Settimana Internazionale Coppi e Bartali 2023 - Analisi del percorso
La Coppi e Bartali mantiene nel 2023 il nuovo format esplosivo con tappe tutte insidiose e variegate; il menù è condito da un paio di novità: le strade bianche e una cronometro individuale
Atteso più che mai l'appuntamento con la Coppi e Bartali, a cui prenderanno il via ben 8 formazioni World Tour e in mezzo a queste anche Domenico Pozzovivo, al debutto stagionale, fresco del nuovo contratto con la Israel - Premier Tech. Alle solite tappe di media montagna che negli ultimi anni hanno spettacolarizzato la corsa emiliano-romagnola si sommano due nuove peculiarità: innanzitutto una delle tappe più impegnative presenterà quasi 10 km di strada bianca divisi in 4 settori; infine la tappa conclusiva sarà una cronometro individuale pianeggiante che potrebbe creare scenari tattici nuovi e stimolare ulteriormente gli attacchi nelle tappe precedenti, che offrono percorsi particolarmente adatti a fare confusione.
Martedì 21 marzo - 1a tappa: Riccione - Riccione (161.8 km)
La corsa presenta subito un conto salato ai corridori, con una tappa praticamente priva di respiro da quasi 3000 metri di dislivello. I GPM sono 4, ma di salite se ne contano almeno 11. Il percorso si sviluppa su due circuiti che vengono collegati alla sede di tappa, Riccione, da un breve tratto in linea. Si parte subito in salita, seppur lieve, verso San Clemente; poi in poco tempo si raggiunge, con una salita di 2.5 km al 4.8%, Santa Maria del Monte dove si entra sul primo circuito da ripetere 2 volte e mezzo: sarà subito un bel toboga di salite e discese incentrato soprattutto sul triplo passaggio dalle asperità di Tavullia (3.2 km al 4.7%) e Mondaino (3.3 km al 7.8%), con GPM posti al secondo e al terzo passaggio da Mondaino. Dopo la terza ascesa si esce dal circuito e si sale a Tavoleto (2.3 km al 5.9%) e Montefiore Conca (3.3 km al 3%), prima di scendere violentemente a Osteria Nuova ed entrare nel secondo giro da ripetere due volte, con l'ascesa (valevole come GPM a entrambi i passaggi) di Montescudo: la salita nel complesso è lunga circa 7 km ed ha una media del 3.6%, ma di fatto sono due gradoni separati di 2.2 km al 4.8% e di 2.5 km al 6%, con pendenze in doppia cifra negli ultimi 500 metri. L'ultimo passaggio avviene a 28 km dal traguardo, ma non sarà l'ultimo trampolino: una volta scesi e usciti dal circuito si raggiunge San Clemente attraverso il muro di Via Ca' Menghi (1.2 km al 9.5%), con scollinamento a 16.5 km dal traguardo, tutti prevalentemente in discesa.
Mercoledì 22 marzo - 2a tappa: Riccione - Longiano (172.5 km)
La seconda tappa, la più lunga delle 5, ricalca in buona parte il tracciato della scorsa edizione: oltre 2000 metri di dislivello, concentrati a ridosso del traguardo, in circa 115 km. Infatti, a parte un paio di strappi, i primi 50 km sono sostanzialmente pianeggianti e servono come mero riscaldamento in vista del circuito che verrà ripetuto 4 volte (quasi 5 a dire il vero). Senza passare dal traguardo si sale una prima volta a Roncofreddo (5.5 km al 4.2%) e al bivio per Monteleone (2.3 km al 6.6%); quindi si arriva al traguardo di Longiano salendo dal Muro del Belvedere (800 metri all'11%) che termina a 350 metri dallo striscione di arrivo. Si entra così nel circuito vero e proprio, salendo nuovamente a Roncofreddo da una strada più irregolare (complessivamente, dai piedi del muro, risultano 6.3 km al 3.8%) e poi a Monteleone e a Longiano: in tutto il circuito l'unico tratto che concede respiro sono i 3500 metri pianeggianti prima del muro. Insomma c'è spazio per vedere di tutto, con un ventaglio che spazia dall'impresa a lunga gittata fino alla volata in salita sul muro. Dipende molto da come i corridori decideranno di affrontarla.
