Dopo lo shock della Freccia, Skjelmose guarda già alla Liegi: "Posso lottare per il podio"
Le parole del danese dopo il ritiro per ipotermia dalla Freccia Vallone: "Uno dei momenti più sgradevoli della mia vita". Oggi già in sella in vista di domenica
Dopo la durissima Freccia Vallone di ieri, fortemente condizionata dalle condizioni meteo, le immagini che hanno maggiormente preoccupato sono state quelle del ritiro di Mattias Skjelmose, in evidente stato di ipotermia, aiutato a scendere dalla bici da un membro dello staff della Lidl-Trek. Il campione nazionale danese aveva già rassicurato in serata sulle sue condizioni dopo il video shock che era circolato sui social, e questa mattina è stata ufficializzata la sua partecipazione alla Liegi-Bastogne-Liegi di domenica.
Skjelmose è entrato maggiormente in profondità su quanto è successo nella corsa di ieri, dando una spiegazione del perché così tanti corridori hanno sofferto e non sono riusciti a terminare la corsa (solo 44 arrivati). GCN e Wielerflits sono tra i media che riportano le parole del danese.
“La UAE ha aperto la corsa presto, proprio mentre iniziava a grandinare, e ho provato a seguirli direttamente. Per questo non ho avuto tempo di mettermi la giacca da pioggia, Toms Skujins stava tornando su di me ma ho dovuto seguire, e in realtà mi sentito molto bene in quel momento. Sul primo passaggio sul Mur de Huy sono riuscito a coprirmi, ma a quel punto avevo talmente tanto freddo che non sono più riuscito a riscaldarmi.” Da qui la crisi che ha costretto Skjelmose al ritiro, in una corsa dove lo scorso anno aveva chiuso al secondo posto.
“Uno dei momenti più sgradevoli della mia vita”
Sono bastati i quindici minuti di grandine e tempesta per rendere così estrema questa edizione della Freccia Vallone, in cui molti corridori hanno patito il freddo, tra cui altri possibili favoriti come Marc Hirschi e Tom Pidcock. Le immagini che hanno impattato di più sono state proprio quelle di Skjelmose, che ha spiegato le sue sensazioni di quei minuti. “Non mi sono reso conto di essere in ipotermia, anche se stavo tremando. Mi era già successo prima ed ero riuscito a recuperare, ma quando ho deciso di fermarmi dopo il secondo Mur, ho perso il controllo del mio corpo. È stato uno dei momenti più sgradevoli della mia vita. Per fortuna abbiamo un ottimo medico di squadra, che mi ha dato subito bevande calde e altre cose per mantenermi in salute, mi ha tenuto fuori dai pericoli. Non avevo mai avuto questi sintomi di ipotermia prima, e nemmeno avevo avuto problemi di freddo.”
Skjelmose è già tornato in sella oggi, per la ricognizione degli ultimi chilometri della Liegi, anche se le sensazioni non sono ancora delle migliori: “Anche se ho corso solo metà gara mercoledì, il mio corpo ha reagito come se avessi corso una monumento. Avevo dolori muscolari, ma poi mi sono sentito meglio dopo tre ore.”
Il danese ha anche risposto alle critiche sull'opportunità o meno di mostrare le immagini delle sue condizioni al momento del ritiro: “Vista la situazione, penso sia un bene che ci siano quelle immagini. Penso che molti tifosi non avessero capito perché in così tanti ci eravamo ritirati. Certamente non tutti erano nelle mie stesse condizioni, ma ha dato un'idea di quali fossero le condizioni meteo. Se fossi finito in ospedale in pessime condizioni avrei pensato diversamente, ai Paesi Baschi ad esempio la situazione era completamente differente, ma qui ha solo mostrato bene qual era la situazione. Non è stato un problema nemmeno per i mei cari, da corridore ho imparato che questo è il modo più rapido possibile per informarli. In questo modo hanno potuto sapere subito che era tutto ok, anche se quelle immagini erano un po' estreme.”
“Ho la gamba della mia vita”
Dopo qualche ora di spavento, soprattutto per chi aveva visto le immagini da casa, Skjelmose guarda già con estrema fiducia all'appuntamento di domenica con La Doyenne. Già prima della Fleche e dell'Amstel Gold Race di domenica scorsa, dove era arrivato nel gruppo principale senza riuscire ad essere protagonista, si era già mostrato molto fiducioso sulle sue possibilità di fare risultato. “Non ho ancora avuto modo di dimostrarlo, ma so come mi sono sentito in corsa. Mi sono sentito molto bene all'Amstel, e anche sul primo passaggio sul Mur de Huy prima di congelarmi. Quello che mi porto dietro da queste due classiche è la sensazione che ho la gamba della mia vita. Sono convinto che potrò lottare per il podio.”
La presenza di Tadej Pogačar non spaventa lo scalatore della Lidl-Trek, e anzi gli apre maggiori opportunità dal punto di vista tattico. “Sono contento che ritorni, vorrà una corsa dura e questo vuol dire che il ritmo si alzerà molto presto, e per me questo è l'ideale. Avrà anche la squadra per fare corsa dura, sarà la più grande differenza dall'Amstel e dalla Freccia. Penso che in molti in queste due corse non abbiano avuto l'opportunità di mostrare la loro forma, anche se abbiamo visto corridori molto forti come Marc Hirschi o Tom Pidcock. Il mio podio? Mi vedo lì con Tadej e Mathieu, vedremo domenica in che ordine.”