Kittel parte subito con il piede giusto
Il tedesco finalizza al meglio il lavoro del team al Dubai Tour. Battuti Groenewegen, Cavendish e Degenkolb, nei 10 Modolo, Viviani e Consonni
Avrebbe dovuto rappresentare l'inizio di un interessantissimo filotto ma, con la defezione del Tour of Qatar, il febbraio in salsa araba perde quella continuità che lo rendeva il perfetto terreno di preparazione per gli appuntamenti primaverili, siano esse le classiche fiamminghe, quelle valloni o le corse a tappe. Senza la prova qatariota si registrerà una settimana di buco tra il Tour of Oman di metà mese e il Dubai Tour, primo appuntamento in programma. La corsa targata RCS Sport, giunta alla quarta edizione, si è allargata aumentando di una giornata gli sforzi, pur mantenendo per forza di cose un profilo particolarmente favorevole ai tanti velocisti presenti.
Cinque in fuga, fra di loro anche Boem e Bono
I 126 corridori iscritti hanno oltrepassato il km 0 della Nakheel Stage alle 11.10 ora locale, le 8.10 dell'Europa Centrale. Sono 181 i km previsti in un percorso totalmente pianeggiante e stranamente non attanagliato da temperature elevate, con il termometro attorno ai 25°. Già prima del secondo km scatta la fuga che caratterizza la giornata: a comporla sono lo svizzero Silvan Dillier (BMC Racing Team) giunto quarto nel 2016, i britannici Daniel Pearson (Aqua Blue Sport) e Thomas Stewart (ONE Pro Cycling) e gli italiani Nicola Boem (Bardiani CSF) e Matteo Bono (UAE Abu Dhabi).
Come logico che sia il gruppo lascia fare i cinque baldanzosi: al km 15 il margine sfiora i 4', al km 30 tocca i 4'20" e al km 50 i 4'25". La prima ora va via veloce, con i battistrada che riescono a percorrere 44.8 km e il gruppo che controlla agevolmente. Nel tratto seguente da dietro aumentano l'andatura quanto basta per tornare nell'ordine dei 4' di ritardo al km 70.
Due traguardi volanti per Boem, nel gruppo lavora anche Jungels
Al km 77.3 c'è invece il primo dei tre sprint intermedi, quello di Al Qudra Cycletrack: il primo a transitare è Boem, che si prende i 3" di abbuono e i punti per la speciale classifica. Data l'accelerazione il vantaggio del quintetto tocca per la prima ed ultima volta la fatidica barriera dei 5'. Il ventisettenne veneziano si ripete anche nel secondo traguardo volante, quello davanti all'Hamadan Bin Mohammed Sports Complex (km 105.6): alle sue spalle si posizionano Stewart e Bono mentre il gruppo, che nella trentina di km precedente si è dato da fare, transita a 2'10".
A tirare sono le formazioni dei velocisti: vi è il Team Dimension Data, con Ryan Gibbons e Jay Robert Thomson a preparare il terreno per Cavendish. Vi è il Team Sky con Ian Boswell a prendere aria in faccia per Viviani. Vi è la Trek-Segafredo con Fumiyuki Beppu a lavorare per il debuttante Degenkolb. E vi è la Quick Step Floors con Julien Vermote e nientemeno che Bob Jungels a sacrificarsi per il vincitore in carica Kittel, che ha deciso di utilizzare i freni a disco.
Dietro si viaggia forte: il margine scende e Boem si rialza
L'andatura non accenna a rallentare tanto che ai meno 50 km, ossia poco dopo al terzo ed ultimo sprint intermedio di Jumeirah Golf Estates (km 129.2) vinto da Silvan Dillier su Stewart e Boem, il ritardo è di 1'20". I gregari delle solite quattro formazioni tengono sempre alta la velocità e fanno in modo che ai meno 45 km il ritardo sia nell'ordine dei 50". Data la situazione e terminati i traguardi volanti, Boem decide di rialzarsi e si lascia riprendere dal plotone ai meno 39 km.
All'altezza dei meno 40 km il gap è sceso ancora a 35" ed è in questo momento che nel gruppo si decide finalmente di rallentare un attimo, lasciando riguadagnare al quartetto al comando una quindicina di secondi tornando a possedere 50" ai meno 30 km. I più pimpanti del plotone sono Jungels, lui che anche quest'anno avrà come grande obiettivo il Giro d'Italia, e Boswell il quale, da par suo, dovrebbe capeggiare lo squadrone britannico solamente in casa al Tour of California.