Giovedì 23 marzo - 3a tappa: Forlì - Forlì (139.7 km)
Dopo due tappe insidiose, è il momento della prima di quelle veramente determinanti per la classifica generale: si parte e si arriva a Forlì con un percorso relativamente breve, ma zeppo di salite (5) e quasi tutte sterrate (4). Subito dopo il via si sale alla Rocca delle Caminate, per 7 km al 4.1% (pendenza media falsata da un breve tratto in discesa), quindi si raggiunge Meldola e si entra nel circuito di Monte Cavallo con la tripla omonima ascesa su strada bianca: una volta usciti dall'asfalto si inizia a salire a gradoni per complessivi 4.3 km al 7.3%; la strada è sterrata per i primi 2.1 km, in cui si supera una prima rampa di 1.2 km al 10% e con punte oltre il 15%, seguita da alcuni metri di respiro; si torna sull'asfalto e la strada sale sensibilmente per altri 800 metri, poi si riprende lo sterrato per 400 metri in falsopiano; rimane a questo punto l'ultimo km di salita all'11% su asfalto. Il terzo ed ultimo passaggio avviene a 47 km dal traguardo, ma la corsa non è finita; per uscire dal circuito si abbandona ancora l'asfalto salendo questa volta a Tessello, con una rampa secca di 1.8 km all'11%, tutta in strada bianca. Qui di km ne mancheranno soltanto 22 di cui soltanto gli ultimi 10 saranno pianeggianti (si segnala a 15 km al traguardo la rampa in doppia cifra di 500 metri che porta al Castello di Bertinoro).
Venerdì 24 marzo - 4a tappa: Fiorano Modenese - Fiorano Modenese (168.6 km)
Questa è l'altra tappa regina di questi 5 giorni, quella altimetricamente più esigente (circa 3000 metri di dislivello) e con affaccio sull'Appennino modenese. Dopo alcuni km abbastanza semplici inizia la prima infinita ascesa a Serramazzoni (20 km al 3.4%): in cima ad uno dei tratti più impegnativi (quasi 2 km al 7.8%) si trova il GPM di Madonna di Puianello; piuttosto impegnativo anche l'ultimo segmento di 3.5 km al 6.2%. Si entra in un primo circuito da ripetere due volte che dopo una lunga e tecnica discesa riporta a Serramazzoni tramite la durissima salita della Casa dello Storto, di circa 3.5 km al 10%; il circuito si chiude con lo strappo di Serramazzoni (1.5 km al 5%) dove è posto un altro GPM al secondo passaggio. Qui mancano ancora tanti km al traguardo, motivo per cui la Casa dello Storto dovrebbe essere più un occasione per fare corsa dura che per muoversi in prima persona, ma non mancheranno difficoltà nel finale per far scoppiare una volta per tutte la bagarre. 17 km di discesa piuttosto insidiosa portano a Maranello, dove inizia la salita di Fogliano (2.2 km al 6.5%); altra discesa tecnica e si arriva molto presto ai piedi della salita di Fazzano (GPM; 1.8 km al 9.4%) possibile punto chiave della corsa. L'ennesima discesa tecnica porta a Sassuolo dove si entra nel circuito finale; con 6 km di pianura si raggiunge la zona del traguardo (senza transitare sotto lo striscione) ed iniziano i due giri conclusivi: si imbocca immediatamente la salita di Via del Ruvinello (1.9 km al 7.7%; primo km all'11%, max 13%), dove si scollina a circa 16 (1° passaggio) e 7 (2° passaggio) km dal traguardo. Con un'ultima discesa insidiosa si torna a Sassuolo, da cui gli ultimi 5 km pianeggianti riportano al traguardo.
Sabato 25 marzo - 5a tappa: Carpi - Carpi (Cronometro individuale - 18.6 km)
Dopo quattro tappe infarcite di salite, la classifica potrà essere parzialmente riscritta dalla cronometro finale completamente pianeggiante di 18.6 km, chilometraggio non banale per una corsa di appena 5 giorni. Il percorso è scandito da numerose curve ad angolo retto, che complicano soprattutto le fasi iniziali e finali a ridosso del centro abitato: si contano 10 curve nei primi 3.5 km, 9 negli 11 km centrali e altre 10 negli ultimi 4 km. Questo significa che sarà fondamentale anche saper guidare il mezzo e rilanciarlo dietro tutte le curve (una trentina in totale), lasciando poco spazio per tenere alte velocità a ritmo costante in posizione areodinamica.