Colpo di stato Jumbo-Visma, Remco cede la roja
Sepp Kuss vince la sesta tappa della Vuelta al termine di una fuga di ben 42 uomini. Sul Pico del Buitre battuti Lenny Martinez, che si prende la maglia rossa, e Romain Bardet. Roglic e Vingegaard attaccano e mettono in difficoltà Evenepoel
Questa sesta tappa della Vuelta è stata una di quelle giornate ciclistiche da seguire dall’inizio alla fine, con un’avvincente doppia corsa tra fuggitivi e gruppo per la ricca posta in palio. Dopo più di un’ora di tentativi, riesce a prendere il largo una maxi-fuga con ottimi elementi al proprio interno, e sulle dure rampe finali ha la meglio Sepp Kuss, che dopo aver scortato Primoz Roglic alla vittoria del Giro e Jonas Vingegaard al trionfo del Tour oggi può mettersi in proprio e mostrare ancora una volta le sue eccellenti doti da scalatore puro, e che potrebbe senz’altro correre da capitano se solo non si trovasse in una corazzata come la sua Jumbo-Visma. Già, perché anche oggi la formazione giallo-nera ha fornito una prova di forza invidiabile, infatti se la fuga è riuscita a resistere all’inseguimento convinto del gruppo è solo merito di Dylan Van Baarle e Jan Tratnik, che hanno lavorato con grande efficacia per lunghissimi tratti di tappa.
Ma poi è arrivata la scalata verso l’Osservatorio di Javalambre, e mentre Lenny Martinez diventava il più giovane corridore ad aver mai indossato il simbolo del primato generale, l’attenzione è passata dietro, dove Primoz Roglic ha lanciato il primo, vero, attacco di questa Vuelta: una classica progressione delle sue che diventa sempre più difficile da seguire con il passare dei metri. Remco Evenepoel ha pagato, subito. Il belga, ha però saputo reagire con lucidità, e mentre davanti Roglic con Vingegaard seminavano tutti gli altri uomini di classifica che provavano a tenere il loro ritmo, Remco è andato in netto crescendo, chiudendo la giornata in testa in quella virtuale classifica dei favoriti, che però ora si fa sempre più schiacciata. Fare ora pronostici e bilanci è prematuro, l’unica cosa certa è che la sfida per questa Vuelta è più aperta che mai.
La cronaca della sesta tappa della Vuelta a España 2023
Questa sesta tappa della Vuelta a España è anche la seconda frazione di montagna, che dopo 183.1 km con partenza da La Vall d'Uixó si conclude presso l'Osservatorio Astrofisico di Javalambre. Si parte in salita, percorrendo il Port del Marianet, seguito poi dal Puerto de Arenillas e dall’Alto Fuente de Rubielos. Tuttavia la lontananza di queste prime ascese dall’arrivo accentra tutte le attenzioni sulla scalata finale ai quasi 2000 metri del Pico del Buitre (10.9 km all'8%), con i tratti più duri concentrati nella seconda parte, che registra pendenze costantemente in doppia cifra. Passando alla cronaca, gli attacchi prendono inizio subito dopo il via ufficiale, vista la giornata che potrebbe anche vedere la classica “doppia corsa” per la vittoria di tappa e per la classifica generale.
I tentativi sono numerosi, ma dopo 30 km nessuno riesce ancora ad andarsene, e anzi il plotone rischia di spezzarsi per le alte velocità, con la maglia rossa Remco Evenepoel (Soudal-Quick Step) che si fa sorprendere momentaneamente nelle retrovie. Intanto in testa alla corsa continuano gli scatti sul Puerto de Arenillas e solo nella successiva discesa, finalmente, una maxi-fuga prende il largo: all’attacco troviamo ben 42 corridori. Elencarli qui tutti sarebbe impossibile per ragioni di spazio, ci limiteremo quindi a nominare i più quotati per la giornata odierna. Nel primo gruppo (perché di gruppo si tratta) troviamo Mattia Cattaneo (Soudal-Quick Step), Sepp Kuss e Attila Valter (Jumbo-Visma), Marc Soler (UAE Emirates), Santiago Buitrago, Mikel Landa e Wout Poels (Bahrain-Victorious), Lenny Martinez (Groupama-FDJ), Juan Pedro López (Lidl-Trek), Emanuel Buchmann e Lennard Kämna (Bora-Hansgrohe), Hugh Carthy (EF Education-EasyPost), Einer Rubio (Movistar), Romain Bardet (DSM), Cristián Rodriguez (Arkéa Samsic), Steff Cras (TotalEnergies) e David De la Cruz (Astana Qazaqstan).