Caduta per Sterbini, il laziale appare dolorante. Ripresa la fuga
Dietro si torna a guadagnare, transitando ai meno 25 km con meno di 30". In coda al gruppo c'è da registrare una caduta: il padrone di casa Mohammed Al Murawwi (Nazionale emiratina) causa una scivolata coinvolgendo tra gli altri Rafael Andriato (Wilier Triestina-Selle Italia), Stefan Denifl (Aqua Blue Sport), Karol Domagalski, Kristian House e Lars Petter Nordhaug (costui costretto al ritiro) della ONE Pro Cycling e Simone Sterbini (Bardiani CSF), mentre Samuel Sánchez (BMC Racing Team) si salva per un pelo. Proprio il laziale, vincitore nel 2016 di una tappa all'Österreich Rundfahrt, appariva il più danneggiato dall'incidente, riuscendo comunque a concludere nonostante una botta al gomito.
Dietro il gruppo continua il suo incedere, passando ai meno 20 km a 23" di ritardo e lasciando cuocere i quattro coraggiosi attorno al quel margine anche ai meno 15 km. Ad affacciarsi in testa attorno ai meno 12 km arriva anche il Bahrain-Merida con Enrico Gasparotto a tirare il gruppo in chiave Colbrelli; l'andatura del friulano permette il definitivo ricongiungimento nei confronti del quartetto che avviene ai meno 10.3 km dal termine.
Rammarico per Colbrelli che scivola. La Quick Step lavora alla perfezione
I soliti volti si danno un gran daffare nella fase dai meno 10 km ai meno 5 km, conducendo rapidamente il plotone verso la fase calda. A farsi carico del lavoro dai meno 6 km è il Team Dimension Data con Nicholas Dougall, Bernhard Eisel e Scott Thwaites a viaggiare vicino ai 60 km/h e allungando il plotone. I sudafricani vengono affiancati dai Bahrain-Merida e, per la prima volta, dai Movistar. Ai meno 3 km la ormai consueta rotatoria che porta verso il finale provoca una scivolata singola: a terra va Sonny Colbrelli, annullando così il lavoro del team.
Risalgono posizioni BMC Racing Team e Quick Step Floors, con questi ultimi che imboccano gli ultimi 2 km in testa con Alaphilippe, Martinelli, Trentin, Sabatini e Kittel in quest'ordine. A rovinare i piani ci provano gli UAE Abu Dhabi con Matej Mohoric, ma i belgi riescono a riprendere comodamente la testa con Trentin regista delle operazioni. Fabio Sabatini si lancia ai meno 450 metri e porta Kittel in posizione di sparo sulla destra della carreggiata.
Minali cerca la sorpresa, Kittel ha vita facile. Groenewegen buon secondo
Ad anticipare lo sprint sulla sinistra ci prova il baby Riccardo Minali: il veronese dell'Astana Pro Team, alla prima uscita tra i pro', rimbalza rapidamente. Sulla sinistra Kittel parte con la consueta cadenza e il suo ritmo è impossibile da pareggiare per gli altri: il tedesco vince senza problemi conquistando la sesta vittoria in carriera nella prova emiratina, un'enormità considerando le nove tappe da lui disputate.
Al secondo posto, bravo ad uscire fra le transenne, è Dylan Groenewegen: il campione olandese del Team Lotto NL-Jumbo ha la meglio su Mark Cavendish (Team Dimension Data), bravissimo a disputare la volata pur con la ruota posteriore forata, e John Degenkolb (Trek-Segafredo), rimasto un po' intruppato. Quinto posto per il migliore degli italiani, il trevigiano Sacha Modolo (UAE Abu Dhabi), che precede il corregionale Elia Viviani: il veronese del Team Sky, lanciato da Jonathan Dibben, non ha avuto una volata agevole, scegliendo il lato rivelatosi errato. Settimo il lussemburghese Jempy Drucker (BMC Racing Team) davanti al giovane azzurro Simone Consonni (UAE Abu Dhabi), all'australiano Steele Von Hoff (ONE Pro Cycling) e al britannico Adam Blythe (Aqua Blue Sport).
In classifica comanda ovviamente Kittel, che porta il settimo successo stagionale per la Quick Step Floors con ben cinque elementi differenti. Grazie agli abbuoni è secondo a 3" Boem, quindi a 4" ci sono Groenewegen e Stewart, a 6" Cavendish e Dillier e a 10" il grosso del plotone. Domani nuovo piattone di 186 km da Dubai al Ras al Khaimah quando verranno toccati ben cinque dei sette emirati (esclusi solo Abu Dhabi e Fujarah).