso al Gran Premio Liberazione in stagione (per lui anche una vittoria in questo 2017), che per un po’ ha visto davvero concreta la possibilità di riuscire ad aggiudicarsi lo sprint, essendo una delle ruote più veloci presenti nel gruppo. In terza posizione ad aggiudicarsi la medaglia di bronzo è stato invece il marchigiano Raffaele Radice, 21 anni compiuti lo scorso 21 giugno, portacolori del Gallina Colosio Eurofeed con cui è stato protagonista di un buon Giro Under 23 in cui è riuscito a portare a casa due buoni piazzamenti nella tappa inaugurale di Imola (decimo) e in quella di Gabicce Mare (settimo), altro atleta apparso in decisa crescita e in ottima forma in queste settimane.

Fuori dal podio quindi tutti gli squadroni più attesi, con la medaglia di legno che è andata a Giovanni Lonardi, pluripiazzato in questa stagione e che sicuramente confidava molto nelle sue doti velocistiche in un arrivo simile, in cui il podio è sfuggito per poco. Quinto posto per Leonardo Fedrigo, altro velocista temibile che da questa stagione difende i colori del Team Wiggins, formazione Continental britannica, seguito da Federico Sartor della Colpack, il sempre costante Yuri Colonna dell’Altopack, Raul Colombo del Gavardo, Alfonso Piselli della Maltinti e quindi Francesco Romano della Palazzago, con il siciliano vincitore al Giro Under a Casalincontrada che ha chiuso la top ten di questa edizione tricolore. Un campionato italiano che ha comunque fornito utili indicazioni in vista dei futuri appuntamenti (in special modo i campionati europei che si disputeranno in Danimarca in agosto), con un mese di luglio in cui a monopolizzare la scena giovanile sarà soprattutto l’atteso Giro della Valle d’Aosta, di scena dal 12 al 16 luglio prossimi.
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