Tra di loro molti sono vicini alla vetta della classifica generale, in particolar modo Martinez stamane era addirittura terzo. Il giovane francese diventa quindi subito maglia rossa virtuale, con il gap dei battistrada che sale ben presto a 4’. Come spesso accade in caso di gruppi così numerosi, tra i fuggitivi non c’è grande accordo, e in diverse occasioni qualcuno prova ad avvantaggiarsi ulteriormente. Intanto viene data conferma ufficiale di alcuni ritiri: lasciano la corsa Lorenzo Milesi (DSM), Andrea Bagioli (Soudal-Quick Step) e Jay Vine (UAE Emirates). Quando il gap sfiora i 7’, in gruppo c’è una reazione: Ineos Grenadiers e Movistar si portano in testa a collaborare con la Soudal-Quick Step di Evenepoel. La corsa a questo punto si assesta, con Dylan Van Baarle (Jumbo-Visma) e Rudy Molard (Groupama-FDJ) a sobbarcarsi tutto il lavoro davanti per portare i rispettivi capitani alla salita finale con il maggior vantaggio possibile.
Il braccio di ferro sembra con il tempo dare qualche frutto al gruppo, che riesce gradualmente a recuperare terreno mentre ora è Jan Tratnik (Jumbo-Visma) a tirare in testa. Il margine dei fuggitivi ai piedi della salita all’Osservatorio è di 3’50”, la possibilità di giocarsi la vittoria di tappa dovrebbe essere al sicuro. Sin dalle prime rampe è Michael Storer (Groupama-FDJ) a scandire il ritmo per il doppio obiettivo di Lenny Martinez, mentre dietro è la Movistar a fare il forcing per Enric Mas. Se i battistrada rimangono numerosi, nel gruppo maglia rossa la selezione è evidente, ma i grandi favoriti della classifica generale resistono tutti. Il primo a rompere gli indugi in testa è Einer Rubio, che parte con decisione quando mancano 4 km, e sembra trovarsi a proprio agio su queste pendenze a due cifre. Poco dopo s’infiamma la corsa tra i big: Primoz Roglic scatta, non fa il vuoto, ma mette in grande difficoltà Evenepoel, aiutato da Mattia Cattaneo in questo momento di crisi.
Con il passare dei metri l’azione di Roglic si fa sempre più convinta, e lo sloveno viene raggiunto dai pimpanti Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) ed Enric Mas (Movistar). Sulle dure rampe finali lo sparpaglio di corridori è assoluto, e ora in testa se ne va da solo Sepp Kuss, che distanzia di 30” il duo francese con Bardet e Martinez. Mentre lo statunitense s’invola verso la vittoria, la maglia rossa sembra aver superato il momento critico e cerca di rimontare sui diretti concorrenti. Va a vincere quindi Kuss, che taglia il traguardo con 26” di vantaggio su Martinez e 30” su Bardet. Enric Mas invece non riesce a reggere le ruote del duo Jumbo-Visma, che giunge sul traguardo 2’52” dopo Kuss. A breve distanza arrivano poi Juan Ayuso, Cian Uijtdebroeks (Bora-Hansgrohe), Enric Mas ed un Remco Evenepoel in gran rimonta.
In classifica generale passa al comando Lenny Martinez (il più giovane della storia a vestire la “roja”), con 8” di vantaggio sugli altri fuggitivi Sepp Kuss e Marc Soler, terzo a 51”. Tra i grandi favoriti Remco limita i danni e si trova ora nono a 2’47”, poi Mas decimo a 2’50”, Vingegaard undicesimo a 2’52”, Roglic dodicesimo a 2’58”. Tutti racchiusi in soli 11”.
Domani tornano in scena i pochi velocisti presenti in questa Vuelta, con la Utiel-Oliva di 200 km senza difficoltà altimetriche. Nei primi 100 km della settima tappa si abbandona l’entroterra e una volta raggiunto il mare a Valencia ci si dirige verso sud sino al traguardo. L’unica incognita di giornata potrebbe essere il vento, variabile da non sottovalutare quando si costeggia il mare per lunghi tratti.